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Taranto

Ex Ilva, nuovo pressing dei sindacati sul Governo. Cominciato il Consiglio di fabbrica. Foto e video

Francesco Brigati, segretario Fiom: “Il piano corto è una chiusura. Dal 1 gennaio si fermano altri impianti e senza fondi dal 1 marzo sarà il vuoto”

Le dichiarazioni di Francesco Brigati, Segretario Fiom, nel corso del Consiglio di Fabbrica ex Ilva a Taranto

TARANTO – È in corso questa mattina, mercoledì 10 dicembre, il Consiglio di fabbrica nello stabilimento dell’ex Ilva con la partecipazione dei rappresentanti sindacali, del governatore uscente Michele Emiliano, del presidente della Provincia Gianfranco Palmisano e del sindaco Piero Bitetti. Nel corso dell’assemblea si sta discutendo su un documento unitario, mentre i sindacati hanno rilanciato con forza le loro richieste al Governo.

Tra gli interventi più attesi quello del segretario della Fiom Taranto, Francesco Brigati, che ha ricordato come le ultime due giornate di sciopero abbiano avuto un obiettivo preciso: “tornare a Palazzo Chigi per un confronto vero sulle criticità emerse con la presentazione del piano corto”.

Brigati ha ribadito che il progetto governativo viene considerato “un piano di chiusura”, i cui effetti sono già visibili. Il segretario ha sottolineato che dal 1 gennaio è previsto lo stop alle cokerie, con ricadute immediate sui lavoratori dell’appalto. Le prime conseguenze, ha spiegato, sono l’avvio di procedure di licenziamento collettivo da parte delle aziende impegnate in quelle aree dello stabilimento, un fenomeno che rischia di aggravarsi “nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, fino a diventare irreversibile”.

Un altro punto critico riguarda i finanziamenti. Brigati ha rimarcato che nell’ultimo decreto “non sono state previste ulteriori risorse, in particolare gli 108 milioni del prestito ponte che avevamo richiesto per arrivare almeno fino al 28 febbraio”. Senza quei fondi, ha aggiunto, “dal 1 marzo ci sarà il vuoto assoluto”.

Per queste ragioni, la Fiom chiede che il Governo chiarisca la propria posizione e che venga immediatamente riconvocato il tavolo a Palazzo Chigi, ritenuto essenziale per affrontare la fase più delicata della vertenza.

Il Consiglio di fabbrica prosegue con il confronto tra istituzioni e rappresentanti dei lavoratori, mentre all’esterno resta alta l’attenzione delle sigle sindacali sulle ricadute occupazionali e industriali dello stabilimento siderurgico.

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