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Taranto

Violenza di genere, la Cisl richiama educazione, prevenzione e nuovi modelli culturali

Al teatro Tarentum l’iniziativa “Visioni di genere”. Il segretario Spinzi: servono politiche attive, coinvolgimento delle scuole e sostegno alle vittime

TARANTO - La Cisl Taranto-Brindisi ha dedicato la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne a un confronto pubblico dal titolo “Visioni di genere”, organizzato al teatro Tarentum con il supporto del Coordinamento Donne e politiche di genere. L’incontro è stato articolato in tre sessioni, “Lavoro e Responsabilità”, “Donne e Parità” e “Proiezioni di Futuro”, con l’obiettivo di approfondire i nodi culturali e sociali che ancora ostacolano un reale contrasto alla violenza.

Nel suo intervento, il segretario generale Luigi Spinzi ha evidenziato la necessità di affrontare la violenza di genere e il tema della conciliazione vita-lavoro in un contesto di profonde trasformazioni, che richiede nuovi modelli culturali, aggiornamenti normativi e strumenti contrattuali capaci di orientare istituzioni, scuola, corpi sociali e sistema della comunicazione verso una reale innovazione.

Spinzi ha sottolineato l’importanza di coinvolgere le giovani generazioni, già a partire dal ciclo scolastico primario, affinché il cambiamento non rimanga un processo astratto ma diventi una crescita individuale. Molto apprezzata, in questo senso, la partecipazione numerosa di studentesse e studenti provenienti dal Liceo delle Scienze Umane Vittorino da Feltre di Taranto, dal Don Milani Pertini Morante di Grottaglie Crispiano, dall’IISS Righi di Taranto, dall’ITTA Pacinotti e dal Liceo Artistico Calò di Grottaglie. I ragazzi hanno posto domande ai relatori, contribuendo a rendere più vivace e concreto il dibattito. “A loro va il ringraziamento di tutta la Cisl Taranto Brindisi”, ha ribadito Spinzi.

Nel corso dell’iniziativa è stata richiamata anche l’approvazione unanime alla Camera della legge sul femminicidio, avvenuta il 25 novembre, indicata come un passo importante per rafforzare la tutela della vita e della dignità delle donne contro ogni forma di controllo e sopraffazione. Tuttavia, secondo la Cisl, la legge sarà realmente efficace solo se accompagnata da prevenzione, educazione affettiva e sessuale nelle scuole, sostegno alle vittime e da un cambiamento culturale che coinvolga l’intera società.

Per Spinzi, lavorare sulla prevenzione significa non dover intervenire costantemente in emergenza, soprattutto all’interno delle famiglie e nelle relazioni tra genitori e figli. I modelli educativi, infatti, possono favorire oppure ostacolare una maturazione equilibrata, incidendo su empatia, rispetto tra i sessi e consapevolezza dei diritti e dei doveri. Un ulteriore rischio, osserva, è che l’uso improprio dei social si sostituisca al ruolo educativo della famiglia.

I rappresentanti istituzionali presenti hanno ricordato che le leggi e i centri antiviolenza non bastano se non si recupera la cultura della convivenza civile e se non si contrasta l’idea, diffusa tra i più giovani, che la violenza sia uno strumento di affermazione personale. È fondamentale anche incoraggiare le ragazze a denunciare e rafforzare gli interventi a sostegno delle famiglie in difficoltà.

Nel dibattito è emerso con forza il tema delle violenze psicologiche, economiche, sessuali e sociali sulle donne. Tutti hanno concordato sul fatto che l’autonomia economica rappresenti una condizione essenziale per la libertà femminile e che il sistema di welfare debba essere potenziato per evitare che le donne siano costrette a scegliere tra maternità, lavoro e cura familiare.

Un punto ritenuto strategico è la “legge sulla partecipazione” (L. 76/2025), che dà attuazione all’articolo 46 della Costituzione e amplia gli spazi di contrattazione nelle aziende, favorendo politiche di conciliazione vita-lavoro attraverso il coinvolgimento diretto dei lavoratori e delle lavoratrici. La Cisl Taranto Brindisi intende impegnarsi anche su questo fronte per contribuire a ridurre le discriminazioni nel lavoro femminile e contrastare il gender pay gap, cioè il divario retributivo tra uomini e donne a parità di mansione.

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