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Bari
17 Novembre 2025 - 16:09
BARI - Nel giorno dedicato in tutto il mondo alla prematurità, il 17 novembre, la Asl Bari ha inaugurato al settimo piano dell’Ospedale Di Venere la sua prima foresteria, un luogo pensato per accogliere le mamme dei neonati ricoverati in Neonatologia e in Terapia Intensiva Neonatale. La scelta della data, spiegano dall’azienda sanitaria, vuole ribadire l’impegno verso un’assistenza che integri competenza clinica e attenzione alle fragilità delle famiglie che affrontano degenze lunghe e complesse.
La mattinata di inaugurazione ha visto la presenza del direttore generale Luigi Fruscio, del direttore della Neonatologia e Utin Michele Quercia, del direttore medico di presidio Maurizio Marra e del direttore amministrativo Giuseppe Volpe, insieme agli operatori sanitari, alle associazioni e ai genitori dei piccoli pazienti. Una partecipazione numerosa che ha trasformato l’apertura della foresteria in un momento carico di significato.
Fruscio ha ricordato che l’idea di creare uno spazio dedicato alle mamme nacque anni fa dal dottor Antonello Del Vecchio, scomparso nel 2021, e successivamente portata avanti dai dottori Gabriele D’Amato e Flavia Petrillo. «Oggi – ha spiegato – possiamo finalmente offrire un aiuto concreto alle famiglie. Le mamme potranno restare vicine ai loro bambini, riducendo lo stress dei neonati e i disagi logistici delle famiglie che arrivano da lontano. È un passo importante verso una cura più umana e continua».
La foresteria dispone di 6 posti letto, un’area comune e una cucina. Le camere, arredate grazie alla donazione dell’associazione Bimbi in Tin, sono dotate di letti e comodini coordinati. Gli spazi condivisi offrono divani, tavoli e sedie per favorire momenti di pausa e socialità. La cucina è stata donata dal Gruppo Turi srl, mentre un percorso di disegni realizzati dall’artista Maddalena Marzulli e sostenuti dall’azienda Masmec rende più accogliente il collegamento con la Terapia Intensiva Neonatale.
La struttura sarà riservata alle madri dei neonati che affrontano ricoveri medio-lunghi o situazioni cliniche che richiedono una presenza stabile. L’assegnazione dei posti verrà gestita dall’Unità Operativa secondo criteri clinici e assistenziali.
Per il dottor Quercia, la foresteria rappresenta «un tassello essenziale del modello Family Centered Care, che riconosce la famiglia come parte attiva del percorso terapeutico. Curare un neonato significa curare anche la sua famiglia. Gli effetti positivi della presenza della madre sul benessere e sullo sviluppo dei bambini sono documentati e fondamentali soprattutto in terapia intensiva».
L’Unità Operativa di Neonatologia e TIN del Di Venere è un reparto ad alta complessità, dotato di 8 posti di terapia intensiva neonatale, 10 di patologia subintensiva e 20 di rooming-in. In un anno gestisce in media 2.220 ricoveri, di cui 140 in TIN, 262 in subintensiva e 1.835 in neonatologia ordinaria. Una realtà di riferimento per tanti neonati prematuri o affetti da patologie complesse che richiedono continuità assistenziale.
Parallelamente all’apertura della foresteria, il presidio ha avviato l’acquisto di nuovi arredi e attrezzature per potenziare gli spazi clinici e assistenziali: un armadio per farmaci, nuove lampade, poltrone e panche per le aree comuni, oltre a un ecotomografo di ultima generazione. Sono in arrivo anche nuovi allestimenti per il Nido, gli ambulatori e l’area Baby Pit Stop, tra cui fasciatoi, lavabi, mobili contenitori e un lettino visite.
La foresteria, spiegano dalla Asl, si inserisce in un percorso più ampio che mira a rendere la cura dei neonati sempre più integrata, partecipata e rispettosa delle esigenze delle famiglie, soprattutto nei momenti più delicati come quelli legati alla prematurità.
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