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Taranto
23 Ottobre 2025 - 16:30
Inderogabilmente entro marzo 2026, a completamento dei lavori di riqualificazione delle prime tre palazzine di via Garibaldi (sulle otto complessive), nei pressi della discesa Vasto, in Città vecchia, sarà decisa la destinazione di tutti i cortili, anche questi interessati a medesimo intervento. Lo ha riferito il presidente di Arca Jonica, avv. Donato Pascarella, a proposito della richiesta dei residenti di poter utilizzare quegli spazi come parcheggi per le proprie auto (molto probabilmente una per famiglia) come avveniva prima dei lavori. Attualmente gli abitanti della zona, la più popolosa del centro storico, hanno lamentato problemi in merito a causa dell'installazione dei cantieri, vedendosi quasi costretti a contendersi gli stalli in strada assieme a quelli dei piazzali del waterfront con quanti sempre più numerosi affollano nei fine settimana i vicoli e con studenti e personale dell'università, oltre che con l'utenza delle attività commerciali, soprattutto quelle della ristorazione. E presto i disagi potrebbero farsi pesanti con l'entrata in vigore delle strisce blu su via Garibaldi, come annunciato dal Comune.
"Il progetto di riqualificazione prevede di utilizzare i cortili come spazi di socializzazione, però comprendiamo le esigenze degli abitanti, che ascolteremo e porremo al centro di un confronto al termine dei lavori con il primo cittadino, Piero Bitetti, in quanto il Comune è l'ente committente dell'intervento, finanziato con fondi Pinqua. Non vogliamo però calare nulla dall'alto, assolutamente. Vedremo però di contemperare il tutto con le finalità previste" – dice l'avv. Pascarella.
I lavori ai cortili delle case popolari sono iniziati nello scorso febbraio a cura dell'impresa 'Dbr Appalti srl'. Inizialmente si è provveduto alla rimozione dell'asfalto e dei marciapiedi interni per la loro sostituzione con una pavimentazione costituita da betonelle autobloccanti, tipo quelle dell'antistante nuovo waterfront, ma di colorazione diversa, in grado (è stato assicurato) di sopportare il transito delle auto. Il tutto è completato dall'installazione di lampioni e di panchine. Insomma, un assetto molto differente da quello cui si era abituati. L'impresa infine sta realizzando (è questa la novità) il collegamento dei cortili con via Di Mezzo attraverso alcuni passaggi nel muro di cinta.
Presto i lavori interesseranno gli ultimi due cortili di via Garibaldi, nei pressi della discesa Vasto.
L'intervento complessivo (per un costo di poco più di un milione di euro) dovrebbe completarsi entro la fine dell'anno.
Anche gli interventi relativi alle prime tre palazzine, attualmente in fase avanzata di riqualificazione, sono stati finanziati con fondi rivenienti dalla programmazione Pinqua. Per altri tre stabili, i cui lavori inizieranno entro fine anno, i finanziamenti derivano dalla programmazione Poc. La riqualificazione delle ultime due palazzine avverrà invece grazie ai fondi Fsc e la cantierizzazione dei lavori avverrà ai primi del 2026, previa erogazione dei fondi.
L'intervento di riqualificazione di tutti i cortili e delle prime tre palazzine, come riferito, dovrà essere completata entro il prossimo mese di marzo: in tempo per la Settimana Santa.
Era il 7 settembre 1934 quando Benito Mussolini dalla terrazza del palazzo Saracino, che si trovava alla fine della discesa Vasto, diede il via con una picconata all'attuazione del piano Bonavolta in città vecchia, che avrebbe portato all'intera demolizione dei quartieri Vasto e Turripenne. Alla cerimonia parteciparono, oltre alle autorità fasciste e cittadine, il segretario del Partito nazionale fascista Achille Starace e il ministro Dino Grandi, quest'ultimo passato alla storia quale autore dell'ordine del giorno, assieme a Bottai e Federzoni, dell'ordine del giorno del 25 luglio 1943 per la destituzione di Mussolini.
Nessuna voce contraria osò innalzarsi per il rovinoso scempio nel nostro centro storico.
Furono cancellati numerosi vicoletti con alcune chiesette fra cui quella celebre della Madonna della Pace; andò giù anche la Torre Nova, una fortificazione appartenente alla cinta muraria, situata dalla parte del Mar Piccolo, costruita dopo il 1480, contemporaneamente al Castello sant'Angelo.
Solo lo scoppio della seconda guerra mondiale fermò le demolizioni che erano arrivate in prossimità della chiesa di San Giuseppe.
Al posto delle case abbattute nel 1936 sorsero palazzine popolari con ampi cortili, che ancor oggi costituiscono la parte più popolosa della città vecchia. Da allora queste case non furono mai oggetto di interventi di riqualificazione. Addirittura il piano di risanamento redatto dall'architetto Franco Blandino ne prevedeva addirittura la demolizione per sostituirle con strutture di ampio richiamo turistico.
E dopo tanti anni l'Arca, l'Agenzia regionale per la casa e l'abitare (che ha sostituito lo Iacp, l'Istituto autonomo case popolari), ha avviato un piano riqualificazione della zona, fortemente auspicato dai residenti.
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