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Bari
16 Ottobre 2025 - 08:59
BARI - Una nuova frontiera nella prevenzione oncologica femminile prende forma all’ospedale “Di Venere” di Bari, dove la Asl ha avviato il primo progetto in Italia di diagnostica citologica digitale con l’impiego dell’Intelligenza Artificiale. L’iniziativa nasce all’interno del Servizio centralizzato aziendale di Citopatologia e Screening, diretto dalla dottoressa Michela Iacobellis, e rappresenta un passo avanti decisivo verso diagnosi più veloci, accurate e affidabili nel contrasto al carcinoma del collo dell’utero.
Il sistema utilizza algoritmi addestrati su milioni di immagini per individuare cellule “difettose” e segnalare automaticamente le anomalie citologiche. Ogni campione viene digitalizzato da scanner ad alta risoluzione che acquisiscono fino a 60 immagini in 14 piani focali, garantendo un’analisi estremamente dettagliata. Tutti i dati vengono archiviati in server interni, con massima tracciabilità e sicurezza informatica, e sono consultabili in rete dai professionisti attraverso workstation dedicate.
L’innovazione nasce nel contesto del Dipartimento della Medicina di Laboratorio e Immunotrasfusionale, diretto dal dottor Edmondo Adorisio, e si colloca in una struttura che già oggi esegue 50 mila esami l’anno tra Pap Test e HPV Test, individuando circa 1.800 casi di positività, di cui 20% con lesioni di alto grado.
Il direttore generale della ASL Bari, Luigi Fruscio, ha parlato di un investimento “strategico” per il futuro della sanità pubblica: «Investire in tecnologia significa investire nella salute delle persone. Con l’intelligenza artificiale offriamo diagnosi tempestive e accessibili alle donne del territorio, rafforzando la prevenzione oncologica e il diritto all’assistenza equa».
La dottoressa Iacobellis spiega che il nuovo metodo consente di automatizzare la lettura dei campioni, riducendo l’intervento umano solo alle fasi decisive della valutazione: «L’algoritmo facilita il nostro lavoro e riduce i margini d’errore. Ogni passaggio, dal prelievo al vetrino digitalizzato, è tracciato e standardizzato. L’intelligenza artificiale non sostituisce lo specialista, ma lo supporta nell’individuare le atipie cellulari e nel riconoscere le lesioni da papillomavirus».
L’obiettivo è duplice: diagnosi più rapide e maggiore efficienza del sistema sanitario. In prospettiva, la piattaforma digitale permetterà collaborazioni a distanza con altri centri, anche fuori regione, condividendo le immagini senza trasferire i campioni fisici.
Il Servizio di Citopatologia e Screening del “Di Venere”, attivo da oltre dieci anni, è oggi un centro di eccellenza regionale e una delle poche realtà in Italia dedicate quasi esclusivamente alla diagnosi citologica, istologica e biomolecolare delle patologie della cervice uterina. Ne fanno parte tre anatomopatologi, sei biologi – cinque citoscreeners e una biologa molecolare – e sei tecnici di laboratorio altamente specializzati, in costante raccordo con il Centro Screening aziendale del Dipartimento di Prevenzione, la Uosvd Screening Cervice Uterina e la rete dei consultori familiari.
Con questa innovazione, la Asl Bari si colloca tra le prime realtà sanitarie italiane a integrare l’intelligenza artificiale nella prevenzione oncologica, trasformando la tecnologia in un alleato concreto per la tutela della salute delle donne.
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