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Taranto

Nasce la Fondazione bioERGOtech: tra intelligenza artificiale e terapie cellulari. Le foto

Presentazione ufficiale alla Camera dei Deputati per la Fondazione guidata dal 23enne ingegnere tarantino Guido Putignano. L’obiettivo: trasformare Taranto in un polo internazionale del biotech e fermare la fuga dei cervelli dal Sud

TARANTO - Taranto cambia volto e punta sull’innovazione scientifica. Dopo anni di vocazione industriale, la città si prepara a diventare un centro d’eccellenza per la ricerca biomedica grazie alla nascita della Fondazione bioERGOtech, guidata dal giovane ingegnere biomedico tarantino Guido Putignano, 23 anni.

La Fondazione, frutto dell’esperienza dei “Taranto Biotech Days” del 2024, verrà presentata ufficialmente mercoledì 29 ottobre 2025 alla Camera dei Deputati, durante l’evento “Innovare per curare”. L’appuntamento, che riunirà ricercatori, clinici, investitori, rappresentanti istituzionali e imprenditori del settore biotech, segna l’avvio di un percorso di cooperazione tra scienza, politica e impresa per promuovere un nuovo modello di innovazione “made in Sud”.

La Fondazione bioERGOtech nasce con l’obiettivo di unire intelligenza artificiale e terapie cellulari, per rendere l’innovazione biomedica più accessibile, efficiente e diffusa nel Mezzogiorno. L’iniziativa punta a trasformare Taranto da città simbolo dell’industria pesante a hub biotecnologico strategico per la ricerca europea.

Vogliamo dimostrare che anche nel Sud si può fare scienza di frontiera, costruendo opportunità per chi, fino a ieri, era costretto ad andare all’estero”, spiega Guido Putignano, laureato in Ingegneria Biomedica al Politecnico di Milano e in Computational Biology all’ETH di Zurigo, già inserito nella lista Forbes Under 30 e riconosciuto a livello internazionale per le sue ricerche tra biologia sintetica e machine learning. Accanto a lui, la cofondatrice Domenica Leone, avvocato tarantino, cura gli aspetti legali e strategici dell’organizzazione.

L’approccio metodologico di bioERGOtech si fonda su tre pilastri innovativi. Il primo è il “Long tail focus”, che concentra la ricerca su malattie rare e bisogni specifici di piccole comunità di pazienti. Il secondo è rappresentato dalle iterazioni semestrali, che sostituiscono i lunghi cicli di sviluppo con fasi più agili e verificabili. Infine, il “Needs-first approach” parte dai bisogni reali dei pazienti, garantendo fin da subito concretezza e sostenibilità.

La fondazione opera con team di dimensioni ridotte, potenziati da agenti di intelligenza artificiale che affiancano gli scienziati nei processi di analisi e sperimentazione. Una struttura snella, capace di produrre risultati rapidi e di creare connessioni dirette tra laboratori, cliniche e imprese del settore.

Sul piano delle collaborazioni, bioERGOtech ha già avviato rapporti con istituti di ricerca internazionali in Europa, Cina e Stati Uniti, oltre a interlocuzioni con università italiane, ospedali e centri clinici per la validazione delle nuove terapie. A livello territoriale, mantiene un dialogo costante con l’Università di Bari – Dipartimento Jonico, la Camera di Commercio di Brindisi-Taranto e le istituzioni locali.

Il contesto in cui si muove è quello di un settore biotech in piena espansione, con oltre 700 imprese italiane e un fatturato di 13,6 miliardi di euro nel 2022. In questo scenario, bioERGOtech sceglie una nicchia altamente tecnologica e territoriale, complementare ai grandi poli nazionali come ENEA Tech o la Fondazione Biotecnopolo di Siena.

Nei prossimi cinque anni, la fondazione punta a sviluppare tra 10 e 20 brevetti nel campo dell’AI-biotech e a dare vita a 5 o 6 spin-off di ricerca. L’obiettivo è creare un modello replicabile di innovazione nel Mezzogiorno, capace di attrarre talenti internazionali e trattenere le eccellenze italiane.

La nostra missione è unire scienza, tecnologia e territorio – conclude Putignano – per dimostrare che l’Italia può essere protagonista nell’innovazione biomedica globale, e che il futuro della ricerca può nascere anche a Taranto”.

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