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Taranto
13 Ottobre 2025 - 19:51
TARANTO - Giornata ad alta tensione a Palazzo di città, dove il Consiglio comunale ha discusso e votato la mozione sul ricorso contro la nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per lo stabilimento ex Ilva. La proposta presentata dalla consigliera Annagrazia Angolano del Movimento 5 Stelle è stata bocciata con 20 voti contrari, ma non senza fratture nella maggioranza.
Nel voto si sono infatti sfilati quattro consiglieri del centrosinistra: hanno votato a favore della mozione Contrario del Partito Democratico e Lenti di Alleanza Verdi Sinistra, insieme alla stessa Angolano; si sono invece astenuti Di Gregorio e Galeandro.
A prevalere è stata la contromozione della maggioranza, approvata con 19 voti favorevoli, che impegna l’amministrazione a sostenere la chiusura dell’area a caldo e a chiedere la presenza a Taranto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni per un confronto diretto sulla crisi industriale e ambientale.
Il question time del Consiglio comunale è stato segnato da momenti di forte tensione, con proteste di alcuni attivisti presenti in aula che hanno costretto il presidente a sospendere temporaneamente i lavori. Dopo la ripresa, l’assemblea ha affrontato anche altre questioni legate alla gestione della città.
Tra gli altri punti discussi, la questione dei parcheggi: il Comune intende intervenire acquisendo la caserma Mezzacapo e cercando di reperire nuovi suoli privati per ampliare le aree di sosta.
È stata inoltre approvata la proposta di conferire la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese, rappresentante delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi.
All’unanimità è passato infine l’indirizzo per un possibile ricorso al TAR contro il progetto del dissalatore sul fiume Tara, un tema che ha trovato d’accordo tutte le forze politiche.
Al termine della seduta, il sindaco Piero Bitetti ha commentato l’esito del dibattito, definendolo “sincero, concreto e responsabile”. Il primo cittadino ha rivendicato la scelta della maggioranza di respingere la mozione del M5S, ritenendo il ricorso “non fondato” dal punto di vista giuridico.
«Seguiamo la vicenda sin dal 17 giugno, giorno per giorno – ha spiegato Bitetti – replicando punto per punto a tutte le proposte che andavano contro gli interessi del territorio. Lo abbiamo fatto per tutelare la salute, l’ambiente e l’occupazione, e continueremo a farlo. Un ricorso all’AIA non significherebbe chiudere la fabbrica: è importante comunicare correttamente ai cittadini e non cedere alle strumentalizzazioni o ai commenti da social. Serve concretezza e serietà per difendere il nostro territorio, dove vogliamo far crescere i nostri figli».
Sul futuro dello stabilimento, il sindaco ha ribadito la necessità di un intervento pubblico diretto. «Serve una nazionalizzazione della fabbrica – ha dichiarato –. Il Governo può e deve trovare le risorse per avviare un piano di decarbonizzazione reale e progressivo, che preveda la costruzione di forni elettrici in sostituzione di quelli a carbone. È tempo di abbandonare definitivamente l’area a caldo e puntare su tecnologie nuove, in grado di produrre acciaio moderno e sostenibile. L’impatto occupazionale resta però una priorità: nessuno deve essere lasciato indietro».
Sulle differenze di voto emerse tra i consiglieri di maggioranza, Bitetti ha scelto il tono della distensione: «Abbiamo lavorato in sintonia con gli amici di Alleanza Verdi Sinistra, che hanno competenze specifiche nel settore. Le valutazioni giuridiche ci hanno portato a ritenere che le motivazioni per un ricorso contro l’AIA fossero deboli, ma questo non significa arretrare nella difesa di Taranto».
Il sindaco ha concluso ricordando l’impegno dell’amministrazione per il futuro del territorio: «Continueremo a chiedere investimenti per la diversificazione economica della Terra Ionica, unica strada per garantire reddito stabile e nuova occupazione. Solo così Taranto potrà uscire dalla dipendenza dall’acciaio e costruire un modello di sviluppo equilibrato, sostenibile e dignitoso per tutti».
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