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Taranto

Riapre la Palude La Vela: il Wwf restituisce alla città un gioiello di biodiversità. Le foto

Dopo 8 anni di chiusura, la riserva naturale torna accessibile con un modello di fruizione controllata. Il presidente Giovanni De Vincentiis: “Un capitale naturale da custodire insieme, con rispetto e consapevolezza”

TARANTO - Dopo quasi otto anni di chiusura, la Riserva Naturale Regionale “Palude La Vela” riapre finalmente ai cittadini. L’inaugurazione, svoltasi questa mattina alla presenza dell’assessora Fulvia Gravame, segna un momento di rinascita per Taranto e restituisce alla città uno dei suoi luoghi più preziosi dal punto di vista ambientale.

L’area, chiusa dal 2017 dopo il devastante incendio che aveva distrutto gran parte della pineta e del salicornieto, è rimasta per anni interdetta anche per motivi di sicurezza e per la necessità di indagini ambientali approfondite. Oggi, grazie ai lavori di messa in sicurezza e alle verifiche che hanno confermato l’assenza di contaminazioni nei suoli, la Palude può finalmente tornare ad accogliere visitatori e scolaresche.

La riapertura, però, avverrà in modo controllato e graduale. Il WWF Taranto, che da anni gestisce la riserva, ha scelto un modello di fruizione compatibile con la tutela dell’ecosistema, in linea con le direttive delle oasi WWF e con i principi della Rete Natura 2000.

Gli ingressi saranno contingentati e consentiti soltanto su prenotazione, in date prestabilite che verranno comunicate attraverso i canali ufficiali dell’associazione. Una decisione che, spiega il WWF, non risponde a esigenze turistiche ma a criteri ecologici, per evitare che il rumore, il calpestio o un afflusso eccessivo di persone possano compromettere gli equilibri dell’habitat.

«La Palude La Vela non è un semplice spazio verde, ma un sistema vivente – ha ricordato il presidente del WWF Taranto, Giovanni De Vincentiis – in cui acqua, suolo e biodiversità interagiscono garantendo servizi essenziali come depurazione, mitigazione climatica, rigenerazione dei nutrienti e rifugio per specie rare».

La riserva è infatti un sito costiero di importanza comunitaria, che ospita 186 specie animali e 170 botaniche censite, molte delle quali appartenenti a habitat prioritari. Un patrimonio naturalistico che, come sottolinea il WWF, rappresenta un vero e proprio capitale ambientale di valore inestimabile, capace di generare benefici collettivi che spesso non trovano spazio nei bilanci economici, ma incidono direttamente sul benessere della comunità.

Il contributo simbolico previsto per l’ingresso non sarà un biglietto in senso tradizionale, ma un gesto di partecipazione civica, un modo per sostenere la tutela e la manutenzione di un bene comune che appartiene a tutti.

Durante gli anni di chiusura, l’associazione ha continuato a presidiare l’area attraverso attività di monitoraggio, progetti scientifici e azioni di prevenzione, in collaborazione con l’Università e diversi partner europei. Tra le ricerche più recenti, quella dedicata ai cavallucci marini, specie simbolo degli equilibri biologici dell’area.

La riapertura, spiega De Vincentiis, «non è solo una festa, ma anche una sfida. La sopravvivenza della Palude dipenderà dalla capacità di coniugare tutela e partecipazione, evitando che la fruizione diventi pressione».

Per il WWF Taranto, la vera rinascita passa da una nuova consapevolezza collettiva: la natura non va semplicemente visitata, ma ascoltata e rispettata.

La Palude La Vela torna così a essere un simbolo di biodiversità e un laboratorio naturale di educazione ambientale, ma anche un indicatore del grado di maturità ecologica della comunità tarantina. Una rinascita che, come ricorda il WWF, «prima ancora che ambientale, è culturale».

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