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Taranto
02 Ottobre 2025 - 13:01
TARANTO - A Taranto prende forma il nuovo impianto di dissalazione destinato a rafforzare la sicurezza idrica di 385 mila persone. Dal 6 ottobre saranno avviati i primi cantieri lungo il tracciato delle condotte e nell’area dell’impianto, affiancati dai monitoraggi ambientali e dalle operazioni di bonifica per eventuali ordigni bellici. Il sito individuato, esteso su circa 2 ettari e situato a 1 chilometro dal fiume Tara, sarà progressivamente liberato dagli agrumi presenti, che verranno reimpiantati in altri terreni nel rispetto delle pratiche agronomiche.
Per favorire la cura del territorio, Acquedotto Pugliese (AQP) ha lanciato una manifestazione di interesse per l’adozione di 1.500 nuovi alberi di agrumi, invitando cittadini, enti, associazioni e aziende agricole a candidarsi per accoglierli. La selezione sarà effettuata in base a criteri come l’idoneità dei terreni, la presenza di impianti irrigui, l’esperienza nella gestione delle piante e l’adozione di pratiche sostenibili. Per quanto riguarda gli ulivi presenti nelle aree destinate all’opera, è previsto il reimpianto in accordo con i proprietari, nel rispetto delle normative regionali e nelle condizioni climatiche più favorevoli.
Il nuovo dissalatore potrà contare su una presa idrica già esistente, gestita da Acque del Sud, senza interventi sul Tara. Il fiume continuerà a scorrere e sarà monitorato come mai prima d’ora per garantirne la tutela e la fruizione. «Si tratta di un’opera necessaria ed ecosostenibile – ha sottolineato il direttore industriale di AQP Antonio De Leo – perché offre a Taranto una nuova fonte di approvvigionamento idrico e mette in sicurezza la comunità. Con questo progetto rendiamo operativa una direttrice strategica in piena coerenza con le attività di risanamento delle reti e con il riuso a fini irrigui che caratterizzano Acqua per Taranto».
Il dissalatore rappresenta una risposta alla crisi climatica che sta colpendo il Mediterraneo e il Sud Italia. Progettato nell’ambito della strategia regionale per la resilienza idrica, fornirà acqua potabile a 385 mila cittadini di un territorio particolarmente esposto alle crisi, perché alimentato da un’unica fonte extraregionale sotto stress, lo schema Sinni-Pertusillo. La sua attivazione permetterà inoltre di ridurre i prelievi dai pozzi, proteggendo la falda minacciata dall’intrusione salina.
Dal punto di vista tecnico, l’impianto utilizzerà il collaudato sistema dell’osmosi inversa, sarà alimentato al 100% da energia verde e risponderà ai più severi criteri della Tassonomia ambientale europea. Due le condotte principali previste: la prima, lunga 14 chilometri di cui 5 realizzati con tecnologie no-dig, porterà fino a 650 litri al secondo di acqua potabile al serbatoio di Taranto, nodo cruciale della rete idrica da 24 mila chilometri di AQP; la seconda, lunga 4,5 chilometri, rilascerà nell’area del molo polisettoriale l’acqua residua, compatibile con l’ecosistema marino e simile a quella già presente nel fiume e nel suo sbocco naturale.
Il progetto include anche interventi di riqualificazione ambientale nell’area del Tara, con il miglioramento degli accessi all’acqua e del tratto ciclabile che costeggia il fiume, per restituire alla comunità spazi più fruibili e valorizzati. L’iniziativa per l’adozione dei 1.500 alberi di agrumi rappresenta un ulteriore segnale di attenzione all’ambiente, coinvolgendo attivamente il territorio in una scelta condivisa e sostenibile.
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