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Bari
22 Settembre 2025 - 15:33
BARI - Il Politecnico di Bari festeggia dieci anni di crescita senza precedenti, affermandosi come l’ateneo tecnico più dinamico d’Italia. Secondo i dati dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti, tra l’anno accademico 2014/2015 e il 2024/2025 le immatricolazioni sono aumentate del 54%, passando da 1.384 a 2.134 iscritti. Un risultato in controtendenza rispetto agli altri due politecnici italiani: Milano ha segnato un incremento marginale dello 0,7% (da 7.265 a 7.771 immatricolati), Torino ha registrato addirittura un lieve calo dello 0,05% (da 5.399 a 5.132).
Un traguardo che assume ancora più rilievo se inserito nel contesto demografico del Mezzogiorno. Come ha sottolineato il rettore uscente Francesco Cupertino, nello stesso periodo in Puglia i diciottenni residenti sono diminuiti del 10% e in tutto il Sud le università hanno perso ben oltre il 10% degli immatricolati. “Non solo abbiamo invertito una tendenza negativa – ha commentato – ma siamo diventati un punto di riferimento attrattivo per i giovani del territorio”.
I numeri, raccolti nel Bilancio di mandato 2019-2025, sono stati presentati oggi a Bari, poco prima del passaggio di consegne al nuovo rettore Umberto Fratino, che entrerà in carica il 1° ottobre. La pubblicazione, intitolata Si può fare, ripercorre i sei anni di trasformazione del Poliba, dal rafforzamento della didattica e della ricerca alla crescita della sua reputazione nazionale e internazionale.
Fondato nel 1990, il Politecnico di Bari è il più giovane tra i tre politecnici italiani e l’unico con sede nel Mezzogiorno. I progressi non riguardano solo le immatricolazioni. Il tasso di occupazione dei laureati magistrali a un anno dalla laurea è cresciuto dal 67,4% del 2014 al 91% del 2024, con un balzo del +23,6% che ha permesso all’Ateneo pugliese di ridurre il divario con Milano e Torino. Nello stesso periodo, il Politecnico di Milano è passato dal 91,5% al 96,1% (+4,6%) e quello di Torino dall’84,7% al 92,5% (+7,8%).
Decisivo anche l’aumento dei finanziamenti statali. Il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) destinato al Poliba è passato dai 39,7 milioni di euro del 2019 ai 53,4 milioni del 2025, con una crescita del 35% in sei anni. Solo 8 atenei statali su 68 hanno ottenuto il massimo incremento annuale consentito, pari al 6% tra il 2024 e il 2025.
I dati di Almalaurea confermano il miglioramento percepito dagli studenti: la soddisfazione per gli spazi dedicati allo studio individuale è cresciuta dal 30% del 2019 al 68,9% del 2024 (+38,9%), mentre i servizi di orientamento post-laurea e di sostegno al lavoro hanno registrato rispettivamente +5,4% e +6,9%. “Sono la dimostrazione – ha detto Cupertino – che anche un piccolo ateneo del Sud può diventare un attore nazionale e internazionale se investe con coraggio sul capitale umano e sull’innovazione”.
Il bilancio di mandato, articolato in circa 100 pagine, racconta i progetti realizzati e quelli avviati. Tra questi il rinnovamento del campus di Bari con la riqualificazione di 17.700 metri quadri, il nuovo Rettorato, i laboratori OPLA e la progettazione del Parco dell’Innovazione all’ex caserma Magrone, 100 mila metri quadri acquisiti ufficialmente dall’Ateneo nel luglio 2025.
Attenzione anche alla sede di Taranto, dove è stato avviato il programma P-Tech, primo in Italia, in collaborazione con IBM: un percorso formativo che collega scuola, università e lavoro e che ha già portato due studenti alla laurea.
Il Poliba ha inoltre attivato dal 2010 16 Laboratori Pubblico-Privato, con 3 milioni di euro di investimenti privati l’anno, e ha dato vita al nuovo Agrifood HUB di Corato, centro di ricerca e alta formazione nel settore agroalimentare. Con BINP – Boosting Innovation in Poliba, primo incubatore universitario certificato in Puglia, sono stati supportati 30 team imprenditoriali, con oltre 4 milioni di euro di investimenti.
A livello nazionale, l’Ateneo guida il progetto NEST – Network 4 Energy Sustainable Transition, uno dei 14 partenariati estesi finanziati dal PNRR con 118 milioni di euro. Sul fronte internazionale, con l’anno accademico 2025/2026 sarà attivato il primo corso di laurea triennale in Architecture Sciences for Heritage, realizzato insieme all’Università Ismail Qemali di Valona.
Un percorso che, come sottolinea il bilancio, ha trasformato il Politecnico di Bari da “risorsa per il territorio” a punto di riferimento nazionale e internazionale, con l’ambizione di diventare sempre più protagonista nello sviluppo del Mediterraneo.
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