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Bari
17 Settembre 2025 - 06:44
BARI - Nei prossimi 30 anni l’area del Mediterraneo allargato dovrà gestire uno scenario convergente: più domanda di acqua e meno risorsa disponibile per effetto del cambiamento climatico. Alla siccità si alterneranno eventi estremi capaci di mettere in crisi infrastrutture progettate per un contesto diverso. Da qui l’urgenza di cooperazione su riduzione dei consumi, efficientamento, interconnessioni, riuso e sviluppo di fonti alternative. È il quadro emerso nell’incontro ospitato nella Sala Congressi della Fiera del Levante, dal titolo “Quali sfide e opportunità per la gestione dell’acqua nel Mediterraneo allargato”, organizzato nell’ambito del Med Water Lab da Asset – Regione Puglia, Ciheam Bari, AQP, THEA – The European House Ambrosetti, e moderato dal giornalista Giulio Gambino, direttore di “The Post Internazionale”.
Il confronto, al quale hanno preso parte rappresentanti istituzionali, dirigenti ed esperti dell’area mediterranea, ha ruotato attorno ai risultati della ricerca “Water for the Mediterranean: quale Agenda per i prossimi anni”, uno studio che fotografa criticità e best practice da mettere a sistema. Particolare attenzione all’Italia, dove il valore aggiunto generato dalla filiera dell’acqua incide in modo decisivo sull’economia nazionale, ponendo il tema della risorsa al centro delle strategie di sviluppo.
Elio Sannicandro, direttore generale di Asset Regione Puglia, ha definito l’appuntamento “il momento più importante della settimana in Fiera dedicata all’acqua”. Ha ricordato l’invito rivolto a istituzioni dei Balcani, del Nord Africa e all’Arab Water Council per allargare il perimetro di azione al Mediterraneo allargato. «Siamo uniti da un problema delicatissimo che ci impegnerà nei prossimi anni», ha affermato, sottolineando la scelta della Regione Puglia di mettere in rete gli attori del territorio e di portare il tema su un palcoscenico internazionale. L’obiettivo, ha precisato, è scambiare informazioni e metodologie tecniche per garantire l’accesso alla risorsa e rafforzare la pressione sulla Commissione Europea affinché aumenti i finanziamenti destinati a nuove tecnologie per l’acqua, «non solo per i popoli dell’area mediterranea: è un tema globale».
Per Francesca Portincasa, direttrice generale di AQP, la crisi è anche un terreno di opportunità. «Si risponde aprendo nuove strade e ricordando che l’acqua unisce e crea legami», ha osservato, richiamando l’attualità di un’area che conta 1,3 miliardi di abitanti e 12,5 trilioni di dollari di Pil, estesa dall’Atlantico al Golfo Persico, con 45 Paesi coinvolti, 22 dei quali affacciati direttamente sul Mediterraneo. «Una filiera cruciale, ma ancora troppo poco centrale nell’agenda politica», ha aggiunto. In questo contesto la Puglia è stata indicata come hub strategico, sia per posizione geografica sia come modello di gestione in condizioni estreme, segnate da assenza di fonti primarie e scarse precipitazioni. Portincasa ha richiamato una infrastruttura storicamente unica, complessa e interconnessa, e un piano di investimenti orientato a tutela della risorsa, economia circolare, transizione energetica e digitalizzazione.
Dal fronte delle politiche territoriali europee è intervenuto Davide Strangis, Acting Secretary General della Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime, che ha giudicato «utile e costruttivo» il confronto internazionale. Ha elencato le priorità per la regione mediterranea: lotta alla desertificazione, impatti dei cambiamenti climatici, salinizzazione estrema delle falde costiere, energie rinnovabili per l’irrigazione, modelli di gestione misti e pubblici delle risorse idriche. «Le sfide sono molte, ma altrettante sono le soluzioni», ha detto, collegandole alle nuove strategie sulla resilienza per l’acqua annunciate dalla Commissione Europea nel quadro del prossimo bilancio pluriennale dell’Unione Europea.
All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, Krsto Rađenović, segretario di Stato all’Agricoltura, Foreste e gestione idrica del Montenegro, e Lamia Lehtihit, direttrice generale dell’Agenzia Generale per la gestione integrata delle risorse del Ministero dell’Idraulica del Governo dell’Algeria. Una platea che conferma la dimensione transnazionale del dossier acqua e la necessità di azioni condivise per garantire sicurezza idrica e sviluppo sostenibile in tutto il Mediterraneo allargato.
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