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Taranto
01 Settembre 2025 - 10:13
TARANTO - All’alba del 1 settembre Taranto si risveglia lungo le sponde del fiume Tara, custode silenzioso di storie che intrecciano fede popolare e riti ancestrali. È qui che si celebra la Madonna del Tara, una tradizione che da secoli accompagna il passaggio dall’estate all’autunno, mescolando il gesto religioso alla memoria di antichi culti stagionali.
Il cuore della celebrazione è il bagno collettivo nelle acque del fiume, che i fedeli definiscono da sempre il “fiume dei miracoli”. Ci si immerge per chiedere salute, benessere, guarigione, ma anche per un senso di purificazione che appartiene tanto al sacro quanto alla memoria di riti pagani. Un gesto che conserva la sua forza simbolica, capace di evocare il bisogno universale di protezione e rinnovamento.
La leggenda e le origini
La tradizione trae linfa da racconti di apparizioni mariane lungo le acque del Tara, divenute parte integrante della devozione cittadina. Ma la sua radice affonda anche in un rito di fine estate, che nel tempo si è trasfigurato, mantenendo intatta la sua aura di passaggio e di rinascita. È proprio in questa sovrapposizione di mondi, sacro e profano, che il rito conserva il suo fascino.
Il significato della celebrazione
Il bagno collettivo segna la chiusura della stagione estiva, un confine tra ciò che finisce e ciò che ricomincia. È insieme atto di fede, ricerca di guarigione e riscoperta delle proprie radici. Un rito che parla alla città intera, non soltanto a chi vi partecipa, perché rinnova un legame con la storia e con la memoria condivisa.
La dimensione comunitaria
Dopo l’immersione, i partecipanti si ritrovano per un momento conviviale. Pane, parole e sorrisi si intrecciano in un clima di fraternità che completa il senso della celebrazione. Non è solo fede, ma anche comunità, non è solo preghiera ma anche racconto, come accade in ogni tradizione che resiste al tempo.
Un ponte tra passato e presente
La Madonna del Tara è più di un rito: è un ponte che unisce la città al suo passato, ricordando a Taranto che la spiritualità si alimenta di gesti semplici, di luoghi carichi di significato, di memorie che diventano identità collettiva. Sul fiume che un tempo custodiva culti e leggende, oggi si rinnova un’appartenenza che, pur cambiando forme, non smette di parlare alla comunità.
Per le splendide foto si ringrazia Carmine La Fratta
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