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Taranto
30 Luglio 2025 - 12:08
TARANTO – Un no netto all’accordo di programma sull’ex Ilva e un’altrettanta ferma smentita dell’etichetta di “violenti” attribuita in alcune cronache alla contestazione al sindaco Piero Bitetti di due sere fa. Questa mattina, cittadini, attivisti e rappresentanti di comitati hanno dato vita a un presidio sotto Palazzo di Città per ribadire la propria posizione nella delicata vertenza industriale che segna da decenni il destino della città.
“Noi urlatori? Nessuna violenza. È stata solo strumentalizzata la nostra rabbia” hanno affermato i manifestanti, ricordando come la protesta sia stata motivata dall’esasperazione di una comunità che si sente da anni sacrificata sull’altare della produzione siderurgica.
Il presidio si è tenuto nonostante l’annullamento del consiglio comunale monotematico sull’accordo di programma, previsto per oggi ma cancellato a seguito delle dimissioni del sindaco Bitetti, formalizzate due giorni fa. L’incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, fissato per domani, si terrà comunque per definire l’intesa tra governo ed enti locali. Sul tavolo c’è il progetto di installare tre forni elettrici per sostituire progressivamente gli altiforni, con l’approfondimento sul polo Dri rinviato a una fase successiva.
Al presidio hanno partecipato portavoce di diverse realtà associative e sindacali: Genitori Tarantini, Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, Lmo – Lavoratori metalmeccanici organizzati, Cobas e Comitato contro le discariche. Alcuni bambini, con il volto coperto da carta per il pane, hanno richiamato visivamente l’attenzione sulla questione sanitaria, cuore della protesta.
“Difendiamo i nostri figli. Questa fabbrica non è compatibile con la salute” hanno dichiarato dal microfono, ricordando come i più piccoli siano tra le prime vittime delle esposizioni agli inquinanti. Nel corso degli interventi è stata evocata la lotta delle donne di Cornigliano per la chiusura dell’area a caldo del locale stabilimento, indicata come esempio di riconversione possibile.
Cartelli e striscioni hanno parlato chiaro: “Tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un solo bambino” e “Ilva is a killer – Taranto libera”. Non sono mancati i richiami a esperienze di bonifica e riconversione industriale già realizzate in altre parti d’Italia e d’Europa.
La mobilitazione continuerà già nelle prossime ore. Per le 19 di oggi è previsto un nuovo sit-in, organizzato dall’associazione Giustizia per Taranto in piazzetta Gandhi, accanto alla Prefettura, a conferma di una tensione che nella città jonica resta altissima.
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