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Bari
29 Luglio 2025 - 06:46
BARI - Sarà un’edizione senza precedenti quella che attende Monopoli tra l’8 agosto e il 16 novembre 2025: PhEST – Festival Internazionale di Fotografia e Arte spegne 10 candeline e lo fa con un programma imponente che si estende per oltre tre mesi. Più che una celebrazione, il decennale segna una svolta nel linguaggio, nei luoghi e nella visione del festival, che per la prima volta si confronta con lo spazio come metafora, ispirandosi al Golden Record lanciato dalla NASA nel 1977 con la missione Voyager: un archivio visivo, sonoro e simbolico affidato al cosmo per raccontare la Terra ad altri mondi.
Con oltre 30 mostre, eventi speciali, artisti internazionali e un tema che guarda alle stelle per interrogare il presente, PhEST 2025 si presenta come un vero e proprio viaggio nella complessità dell’umano, tra immagini, suoni, visioni e comunità. Il cuore dell’edizione sarà il Monastero di San Leonardo, restituito alla città dopo anni di chiusura e trasformato nel nuovo quartier generale del festival grazie all’impegno diretto del team guidato da Cinzia Negherbon.
Qui verrà ospitata la mostra di Martin Parr, "Pleased to Meet You", a cura di Arianna Rinaldo e Giovanni Troilo, con l’artista presente il 27 e 28 settembre per un incontro con il pubblico e la proiezione del documentario I Am Martin Parr. Insieme a Parr, tra i protagonisti più attesi ci sono Francisco Goya, con l’intera serie originale dei Caprichos, ospitata al Castello di Carlo V in collaborazione con il Museo de Bellas Artes di Valencia, e Yorgos Lanthimos, con "Jitter Period", progetto espositivo dedicato alla distorsione del reale.
Non mancano le novità contemporanee, come il viaggio visivo di Sam Youkilis con "Under the Sun", le esplorazioni intime di Dylan Hausthor, Sam Gregg, Deanna Dikeman, e i lavori site-specific come "Resistenze 2025" di José Angelino o "The Anthropocene Illusion" di Zed Nelson, allestito nel chiostro del monastero tra installazioni vegetali. Spiccano anche Alexey Titarenko, Phillip Toledano, Rhiannon Adam, Lorenzo Poli e Greg Segal.
Al decimo anno, PhEST celebra se stesso con la mostra collettiva dedicata alle residenze d’artista e il primo volume editoriale del festival: un libro che raccoglie dieci anni di visioni, immagini e incontri, memoria tangibile di un progetto divenuto piattaforma culturale riconosciuta.
Tra gli eventi simbolici, il ritorno di Piero Martinello, che nel 2016 aveva fotografato i pescatori di Monopoli: il 10 agosto ritrarrà le nuove generazioni al Circolo dei Pescatori, dove saranno esposte anche le immagini storiche del primo progetto, in un commovente omaggio a chi nel frattempo è scomparso.
Il festival si apre con tre giornate inaugurali, dall’8 al 10 agosto, ricche di appuntamenti: 13 visite guidate con gli artisti, proiezioni gratuite, incontri, letture portfolio, photowalk con Fujifilm, visual talk con l’Università di Bari e una rassegna cinematografica in ottobre. Le serate saranno accompagnate dalla musica elettronica di DRKTMS, Linda Feki e Protopapa, in collaborazione con San Marzano Vini.
PhEST è anche manifesto di un nuovo modello di turismo culturale, lontano dal mordi e fuggi, radicato nella lentezza e nel contatto autentico con i luoghi. Ne è esempio il progetto di Aleksandra Mir, che espone nelle case di cittadini e botteghe storiche, trasformando ogni visita in un’esperienza di condivisione reale.
Nel circuito diffuso entra anche Piero Percoco con "The Silent Sun, Brighton", mentre Fabrizio Bellomo e Pietro Terzini animano gli spazi urbani con opere all’aperto. La collaborazione con l’Accademia di Brera porta a Monopoli il progetto virtuale Hey you up in the sky, mentre Just One More Glass, Amore Mio di Terzini esplora il dialogo tra arte e vino.
Con la Pop-Up Open Call si aggiungono altri nomi alla lunga lista di partecipanti: Angeniet Berkers, Mario Red De Gabriele, Brigitta Tullo (Premio Fuji), e le menzioni speciali assegnate a Magdalena Baranya, Nadia Koldaeva, Ettore Giammatteo e Hsin I (Camille) Lin.
Soddisfazione da parte delle istituzioni. Viviana Matrangola, assessora alla Cultura della Regione Puglia, definisce PhEST "una delle esperienze culturali più significative nate in Puglia", capace di "unire identità e futuro". Aldo Patruno, direttore del Dipartimento Cultura, sottolinea come il festival abbia interpretato "le visioni strategiche della Regione" e contribuito alla crescita della rete espositiva.
Angelo Annese, sindaco di Monopoli, ricorda "una scommessa culturale vinta" e Rosanna Perricci, assessora comunale alla Cultura, parla di "evento straordinario che rende Monopoli protagonista nel panorama culturale nazionale".
Francesco Alba, delegato al Turismo, evidenzia la centralità del centro storico nel progetto, mentre Paolo Ponzio, presidente di Puglia Culture, definisce PhEST "uno spazio vivo dove arte e comunità si incontrano".
Stefano Bronzini, rettore dell’Università di Bari, sottolinea l’impegno comune per la diffusione della bellezza, e Francesco Mastro, commissario dell’Autorità portuale, riconosce in PhEST un’occasione per valorizzare l’identità dei luoghi.
Giovanni Troilo, direttore artistico, racconta il filo conduttore dell’edizione 2025 come "una capsula lanciata nello spazio con dentro l’intera umanità, nei suoi chiaroscuri", mentre Arianna Rinaldo, curatrice, ricorda che “è attraverso l’arte che possiamo raccontarci a chi ci guarda da altrove”.
Chiude Cinzia Negherbon, direttrice organizzativa: “Dopo 10 anni ogni edizione è un nuovo inizio. Ma siamo qui, con una squadra forte, pronti a dare ancora radici a questo progetto, che non ha mai smesso di sognare”.
PhEST 2025 non è solo un festival. È un’esperienza immersiva di comunità, identità e visione, che abita i luoghi per restituire senso, domande e bellezza.
PhEST – Festival internazionale di fotografia e arte
X edizione 08/08 – 16/11 2025
Monopoli, Puglia
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