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Minervino Murge

Minox, svolta nella vertenza: via libera al fitto d’azienda. Sindacati in pressing sulla cassa integrazione

Curatela accoglie la proposta: attività pronte a ripartire dal 18 agosto. Intanto prosegue il presidio dei lavoratori, in attesa dell’attivazione dell’ammortizzatore sociale per le 35 famiglie coinvolte

MINERVINO MURGE - A Minervino Murge si accende una nuova speranza per i lavoratori della Minox, dopo settimane di incertezza e tensioni. La curatela fallimentare ha ufficialmente accettato la proposta di fitto d’azienda, ponendo così le basi per la riapertura dello stabilimento e la ripresa delle attività produttive.

Secondo quanto stabilito negli accordi, la procedura di fitto sarà completata il 12 agosto. Solo pochi giorni dopo, il 18 agosto, è previsto l’avvio graduale delle attività e il reintegro progressivo dei dipendenti. Una notizia attesa da tempo, che consente di intravedere una soluzione concreta per la salvaguardia dei 35 posti di lavoro a rischio e la tenuta del tessuto produttivo del territorio.

Il Partito Democratico della Puglia ha espresso soddisfazione per l’esito della trattativa, sottolineando il ruolo decisivo della sinergia tra istituzioni regionali, sindacati, curatela e azienda. In particolare, Domenico De Santis, segretario regionale del PD, ha voluto ringraziare le assessore Debora Ciliento e Serena Triggiani, nonché il presidente della Task Force regionale per l’Occupazione Leo Caroli, per il lavoro svolto in tutte le fasi della vertenza.

Nonostante la svolta, la tensione resta alta. Sabato mattina, i segretari generali della Fiom CGIL BAT, Pietro Laboragine, e della Fim CISL Bari-BAT, Massimo Tomasicchio, hanno fatto visita ai lavoratori in presidio, che da oltre un mese mantengono un presidio permanente davanti ai cancelli della fabbrica.

Il nodo da sciogliere, ora, è quello della cassa integrazione straordinaria, promessa dall’azienda durante gli ultimi incontri e ancora non attivata. L’impresa si era impegnata a presentare entro sette giorni la richiesta ufficiale, ma finora gli operai restano senza reddito, senza ammortizzatori e senza certezze.

Non si può più attendere – ha dichiarato Tomasicchio –. Le intese raggiunte nella task force regionale non devono restare sulla carta, ma tradursi in atti concreti. Ogni giorno che passa è un peso insostenibile per queste famiglie, che devono far fronte alle spese quotidiane senza alcuna tutela”.

Anche Laboragine ha ribadito la necessità di una convocazione urgente da parte della Provincia BAT, per sottoscrivere il verbale che consentirebbe l’attivazione dell’ammortizzatore sociale. “L’attesa ha logorato questi lavoratori. La cassa è l’unico strumento immediato per garantire dignità e sopravvivenza in questa fase transitoria”, ha spiegato il segretario Fiom.

I rappresentanti sindacali hanno poi rivolto un appello alla politica, affinché accompagni le rivendicazioni dei lavoratori senza sostituirsi al ruolo delle organizzazioni sindacali. “La difesa dei diritti passa dal sindacato, che resta il solo interlocutore legittimo per tutelare chi lavora”, hanno concluso Laboragine e Tomasicchio.

La vertenza Minox resta aperta, ma il via libera al fitto d’azienda rappresenta un primo passo decisivo verso la ripartenza, dopo settimane segnate da presidio, disagio e attesa. Ora la priorità è garantire la cassa integrazione, mentre il territorio si prepara a riaccogliere un’attività produttiva che, con il contributo di tutti, può tornare a essere motore di occupazione e sviluppo.

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