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Bari

Al Policlinico la prima terapia genica contro l’emofilia A in Puglia

Trattamento innovativo per un 49enne salentino: infuso un gene correttivo che elimina le infusioni periodiche e migliora la qualità della vita

BARI – Un passo decisivo nella lotta all’emofilia A è stato compiuto al Policlinico di Bari, dove per la prima volta in Puglia – e tra i primi casi in Italia – è stata somministrata una terapia genica a un paziente affetto da questa patologia rara. Si tratta di un uomo di 49 anni, originario del Salento, che ha ricevuto una sola infusione endovenosa contenente il gene sano in grado di correggere la mutazione genetica responsabile della malattia.

L’intervento, effettuato venerdì 14 giugno, è frutto della collaborazione tra il Centro Emofilia Spoke dell’Ospedale Veris Delli Ponti di Scorrano e il Centro Emofilia Hub del Policlinico di Bari, individuato dalla Regione Puglia come polo di riferimento per la prescrizione e la somministrazione di questa innovativa terapia.

Il trattamento, basato sulla tecnologia AAV (Adeno-Associated Virus), permette di ottenere una copertura stabile e duratura contro le emorragie, superando la necessità delle frequenti infusioni di fattori della coagulazione a cui i pazienti sono solitamente sottoposti. Lo ha spiegato il dottor Giancarlo Malcangi, responsabile dell’Unità operativa di Emofilia e Trombosi, precisando che la terapia non è adatta a tutti e richiede una selezione rigorosa.

A sottolineare l’importanza strategica dell’intervento è stato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha definito l’attivazione della terapia genica come “un segno della capacità della sanità pubblica pugliese di essere protagonista nelle innovazioni che cambiano la vita delle persone”. Accanto a lui, anche l’assessore alla Sanità Raffaele Piemontese ha evidenziato l’impegno della Regione nell’investire in trattamenti ad alto valore clinico e sociale, pur riconoscendo i costi elevati.

Fondamentale è stata l’azione congiunta della rete ospedaliera del Policlinico, dove si sono coordinati ematologi, anestesisti, ortopedici, farmacisti e infermieri, garantendo l’intero percorso terapeutico in sinergia con il centro di Scorrano. Tra le figure coinvolte, oltre al dottor Malcangi, figurano il dottor Roberto Marino, la dottoressa Antonella Coluccia, la professoressa Mariabeatrice Rendina, il dottor Luigi Moretti, il professor Salvatore Grasso, e il personale infermieristico con Setilio De Letteriis e Nicola De Giosa, oltre al team della farmacia ospedaliera diretto dalla dottoressa Maria Dell’Aera, affiancata dalla dottoressa Angela Gasbarro.

A ribadire il valore del risultato raggiunto è stato anche il direttore generale del Policlinico, Antonio Sanguedolce, che ha ringraziato i professionisti coinvolti, definendo il successo della prima terapia genica come la conferma del ruolo di eccellenza del Policlinico di Bari nella cura delle patologie rare.

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