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Bari

Carla Palone alla Festa della Repubblica: “Quel voto ci ha resi liberi. Oggi lo dobbiamo onorare”

Nel 79° anniversario del referendum del 1946, l’assessora comunale interviene alle celebrazioni ufficiali: “Alle donne che hanno scelto di contare, a chi ancora oggi combatte per la libertà. Questa è la nostra eredità repubblicana”

BARI – Indossando la fascia tricolore, simbolo delle autonomie locali e del legame tra istituzioni e cittadini, l’assessora Carla Palone ha rappresentato il Comune di Bari alle celebrazioni ufficiali del 79° anniversario della Repubblica Italiana, organizzate dalla Prefettura al Sacrario dei Caduti d’Oltremare e in piazza Libertà. Un momento solenne, carico di significati storici e civili, in cui Palone ha reso omaggio al valore fondante del voto e alla forza di chi, nel 1946, scelse di costruire un’Italia nuova.

Nel suo discorso, l’assessora ha espresso orgoglio e gratitudine per l’opportunità di rappresentare la città in una delle ricorrenze più significative del calendario repubblicano, portando i saluti del sindaco Vito Leccese, presente a Roma per la parata istituzionale dei primi cittadini. “Essere qui oggi, con questa fascia che rappresenta Bari, è un onore. Ma è anche un impegno, perché la Repubblica è viva solo se continua a rispecchiarsi nei suoi cittadini”, ha dichiarato.

La riflessione si è poi concentrata su quel 2 giugno 1946, data in cui oltre 28 milioni di italiane e italiani si recarono alle urne per scegliere tra monarchia e repubblica. “Fu la prima volta in cui anche le donne poterono votare a livello nazionale. Un momento storico che ha segnato l’inizio di un cambiamento irreversibile, in un Paese uscito lacerato dalla guerra e dalle privazioni della dittatura”, ha ricordato Palone.

“Quel giorno si compì un atto rivoluzionario e pacifico”, ha aggiunto, sottolineando come la straordinaria partecipazione popolare – pari all’89,08% degli aventi diritto – testimoni ancora oggi la volontà del popolo italiano di scegliere il proprio destino. Una lezione che rimane attuale, specie in tempi in cui la partecipazione democratica appare spesso affievolita.

Richiamando le parole della giornalista Anna Garofalo, Palone ha evocato l’emozione delle donne italiane che, nel 1946, si presentarono ai seggi stringendo le schede come fossero lettere d’amore. “Molte portavano con sé sgabelli pieghevoli per non stancarsi in coda, o una colazione da consumare durante l’attesa. In quei gesti quotidiani c’era la rivoluzione silenziosa di chi, per la prima volta, contava davvero”, ha affermato l’assessora.

Una parte importante del suo intervento è stata dedicata alle 21 donne che fecero parte dell’Assemblea Costituente, contribuendo alla stesura della Carta fondamentale dello Stato, e alle partigiane che combatterono per la libertà. Ma anche alle bambine e ragazze di oggi, che grazie a quel voto possono immaginare e scegliere il proprio futuro. “Non per essere uguali agli uomini, ma per essere pienamente cittadine”, ha rimarcato.

Palone ha poi rivolto un pensiero alle donne che in molte parti del mondo non godono degli stessi diritti, a quelle che vivono sotto regimi oppressivi, che affrontano il mare con la speranza di salvare i propri figli, che lottano ancora per un’idea di repubblica mai vissuta.

Il messaggio finale è stato un invito a non dimenticare la responsabilità che ci è stata affidata 79 anni fa, a onorare con scelte consapevoli il valore del voto e a credere in una Repubblica fondata non solo sul lavoro, ma anche sulla giustizia, sull’uguaglianza e sulla libertà.

“Viva la Repubblica Italiana, viva l’Italia”, ha concluso Palone, tra gli applausi dei presenti.

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