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Trani ricorda Alfredo Albanese, il Commissario ucciso dalle Brigate Rosse. Le foto

Commemorato oggi al cimitero di Trani il sacrificio del Commissario Capo tranese assassinato nel 1980 a Venezia. Presenti le istituzioni, la famiglia e i rappresentanti della Polizia di Stato

TRANI - Un momento di raccoglimento e memoria si è tenuto oggi a Trani, nel cimitero cittadino, in occasione della cerimonia in ricordo di Alfredo Albanese, Commissario Capo della Polizia di Stato originario della città, assassinato il 12 maggio 1980 da un commando delle Brigate Rosse.

Alla deposizione della corona in sua memoria, a nome del Capo della Polizia, hanno preso parte il Questore della provincia Bat, Alfredo Fabbrocini, il dirigente del Commissariato di Trani, Domenico Di Vittorio, il Sindaco di Trani, Amedeo Bottaro, il Comandante della Polizia Locale, Leonardo Cuocci, il Cappellano Provinciale della Polizia di Stato, Don Pietro D’Alba, i rappresentanti dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato di Trani, oltre alla vedova Teresa Friggione e ai suoi familiari.

Alfredo Albanese, vincitore del concorso per Vice Commissari nel 1975, fu destinato alla Questura di Venezia, dove si distinse per impegno e senso del dovere. Nel 1979 fu trasferito alla Digos, guidando la Sezione Antiterrorismo in un momento storico segnato dalla violenza eversiva. A dicembre dello stesso anno venne promosso Commissario Capo, operando al fianco di figure come il giudice Calogero e il generale Dalla Chiesa nelle indagini sull’omicidio dell’ingegner Sergio Gori, vicepresidente della Montedison di Marghera, crimine rivendicato dalle Brigate Rosse.

La mattina del 12 maggio 1980, nei pressi della sua abitazione, Albanese fu raggiunto da un commando armato e colpito a morte. Morì durante il trasporto al Policlinico Umberto I, lasciando la moglie Teresa, incinta del loro primo figlio.

Durante la cerimonia commemorativa, il Questore Fabbrocini ha voluto ricordare la figura del Commissario con parole di profondo rispetto, sottolineando come il suo sacrificio rappresenti un simbolo indelebile di coraggio e senso dello Stato, così come quello di tutti i Caduti della Polizia di Stato.

“È nostro dovere custodire e trasmettere la memoria di chi ha dato la vita per la legalità e la libertà”, ha affermato il Questore, ricordando che il ricordo è un atto di giustizia verso il passato e di impegno per il futuro.

La città di Trani, ancora una volta, ha reso omaggio a uno dei suoi figli migliori, vittima di una stagione drammatica della storia italiana, ma esempio luminoso di dedizione, lealtà e sacrificio al servizio del Paese.

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