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Brindisi
17 Aprile 2025 - 09:35
BRINDISI - Un nuovo capitolo si apre per i terreni confiscati alla mafia in Puglia, dopo la recente liquidazione coatta della cooperativa “Terre di Puglia – Libera Terra”. Con un’azione congiunta che ha visto al centro la Regione Puglia, i Comuni interessati e l’associazione Libera, è stato firmato un Protocollo d’intesa che permette di riaffidare temporaneamente la gestione dei beni all’associazione fondata da don Luigi Ciotti.
L’iniziativa è stata guidata dall’assessora regionale alla Legalità e Antimafia sociale Viviana Matrangola, con il coinvolgimento dei Comuni di Mesagne, Torchiarolo, Fasano, San Pietro Vernotico, Oria e Andria, insieme alla Prefettura di Brindisi. La firma è arrivata al termine di un tavolo di confronto istituzionale che ha evitato l’abbandono e il degrado dei terreni, garantendo continuità alle attività di presidio, cura e valorizzazione.
Il Protocollo prevede che per i prossimi 6 mesi i Comuni deleghino a Libera la gestione, manutenzione e coltivazione dei terreni agricoli confiscati, in attesa di un piano di rilancio che consenta anche di assorbire i debiti accumulati dalla precedente cooperativa e rilanciare il progetto sociale.
A tutela del percorso è stato istituito un comitato dei garanti, composto dalla Regione e dagli enti locali coinvolti. Inoltre, la Regione Puglia ha stanziato un contributo di 30.000 euro per la messa in sicurezza immediata dei terreni, fondamentale anche per prevenire il rischio incendi.
Alla firma dell’accordo, avvenuta a Brindisi con la presenza del Prefetto Luigi Carnevale, hanno partecipato i rappresentanti di tutti i Comuni firmatari e i referenti di Libera, Carmelo Pollichino e Valerio D’Amici. Proprio Pollichino ha spiegato che è già stata avviata la potatura dei vigneti e la messa in sicurezza dei beni, grazie alla mobilitazione della rete nazionale composta da Lega Coop, Cooperare con Libera Terra e altri partner.
Il presidente Michele Emiliano ha definito il protocollo “un atto di buona politica che rilancia una delle più importanti esperienze di antimafia sociale del Paese. I beni confiscati tornano ad essere strumenti di riscatto, lavoro e dignità”.
Per l’assessora Matrangola si tratta di “una svolta necessaria per impedire che quei terreni, sottratti alla criminalità organizzata, venissero abbandonati. Il valore del progetto non è solo economico, ma anche etico e culturale. Sedersi tutti intorno allo stesso tavolo, come abbiamo fatto, è la risposta più concreta alla lezione di don Ciotti: il Noi sopra ogni cosa”.
Anche i sindaci dei Comuni coinvolti hanno espresso soddisfazione, sottolineando la valenza simbolica e operativa dell’intesa. Giovanna Bruno (Andria) ha parlato di “comunità dislocate che si ritrovano unite nel custodire beni liberati dalla mafia”. Per Maria Lucia Argentieri (San Pietro Vernotico) “è un onore riaffidare la nostra fiducia a Libera”, mentre Elio Ciccarese (Torchiarolo) ha definito il protocollo “strumento fondamentale per dare continuità alla gestione”.
Francesco Zaccaria (Fasano) ha evidenziato “il segnale forte rivolto alle nuove generazioni”, Cosimo Ferretti (Oria) ha sottolineato la “continuità con un cammino interrotto solo formalmente”, mentre Anna Maria Scalera (Mesagne) ha ringraziato la Regione per aver “portato tutti al tavolo con responsabilità e visione comune”.
Con questo atto, la Puglia conferma il proprio impegno concreto nella lotta alla criminalità organizzata, riaffermando l’importanza del riuso sociale dei beni confiscati come strumento di giustizia, economia pulita e coesione civile.
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