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Il fatto
04 Aprile 2025 - 06:50
BARI - Bari si proietta nel futuro e lo fa mettendo al centro ambiente e sostenibilità, temi cardine del secondo appuntamento degli Stati generali della rigenerazione urbana, svoltosi nell’auditorium dell’istituto Marco Polo. Un incontro partecipato, pensato dall’amministrazione comunale per coinvolgere cittadini, esperti e istituzioni in un percorso di confronto aperto sulle strategie per trasformare la città in una capitale verde dell’Adriatico.
Durante il dibattito, intitolato "La città per l'ambiente: transizione ecologica, infrastrutture verdi e servizi ecosistemici", è emersa chiaramente la volontà di costruire un modello urbano che sappia coniugare innovazione e rispetto per l’ambiente. La città guarda al futuro con l’ambizione di ridurre le proprie emissioni del cinquantacinque per cento entro il duemilatrenta, in linea con gli impegni del Piano di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima, puntando a diventare completamente carbon neutral entro il duemilaquaranta.
Per raggiungere questi traguardi, Bari dovrà dotarsi di un’agenda politica che non lasci spazio alle esitazioni, abbracciando pienamente gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e promuovendo un grande "Patto per il Clima", che coinvolga istituzioni, scuole, imprese, università e comunità locali.
Ad aprire i lavori è stata la vicesindaca e assessora alla Rigenerazione urbana Giovanna Iacovone, che ha posto l’accento sulla necessità di contrastare il degrado del territorio: "Il nostro obiettivo prioritario è fermare il consumo indiscriminato di suolo, dando nuova vita alle aree compromesse e impermeabilizzate, e cucire le ferite urbane sia con nuove infrastrutture per la mobilità, sia puntando su interventi di densificazione intelligente". La vicesindaca ha illustrato come le nove lame che attraversano Bari rappresentino una risorsa naturale straordinaria per costruire una rete ecologica capace di connettere la città al mare, trasformandole in veri e propri parchi lineari.
Un esempio concreto arriva dal progetto di rigenerazione del Municipio IV, dove si prevede la rinascita della lama Picone e la riqualificazione dei terreni ex RAI, destinati a diventare un polmone verde con percorsi naturalistici che collegheranno Santa Rita e Loseto, integrando la piana olivetata e creando un parco urbano multifunzionale. L’intervento comprenderà la piantumazione di mille e duecento alberi autoctoni, quarantamila arbusti e una serie di specie vegetali in grado di assorbire fino a centocinquantamila chilogrammi di anidride carbonica all’anno. Il nuovo parco ospiterà aree dedicate al tempo libero, all’educazione ambientale e alla promozione della food policy cittadina, coinvolgendo scuole e mercati di quartiere.
La rigenerazione urbana di Bari si muove, dunque, in una direzione chiara: coniugare sviluppo e sostenibilità, rafforzare la resilienza urbana e fronteggiare le conseguenze del cambiamento climatico. Attualmente la città dispone di oltre cinque milioni di metri quadrati di verde comunale e più di trentiquattromila alberi, come ha precisato l’assessora alla Transizione ecologica. Tuttavia, questi numeri sono destinati a crescere sensibilmente nei prossimi anni.
Entro il 2026, l’amministrazione punta ad aumentare il patrimonio verde con diecimila nuovi alberi e un milione di metri quadrati aggiuntivi di aree verdi comunali, con l’obiettivo di raggiungere almeno sei milioni di metri quadrati di verde urbano. Questo porterà il rapporto verde per abitante da poco più di nove metri quadrati a oltre sedici, un miglioramento significativo anche sul fronte della qualità della vita.
Il progetto complessivo prevede una serie di azioni concrete, tra cui la realizzazione del Parco di Costa Sud, un grande parco urbano costiero lungo sei chilometri che ospiterà 4mila nuovi alberi, 56 ettari di orti urbani e oltre 20 chilometri di piste ciclopedonali. Grazie agli strumenti di perequazione urbanistica adottati, sarà inoltre possibile ridurre del cinquanta per cento le volumetrie edificabili e contenere del sessantatre per cento il consumo di suolo.
Ma non basta piantare alberi e realizzare nuovi parchi: occorre pensare a un sistema interconnesso. Per questo, il Comune punta a collegare i nuovi spazi verdi, come il Parco della Rinascita sulla ex Fibronit, il Parco del Castello e il Parco del Faro, attraverso corridoi ecologici in grado di unire la città al suo hinterland naturale, sfruttando le lame come assi verdi ad alta biodiversità.
Importante anche il recupero delle aree comunali abbandonate, specie nelle periferie, con progetti di greening diffuso realizzati in collaborazione con associazioni locali e cittadini, secondo un modello di amministrazione condivisa dei beni comuni. La partecipazione attiva della comunità è infatti considerata un pilastro della strategia di transizione ecologica: scuole, parrocchie, associazioni, biblioteche e commercianti saranno coinvolti nella gestione degli spazi pubblici, per creare una cittadinanza più consapevole e inclusiva.
A testimoniare l’importanza della partecipazione collettiva, è proprio il caso del Parco della Rinascita, che sorgerà sull’area un tempo occupata dalla Fibronit. Questo progetto è stato costruito sin dalle prime fasi grazie a un percorso di co-progettazione e co-programmazione, trasformando un sito gravato da un pesante passato di inquinamento in un simbolo di riscatto ambientale e sociale.
L’incontro, trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook dell’Urban Center, è stato arricchito dagli interventi di Giovanni Sanesi, docente dell’Università di Bari esperto di scienze agrarie e forestali, dell’ingegnere e urbanista Giuseppe Milano, e di Umberto Medicamento, funzionario comunale per i parchi e i giardini. Presenti anche la dirigente scolastica del Marco Polo Rosa Scarcia e la presidente del Municipio II, che hanno portato i loro saluti istituzionali.
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