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Bari
21 Marzo 2025 - 06:36
BARI – Una piccola paziente in fuga dal conflitto e una missione sanitaria internazionale si sono incontrate ieri pomeriggio sulla pista dell’aeroporto di Bari. Alle ore 16,30 è atterrato un velivolo ATR 72 della Guardia di Finanza, impiegato per le operazioni di evacuazione medica (MEDEVAC) dei civili provenienti dalla Striscia di Gaza.
A bordo, una bambina palestinese di cinque anni, affetta da una grave patologia oncologica, è giunta in Puglia insieme alla madre e ai suoi due fratelli più piccoli, anch’essi minori. Il nucleo familiare è stato preso in carico da un dispositivo sanitario e umanitario d’urgenza, attivato per garantire alla piccola un percorso di cura all’interno delle strutture ospedaliere baresi.
Nei primi giorni di degenza, la famiglia sarà accolta all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII, dove verranno effettuati i controlli clinici iniziali e avviate le prime fasi dell’assistenza sanitaria. Successivamente, la bambina sarà trasferita al reparto di oncoematologia pediatrica del Policlinico di Bari, dove riceverà le terapie necessarie.
L’intera operazione è stata pianificata e gestita dal Dipartimento della Protezione Civile e dal Ministero degli Affari Esteri, con il supporto della Centrale Operativa Remota per il Soccorso Sanitario (CROSS), in stretta collaborazione con il referente sanitario regionale Anna Maria Natola. A livello locale, ha coordinato l’arrivo e l’accoglienza la Prefettura di Bari, che ha previsto anche un servizio di mediazione culturale per accompagnare la famiglia nel difficile passaggio tra due mondi profondamente distanti.
Aeroporti di Puglia, presente con il presidente Antonio Vasile, ha assicurato il necessario supporto logistico, affinché l’intervento si svolgesse in condizioni di piena sicurezza e rapidità.
“Questa bambina ha bisogno del nostro aiuto, e la Puglia ha risposto”, ha dichiarato il presidente della Regione, Michele Emiliano, commentando l’arrivo. “La nostra speranza è che possa ritrovare la salute e la serenità, dopo aver vissuto l’orrore della guerra. È il senso più profondo di questa missione: salvare una vita e restituire il futuro a chi l’ha perso troppo presto”.
Parole condivise dall’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Piemontese, che ha sottolineato il significato dell’intervento: “Il nostro sistema sanitario è pronto a fare tutto il possibile. La guerra ha negato a questa bambina l’accesso alle cure nel suo Paese, noi glielo garantiremo qui, con dignità e umanità”.
Il direttore generale del Policlinico di Bari, Antonio Sanguedolce, ha infine evidenziato l’impegno delle strutture sanitarie locali: “Accoglieremo questa famiglia con la massima attenzione, mettendo a disposizione le competenze del Giovanni XXIII e del Policlinico. Ma siamo pronti a fare di più, se altre vite innocenti avranno bisogno di un rifugio sicuro e di cure in questi giorni segnati dalla guerra”.
In un momento in cui le cronache restituiscono quotidianamente immagini di sofferenza e distruzione, Bari si conferma punto di approdo e speranza per chi fugge dall’inferno, offrendo alla solidarietà un volto concreto, fatto di medici, operatori e istituzioni che scelgono di non restare indifferenti.
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