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"La pace in Ucraina è la pace in Europa": l'appello di Epifanio I dalla tomba di San Nicola. Le foto

Toccante cerimonia nella Basilica di Bari officiata dal Primate ucraino di Kiev

BARI – Nel giorno in cui gli ortodossi celebrano San Nicola, patrono di Bari e simbolo di unione spirituale tra Oriente e Occidente, il metropolita di Kiev e di tutta l'Ucraina, Epifanio I, ha rivolto un accorato appello per la pace. Davanti alla tomba del santo, il primate ha pregato per la fine della guerra e ha rilasciato dichiarazioni forti, intrecciando fede, speranza e richieste di intervento concreto.

«Oggi abbiamo pregato per l'Ucraina, per l'Italia, perché finisca questa guerra», ha esordito Epifanio I. «La pace in Ucraina dipende dalla pace in tutta l'Europa. La pace giusta sarà confermata solo dopo la vittoria della verità. Noi crediamo che l’enemico lascerà la nostra terra, perché gli ucraini non vogliono la guerra, vogliono soltanto vivere nella pace».

"L'Ucraina vuole giustizia e sicurezza"
Il primate ha sottolineato il desiderio del popolo ucraino di costruire una società pacifica e unita, ma ha denunciato il mancato rispetto degli accordi per la sicurezza dell'Ucraina: «Purtroppo, l'accordo per la sicurezza del nostro Paese non è stato realizzato. Alla fine, vedremo la vittoria dell’Ucraina e il ritorno di tutti i territori occupati come parte di un'unica nazione. Crediamo che Dio creerà le condizioni giuste affinché l'enemico lasci la nostra terra».

"L'Europa deve fare di più"
Il metropolita ha parlato anche del ruolo dell’Europa, riconoscendo gli sforzi già compiuti, ma chiedendo un maggiore impegno: «L'Europa ha formato solo l’esercito. Che altro potrebbe fare? Io, come rappresentante, incontrando i leader religiosi del mondo, chiedo di aiutare gli ucraini, anche con le armi spirituali. Tutti i cristiani devono unirsi nella preghiera. Se tutti i cristiani pregano insieme, Dio ascolterà e farà ciò che desideriamo».

Gratitudine e speranza per il futuro
Epifanio I ha espresso riconoscenza per il sostegno ricevuto finora: «Ringraziamo l’Europa per l’aiuto umanitario, per l’accoglienza dei nostri bambini sfollati a causa della guerra. Crediamo che, dopo la fine di questa guerra, tutti gli ucraini torneranno a casa. E noi ricostruiremo il nostro Paese, tutto ciò che è stato distrutto dal nemico. Questo è il nostro impegno e la nostra speranza».

L’appello del metropolita si chiude con una visione cristiana di fede incrollabile: «Noi crediamo che Dio regna nel mondo e che tutto è nelle sue mani. La preghiera unita dei cristiani è una forza immensa. Continuate a pregare per l’Ucraina».

Dalla tomba di San Nicola, simbolo di pace e unità tra i popoli, si leva un grido di speranza e di fede, un invito a non dimenticare una terra martoriata dalla guerra, ma decisa a rinascere.

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