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Il fatto
09 Ottobre 2024 - 14:43
Un "cimitero" di auto e moto. Veicoli che in alcuni casi erano in evidente stato di abbandono, in altri visibilmente incidentati e incendiati. Tutti, comunque, sprovvisti dei necessari accorgimenti volti ad evitare sversamenti di fluidi o altre sostanze potenzialmente inquinanti che - visto lo stato dei veicoli stessi e considerate le condizioni del terreno - avrebbero costituito una concreta fonte di inquinamento delle matrici ambientali.
E' stata la Polizia di Stato nell’ambito dei controlli periodici finalizzati a contrastare il fenomeno dello smaltimento illegale di rifiuti pericolosi e monitorare le attività di custodia dei veicoli sprovviste delle prescritte autorizzazioni previste per legge, ad individuare sulla S.P. 86, nel Comune di Grottaglie, un area destinata ad attività di custodia giudiziale e soccorso stradale.
Il personale della Sezione Polizia Stradale di Taranto ha proceduto agli accertamenti, nel corso dei quali sarebbero state rilevate numerose violazioni di natura ambientale.
Nell’intera area scoperta non sarebbe stata rilevata la presenza di impianti e dispositivi di captazione, convogliamento e trattamento delle acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia rivenienti dai piazzali e dalle superfici scolanti.
Sono stati rinvenuti, accatastati in grandi quantità, materiali di vario genere oltre ad autoveicoli, motoveicoli, parti meccaniche e pezzi di carrozzerie degli stessi, in commistione tra loro e poggiati sul terreno sprovvisto di accorgimenti funzionali al recupero ed al convogliamento di sostanze che potrebbero facilmente riversarsi sul suolo.
I poliziotti al termine di tutti i rilievi hanno proceduto nei confronti del titolare dell’attività illecita, un 56enne del posto, per le presunte violazioni alle leggi speciali che disciplinano la gestione dei rifiuti pericolosi.
Lo stesso è stato denunciato in stato di libertà perché ritenuto presunto responsabile di numerosi reati ambientali, ovvero per aver presumibilmente effettuato attività di deposito incontrollato di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione; per la presunta inosservanza delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni con cui all’epoca dei fatti ha svolto l’attività di custode giudiziario nonché alla presunta carenza dei requisiti e delle condizioni richieste per le iscrizioni o comunicazioni ed infine per aver presumibilmente effettuato uno scarico di acque, reflue industriali, sul suolo e nel sottosuolo, senza la prescritta autorizzazione;
I poliziotti hanno pertanto proceduto al sequestro penale dell’area e di 82 veicoli accatastati in maniera disordinata sul terreno. All’atto del sequestro penale sono stati apposti i sigilli lungo il perimetro dell’area.
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