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La presentazione
22 Aprile 2024 - 15:32
La locandina dell'evento
Dettagli evento
Data di inizio 26.04.2024 - 18:00
Data di fine 26.04.2024 - 00:00
Località
Tipologia
“Il Codex Piscatorius Tarentinus fra età moderna e contemporanea”: è questo il titolo del libro di Stefano Vinci la cui presentazione è in programma venerdì, 26 aprile, alle ore 18,00, nel salone della Lega Navale Italiana sez. di Taranto (Lungomare Vittorio Emanuele III, 2).
Converseranno con l’autore Flavio Musolino (presidente della LNI sez Taranto), Stefano Carrisi (geologo) e il C.V. Manuel Moreno Minuto, cultore di storia militare.
Il libro
Il libro di Stefano Vinci costituisce il punto di arrivo di studi e ricerche aventi ad oggetto il codice sui diritti della dogana sul pesce nei mari di Taranto, risalente all’epoca del principe Giovanni Antonio Orsini del Balzo, nel quale venivano definite concessioni, licenze e divieti concernenti l’itticoltura, rivolti a tutelare la riproduzione delle diverse specie. Tali disposizioni prevedevano una dettagliata descrizione dei luoghi e dei tempi nei quali era concesso pescare, oltre agli strumenti consentiti (lenze, reti o arpioni). Una congerie di regole così dettagliata sarebbe stata destinata a sopravvivere ai secoli ed ai governi succedutisi nel regno di Napoli, fino a costituire oggetto di studio per la legislazione unitaria sulla pesca, il cui dibattito rivolto a recuperare le antiche consuetudini locali per tutelare l’ecosistema marino deve ritenersi quanto mai attuale.
«Questo libro è frutto delle ricerche svolte da me su documenti d’archivio – le parole di Stefano Vinci nel presentare la sua opera letteraria – valorizzando in particolare un volume risalente al 1400 del quale esiste una copia conservata nella Biblioteca Acclavio: il Libro Rosso della Dogana di Taranto. Il volume contiene ricerche che non sono solo storico giuridiche, ma riguardano la disciplina della pesca nella nostra Città che già dal Medioevo consentiva la tutela dell’ecosistema marino. Per tali ragioni veniva valorizzato il mare con regole relative ai luoghi in cui era consentito pescare con quali modalità, strumenti e in quali giorni e mesi dell’anno, oltre ad altri dettagli riguardanti la misura delle reti e degli ami. Tutto questo per tutelare l’ecosistema marino e la riproduzione dei pesci evitando che questi venissero pescati prima dello sviluppo. L’aspetto interessante è che molte regole del passato, ancora vigenti ai giorni nostri, hanno una sopravvivenza millenaria; addirittura ci sono delle regole e consuetudini bizantine risalenti all’anno 1000, codificate nel 1400 e in vigore fino a dopo l’unità d’Italia. Il libro è impreziosito da una trascrizione di questi regolamenti sulla pesca estratti proprio dal volume che si trova presso la Biblioteca Acclavio di Taranto.
A chi è adatto il mio libro? A un pubblico variegato, non solo per storici e giuristi, ma per coloro che si occupano di ambiente, di mare e di pesca. La cornice della Lega Navale Italiana sezione di Taranto la reputo ideale perché personalmente l’idea di scrivere questo libro è nata proprio praticando l’attività sportiva di kayak, tra l’altro sono anche un ex velista. Vedere e scoprire le condizioni delle nostre coste mi ha permesso di assemblare questo libro che contiene informazioni e curiosità quindi a metà tra divulgazione e saggio scientifico».
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