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08 Febbraio 2024 - 10:33
Palazzo Pantaleo
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Data di inizio 09.02.2024 - 15:00
Data di fine 11.02.2024 - 00:00
Località
Tipologia
Una mostra fotografica intitolata “Gli occhi dell’esodo” ed allestita per tre giorni (9, 10 ed 11 febbraio) nei locali del Museo etnografico Majorano, in palazzo Pantaleo, nella Città Vecchia di Taranto, è il contributo del Rotaract club di Taranto, associazione giovanile partner del Rotary International, al Giorno del ricordo, una ricorrenza civile istituita vent’anni fa, nel marzo 2004, “al fine di conservare e rinnovare – dice la legge istitutiva – la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
Nelle foibe, profonde spaccature nella roccia del Corso, furono gettate, spesso ancora vive, migliaia di persone in prevalenza “colpevoli” soltanto di essere italiane. Da lì il neologismo “infoibati”, esteso poi a tutti gli Italiani massacrati dalle milizie del maresciallo Tito non solo sul Carso in Istria e in Venezia Giulia ma anche in Dalmazia negli ultimi anni della II Guerra mondiale. Massacri ai quali fece seguito, dopo il trattato di pace del 1947, l’esodo delle popolazioni istriane giuliane e dalmate dai territori ex italiani annessi alla Jugoslavia, che era stata peraltro aggredita dall’Italia fascista nel 1940.
Massacri ed esodi sui quali era stato steso un silenzio che i giuliano-dalmati hanno unitariamente cercato per anni di rompere. Celebrando per la prima volta il Giorno del ricordo, nel 2005, il presidente della Repubblica Ciampi espresse soddisfazione per l’istituzione della ricorrenza, rivolgendo il pensiero “a quanti perirono in condizioni atroci nelle Foibe, alle sofferenze di quanti si videro costretti ad abbandonare per sempre le loro case in Istria e in Dalmazia”, ed evidenziò con forza che “questi drammatici avvenimenti formano parte integrante della nostra vicenda nazionale; devono essere radicati nella nostra memoria; ricordati e spiegati alle nuove generazioni.
Tanta efferatezza fu la tragica conseguenza delle ideologie nazionalistiche e razziste propagate dai regimi dittatoriali responsabili del secondo conflitto mondiale e dei drammi che ne seguirono”. E negli anni a seguire Ciampi ammonì a non sottovalutare quella tragedia, connessa con una risorgente, inumana concezione di “pulizia etnica”. Sulla stessa linea il presidente Napolitano, mentre Mattarella ha recentemente (2021) contestato con durezza i negazionisti: “i crimini contro l’umanità non si esaurirono con la liberazione dal nazifascismo, ma proseguirono nella persecuzione e nelle violenze, perpetrate da un altro regime autoritario, quello comunista", ribadendo con forza che le sofferenze patite da giuliani, istriani, fiumani e dalmati "non possono essere negate".
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
Tutto questo beninteso senza intaccare il lento, complesso percorso di pacificazione e di integrazione, che, anche grazie ad una comune visione europea, vede oggi l’Italia, la Slovenia e la Croazia (Stati successori della Jugoslavia nei cui territori avvennero i massacri, e dalle cui terre esularono gli Italiani) cooperare in pace ed armonia. Il simbolo di questa pace è la scomparsa anche fisica del confine che spaccava in due Gorizia, fra la parte italiana della città e quella annessa a suo tempo alla Jugoslavia col nome di Nova Gorica: le due città si son viste assegnare congiuntamente il riconoscimento di capitale europea della cultura 2025.
La mostra fotografica organizzata dal Rotaract, che da anni celebra il Giorno del ricordo, sarà visitabile gratuitamente nei tre giorni 9 (dalle ore 15 alle 18), 10 (dalle 10 alle 12 e dalle 16,30 alle 19) ed 11 febbraio (dalle 10 alle 13), ha il patrocinio morale del Comune di Taranto ed è organizzata in collaborazione con l’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
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