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La presentazione

Incontro con Luigi De Luca all'Acclavio

L'autore parlerà del suo libro, "La cultura non basta"

Luigi De Luca

Luigi De Luca

Dettagli evento

Appuntamento con gli "Stati generali della culturaTerritorio, parola e bellezza" giovedì, 9 novembre, presso la Biblioteca Acclavio, in compagnia di Luigi De Luca, autore del libro La cultura non basta – Contro l’industria della cultura, per un’arte di comunità, Edizioni dell’asino.

Rinomato studioso, dopo gli studi in Semiologia a Bologna De Luca ha deciso di tornare in Puglia, dove è poi approdato alla carriera pubblica. Si è occupato di teatro, cinema, musei, biblioteche e cooperazione euro-mediterranea. La gestione del patrimonio culturale in una prospettiva di cooperazione territoriale è il campo nel quale si colloca il suo impegno attuale.

L’evento inizierà alle ore 17:30 con i saluti istituzionali di Gianluigi Pignatelli.

Dialoga con l’autore il giornalista, Giuseppe Mazzarino.

Sono previsti i seguenti interventi: L’esperienza dell’arte contemporanea per un progetto di comunità di Giulio De Mitri (artista e presidente del CRAC Puglia); Il valore del dialetto di Silvia Quero (scrittrice e storica); Un territorio da rigenerare di Nello De Gregorio, presidente Associazione Nobilissima Taranto

L’evento, libero e gratuito, confluisce nella IV edizione del Festival di Poesia e Letterature del Mediterraneo.

Designer cultural for community è, invece, di Tiziana Magrì, giornalista pr e già direttrice del festival.

La cultura non basta

Nella quarta di copertina del volume di De Luca, si legge: "La più grande trasformazione sociale che l’umanità ha vissuto è stato il crollo delle comunità locali, determinato dalla rivoluzione industriale e dall’avanzata del capitalismo. Lo stato e il mercato hanno soppiantato i tradizionali legami di solidarietà costitutivi della comunità. Lo stato attraverso i suoi funzionari e il mercato attraverso la propaganda hanno ridisegnato l’universo dei bisogni e delle aspettative di una umanità privata degli ancestrali punti di riferimento e trasformata in massa amorfa. L’industria culturale fornì ai mercati formidabili strumenti di manipolazione della volontà degli uomini, così come una nuova classe di funzionari, docenti, impiegati, assistenti sociali, tutori dell’ordine costituito accreditavano l’idea che i confini della società, i bisogni degli uomini come i loro sogni coincidesse con i confini dello stato.

Il riparo cauto nelle case e dietro le mascherine non è bastato contro lo spaesamento e la paura che ci ha colti durante la recente pandemia. Dopo aver percepito l’incertezza di come sarebbe diventato il mondo, ne siamo venuti fuori davvero migliori, come speravamo? Ci è mancato un antidoto all’isolamento, un immaginario possibile e sostenibile per l’animo umano, un sentirsi comunità capace di dare risposte collettive alle attese di futuro".

 

 

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