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Taranto

Festa della Madonna del Carmine: la tradizione dal volto giovane

La grande processione della sera di mercoledì 16 sarà salutata dal volo di droni luminosi

La processione

La processione

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Mercoledì 16 la celebrazione eucaristica dell'arcivescovo mons. Ciro Miniero in piazza Giovanni XXIII (ore 18.30) e la successiva processione della Beata Vergine del Monte Carmelo concluderanno l'anno giubilare concesso dallo scomparso papa Francesco per il 350° anniversario dell'arciconfraternita del Carmine. Diverse le celebrazioni e le iniziative svoltesi per la circostanza, soprattutto il ritorno della processione dei Misteri in città vecchia e i lavori di adeguamento liturgico della chiesa del Carmine.

Il programma della festa

La giornata del 16 luglio si prospetta particolarmente intensa di appuntamenti, a partire dal giro della banda per le vie del Borgo per annunciare la festa e dall'aggregazione dei nuovi ventisei confratelli, durante la santa messa delle ore 10. L'attesa sarà soprattutto per la processione serale in cui saranno tantissimi i giovani a vestire l'antico abito di rito, sopportando ben volentieri l'intensa calura che sta caratterizzando questi giorni pur di partecipare a questo momento così importante della vita confraternale. Saranno insieme operai e professionisti, universitari e studenti, disoccupati e benestanti. Spesso i loro cognomi si ripetono da tempo immemorabile nei registri del sodalizio. Per gli altri, invece, è bastato il racconto degli amicier far innamorare della tradizione, che cerca di adeguare le sue attività alle nuove esigenze fatte soprattutto di attenzione agli ultimi, mai prescindendo da un consolidamento della propria vita di fede.

Non mancheranno in processione i piccoli aspiranti confratelli e consorelle (una cinquantina) che vi parteciperanno con proprio abito confraternale, approntato appositamente per loro.

E l'attesa dell'arrivo della Beata Vergine del Monte Carmelo per le vie del Borgo assomiglierà ai rituali preparativi di un tempo, quando in casa ci si preparava per la visita di un'amica carissima, dalla grande bontà e nobiltà d'animo. Ed ogni volta era una grande festa, con la macchinetta del caffè pronta per essere messa sul fuoco e lo "spumone" di diversi gusti, ritirato poco prima dalla pasticceria e messo subito in ghiacciaia, in attesa di essere servito. E la Madonna "nostra" sarà proprio come l'ospite tanto atteso, che s'intratterrà spiritualmente con ognuno in un tenero colloquio di cuori. Porgerà attenzione all'ascolto degli affanni per il posto di lavoro in pericolo o che addirittura manca, ai dispiaceri di una mamma per il figlio che non vuol mettere la testa a posto, alle solitudini di tanti anziani, alle amarezze per il Borgo che da tempo ha smarrito la dignità di salotto cittadino e alle vive apprensioni per il futuro della città, che tanto tranquillo non appare.

La processione

Accompagnato dalle bande musicali "G.Chimienti" di Montemesola e "Michele Lufrano" di Triggiano, alle ore 19.30 (subito dopo la messa dell'arcivescovo) il simulacro sarà portato per via D'Aquino, piazza Immacolata, via Berardi, via Anfiteatro fino a corso ai Due Mari dove avrà luogo l'eccezionale spettacolo di droni luminosi che, levandosi in volo dagli spalti del castello aragonese, disegneranno nel cielo fantastiche e maestose scenografie. Il ritorno, a sera tardi, avverrà per via D'Aquino e piazza Giovanni XIII. Giunto in chiesa, il simulacro sarà esposto fino a tardi alla venerazione popolare, in piazza avrà luogo il concerto della banda di Montemesola.

I ricordi di un tempo

I festeggiamenti costituiranno occasione per ricordare i tanti eventi che li hanno caratterizzati nel tempo, quando per esempio, (ricordava Nicola Caputo in"Destinazione Dio") fino a poco dopo la seconda guerra mondiale il simulacro della Beata Vergine del Monte Carmelo veniva portato anche in città vecchia per poi ritornare al Borgo in un trionfo di luci. Fino agli anni settanta la processione, che aveva luogo la domenica la domenica successiva al 16 luglio, si spingeva fino a via Regina Elena. Poi il percorso fu accorciato, con una partecipazione sempre meno numerosa di confratelli (in gran parte anziani) e di fedeli. Sembrava che si fosse giunti al capolinea di questa tradizione, tanto da far pensare all'abolizione. Prima di tale drastica decisione, nel 1979 la confraternita sperimentalmente decise di spostare la processione nella giornata del 16 luglio, nella speranza di determinarne maggiore vitalità. Quell'anno il percorso interessò solo poche vie nei pressi del chiesa e per la prima volta non ci fu la consueta sosta nella chiesa carmelitana del Santissimo Crocifisso. Il cambio di data favorì effettivamente la crescente partecipazione di confratelli e fedeli, tant'è che si decise di confermarla negli anni successivi. La scelta del giorno feriale infatti favorisce il maggior afflusso di gente, grazie anche all'apertura dei negozi, le cui insegne restano accese fino a tarda sera a illuminare l'incedere del pittoresco corteo.

Anche in un'altra occasione la processione rischiò di non uscire. Ne raccontò Franco Pizzolla, quasi un'istituzione della confraternita: "Accadde nel '48 quando, proprio a ridosso della festa, ci fu l'attentato a Togliatti. Il clima in tutt'Italia era così teso che si temeva dovesse scoppiare da un momento all'altro la rivoluzione. Sembrava proprio che per problemi di ordine pubblico fosse necessario annullare la processione. Solo all'ultimo momento le autorità competenti ne dettero l'autorizzazione. stabilendo un itinerario molto ridotto. La Madonna passò così per le strade deserte, con la popolazione rinserrata in casa per timori di disordini".

Nel 1995 l'itinerario della processione subì un radicale mutamento a causa dell'inopportuna decisione del Comune di posizionare aiuole trasversalmente in via D'Aquino, impedendo così il passaggio della processione. Bisognò dunque oltrepassare il ponte, proprio come una volta, e percorrere le stradine della città vecchia pressoché deserte. Il ritorno in chiesa avvenne ben oltre l'orario previsto (oltre la mezzanotte) e fu una faticaccia per i confratelli, che si ritrovarono con i camici inzuppati di sudore. Per fortuna l'anno successivo le aiuole furono rimosse da via D'Aquino e si riprese l'itinerario abituale.

Un ulteriore impulso alle celebrazioni fu dato nel '96, dalla commemorazione dei 500 anni dell'arrivo dei carmelitani a Taranto, cui si deve il culto alla Beata Vergine del Monte Carmelo. L'allora priore (oltre che collega) Nicola Caputo volle organizzare solenni iniziative esterne, come si usava una volta. Non fu facile. La Curia vi si oppose fino all'ultimo ma alla fine l'allora arcivescovo mons. Benigno Luigi Papa ne dette il permesso, raccomandandosi caldamente di evitare ogni eccesso. E fu festa grande! Una suggestiva galleria di luci impreziosì via D'Aquino e la cassarmonica per i concerti bandistici fu allestita in piazza Giovanni XXIII. Non mancarono i fuochi pirotecnici e, soprattutto, la massiccia partecipazione di popolo, così come avviene attualmente.

"'A Madonne n'accumbagne!", si dice a Napoli e come auspicano i tarantini in questo periodo così tribolato. Siamo certi che la Beata Vergine non farà mancare il suo aiuto, soprattutto ispirando buone decisioni per il bene della città!

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