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Bari

Sparatoria al “Bahia Beach”, due arresti per armi e legami con la mafia. Il video

L’inchiesta sull’omicidio di Antonella Lopez svela un allarmante scenario di violenza nei locali notturni

BARI - I Carabinieri della Compagnia di Molfetta, su ordine del GIP del Tribunale di Bari, hanno eseguito una misura cautelare in carcere nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto illegale di armi da fuoco, con l’aggravante del metodo mafioso. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, rappresenta un nuovo tassello nell’inchiesta sull’omicidio di Antonia Lopez e sui quattro tentati omicidi avvenuti nella notte del 22 settembre 2024 all’interno della discoteca "Bahia Beach" di Molfetta.

Secondo la ricostruzione accolta dal GIP quella sera la situazione degenerò rapidamente dopo che un folto gruppo di giovani provenienti da Bari, tra cui Eugenio Palermiti, entrò nel locale con prepotenza, sfondando il cordone di sicurezza dei buttafuori. All’interno del locale si trovarono faccia a faccia con la comitiva di Michele Lavopa, con cui esistevano vecchie tensioni.

A innescare la tragedia sarebbe stato proprio un gesto improvviso di Palermiti, che avrebbe portato la mano alla cintura o alla tasca. A quel punto Lavopa, già in possesso di una pistola, aprì il fuoco sulla folla. I proiettili colpirono Antonia Lopez, che si trovava accanto a Palermiti e morì poco dopo, oltre a ferire gravemente Francesco Crudele, Davide Rana e Gianmarco Ceglie, tutti ricoverati d’urgenza al Policlinico di Bari.

Armi nei locali notturni, l’indagine si allarga

Le prime indagini avevano portato alla custodia cautelare di Michele Lavopa, ritenuto l’autore materiale della sparatoria. Tuttavia, gli sviluppi investigativi hanno rivelato che anche Palermiti fosse armato quella notte, ma la sua pistola venne occultata e mai ritrovata. Inoltre, è emerso che lo stesso Palermiti, con l’aiuto dell’amico Savino Parisi Jr., aveva introdotto mesi prima un’altra arma da fuoco nel locale “Divinae Follie” di Bisceglie, eludendo un controllo di polizia grazie alla compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.

L’inchiesta ha messo in luce un quadro preoccupante: nelle discoteche e nei luoghi di ritrovo della provincia di Bari e dintorni, giovani appartenenti a famiglie legate alla criminalità organizzata si muovono armati, pronti a sfidarsi apertamente per affermare il proprio status e incutere timore.

Un ulteriore elemento allarmante riguarda la facilità con cui le armi vengono introdotte nei locali notturni, evidenziando falle nei sistemi di sicurezza e possibili connivenze. Le indagini della DDA di Bari proseguono per chiarire ulteriori responsabilità e ricostruire la rete di complicità dietro queste dinamiche di violenza.

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