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CRISI INDUSTRIA DELL’ACCIAIO

Indotto ex Ilva: la protesta delle Aziende

Sit-in dei lavoratori davanti alle portinerie

Finalmente un po' di rumore dopo tanto silenzio assordante. Inizia (in verità continua) la protesta delle aziende dell'indotto che si riconoscono nell’AIGI (associazione Aziende Indotto General Industries, nata dalla scissione da Confindustria Taranto).

Da ieri mattina fanno rumore con un sit-in di lavoratori e imprenditori davanti alle portinerie dello stabilimento di Taranto: hanno deciso la sospensione ad oltranza delle attività, garantendo solo esclusivamente le prestazioni attinenti la sicurezza degli impianti, ovvero il cosiddetto “minuto mantenimento".    

Alla oramai inderogabile iniziativa, hanno aderito Casartigiani, Confapi Industria e Fenimprese, inderogabile perché si  è arrivati alla fase estrema di rottura considerato che le associazioni non hanno ricevuto le tanto paventate rassicurazioni sulla tutela dei crediti vantati nei confronti di Acciaierie d'Italia.

Le associazioni e le imprese temono di perdere i crediti nel caso in cui si dovesse ricorrere alla eventuale amministrazione straordinaria per l'ex Ilva.

Abbiamo incontrato stamattina davanti alle portinerie dell’ex - Ilva  Fabio Greco, presidente di AIGI, (associazione aziende indotto general industries),  Giacinto Fallone coordinatore settore autotrasporti Casartigiani Taranto e Stefano Castronuovo Coordinatore regionale Casartigiani Puglia.

Le associazioni e le imprese attendono, adesso, la convocazione presso il Governo attraverso la necessaria, indispensabile istituzione di un tavolo tecnico ad hoc. Minacciando un prossimo “blocco totale” le imprese chiedono garanzie, garanzie sui crediti maturati al 31 dicembre 2023. Una situazione insostenibile, solo per le imprese di Aigi i numeri sono impressionanti: 4000 dipendenti (quindi 4000 famiglie) e crediti per 120 milioni di euro.

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