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MAICO TARANTO ACUSTICA
02 Ottobre 2025 - 00:13
Serve perciò una campagna di sensibilizzazione capillare che promuova controlli regolari, informazioni sulle soluzioni disponibili e abbatta lo stigma della sordità
In Italia oltre 7 milioni di persone convivono con una qualche forma di ipoacusia (fonte 3 marzo 2023: Giornata Mondiale dell’udito).
Una condizione questa che spesso si insinua lentamente, ma che può compromettere profondamente la qualità della vita delle persone che ne sono affette.
La sordità, parziale o totale, non è quindi solo una questione uditiva da risolvere, è in più un problema sociale, relazionale, psicologico persino. Eppure, nonostante i numeri e le implicazioni nella vita quotidiana che ne conseguono, resta ancora una patologia troppo spesso sottovalutata, ignorata o al massimo affrontata con ritardo.
La perdita dell’udito può colpire a qualsiasi età, ma è più frequente riscontrabile tra gli over 65, a meno che non siano intervenuti nel frattempo altri fattori che ne hanno arrecato la causa prematuramente.
La diagnosi precoce rappresenta ancora una sfida da raggiungere, per diversi fattori non sempre a carico dei noti ritardi del nostro Servizio Sanitario Nazionale.
Molti pazienti infatti si rivolgono allo specialista solo quando la sordità ha già diminuito di molto o addirittura compromesso, le interazioni personali quotidiane, causando il seguente risultato: isolamento, depressione, difficoltà lavorative e familiari.
Fortunatamente, la tecnologia offre soluzioni sempre più avanzate. Le protesi acustiche moderne non sono più quei dispositivi ingombranti e stigmatizzanti del passato.
Oggi sono molto più discreti, intelligenti, alcuni modelli si connettono addirittura allo smartphone, si adattano automaticamente all’ambiente sonoro e offrono una qualità audio sorprendente.
La sordità non deve essere più considerata un tabù. Serve perciò una campagna di sensibilizzazione capillare che promuova controlli regolari, informazioni sulle soluzioni disponibili e abbatta lo stigma della sordità: perché sentire non è solo una funzione biologica, è partecipare, vivere, condividere.
In un Paese come l’Italia che ambisce a una sanità inclusiva, a differenza di quanto si sta promuovendo su questo versante audioprotesico almeno dalle nostre parti, dovrebbe contemplare meglio il diritto all’ascolto di chi, oggigiorno, vive nel silenzio non solo della malattia ma anche della impossibilità economica ad accedere a tali presidi sanitari.
Il Servizio Sanitario Nazionale prevede è vero la fornitura gratuita di protesi acustiche per chi ne ha diritto, ma i tempi di attesa sono lunghi e le procedure burocratiche complesse.
In molti casi, i pazienti si rivolgono direttamente al privato, affrontando a proprio carico le spese che tuttavia, soprattutto negli anziani e/o pensionati, non tutti però possono sostenere, lasciando così molti cittadini nel silenzio.
Floriano Cartanì
Scienze Audioprotesiche
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