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SALUTE IN PUGLIA
02 Ottobre 2025 - 00:10
Alimentazione equilibrata, attività fisica e gestione dello stress sono i pilastri della prevenzione
La salute, prima ancora che negli ospedali, comincia a tavola, nelle abitudini quotidiane, nel modo in cui gestiamo il tempo e lo stress. Alimentazione sana, movimento e benessere psicologico sono oggi riconosciuti come pilastri della prevenzione.
Tuttavia, tradurre questi principi in pratica concreta non è semplice, soprattutto in territori come la Puglia e in particolare Taranto, dove fattori ambientali e socioeconomici si intrecciano e rendono più complesso il percorso verso un corretto stile di vita.
La Puglia è terra di eccellenze agroalimentari: olio extravergine d’oliva, legumi, frutta e verdura di stagione costituiscono da sempre il cuore della dieta mediterranea, patrimonio UNESCO e modello mondiale di alimentazione equilibrata. A Taranto e in provincia, questa tradizione ha radici profonde e rappresenta una risorsa culturale oltre che nutrizionale. Tuttavia, negli ultimi anni, i dati epidemiologici segnalano un progressivo allontanamento da questo modello, soprattutto tra le nuove generazioni.
Secondo gli ultimi rapporti dell’Osservatorio regionale sulla salute, la percentuale di bambini pugliesi in sovrappeso supera il 25 per cento, con picchi più alti nelle aree urbane.
A Taranto la situazione è ancora più critica: incidenza maggiore di obesità infantile, consumo insufficiente di frutta e verdura e aumento del consumo di cibi ultraprocessati. Una tendenza che rischia di compromettere la salute futura di migliaia di cittadini.
Gli esperti dell’ASL Taranto sottolineano che l’educazione alimentare deve tornare al centro delle politiche pubbliche. Scuole, famiglie e servizi sanitari possono diventare i luoghi privilegiati per trasmettere la cultura del cibo sano, recuperando la tradizione mediterranea e adattandola alle abitudini moderne. Progetti pilota già avviati in alcuni istituti scolastici tarantini, come i laboratori del gusto e le mense “km 0”, mostrano che un cambiamento è possibile se sostenuto da un’azione coordinata.
Se l’alimentazione rappresenta il primo passo, l’attività fisica è il secondo pilastro di uno stile di vita salutare. In Puglia, però, la pratica regolare dello sport resta bassa rispetto alla media nazionale.
Taranto risente di una storica carenza di infrastrutture sportive pubbliche diffuse e di spazi verdi accessibili, soprattutto nelle periferie.
Un trend che con i Giochi del Mediterraneo potrà presto essere invertito, grazie a impianti innovativi e all’avanguardia che saranno a disposizione delle associazioni sportive del territorio una volta concluso l’appuntamento internazionale.
Il risultato è che solo una minoranza degli adulti pratica almeno 150 minuti di attività fisica a settimana, come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La sedentarietà contribuisce all’aumento di malattie croniche non trasmissibili come diabete, ipertensione e patologie cardiovascolari, già diffuse nella popolazione pugliese.
Negli ultimi anni, alcune iniziative hanno cercato di invertire la rotta: percorsi pedonali e ciclabili lungo il Mar Piccolo, progetti comunali di promozione del movimento, collaborazioni tra ASL e associazioni sportive per incoraggiare camminate di gruppo e ginnastica dolce per anziani. Tuttavia, gli esperti avvertono che per ottenere risultati significativi serve un piano strutturale: scuole aperte allo sport pomeridiano, palestre pubbliche accessibili, incentivi fiscali per chi pratica attività motoria e per le imprese che investono nel benessere dei dipendenti.
Accanto a dieta e attività fisica, la gestione dello stress è il terzo pilastro per mantenere e migliorare la salute. Taranto, con il suo complesso contesto industriale e ambientale, rappresenta un caso emblematico. L’esposizione prolungata a fattori di rischio ambientale, i problemi occupazionali e le preoccupazioni economiche alimentano un clima di tensione che incide sul benessere psicologico della popolazione.
Studi condotti dall’Università di Bari e dal Dipartimento di Prevenzione della ASL Taranto indicano che i livelli di ansia e disturbi del sonno sono più elevati rispetto ad altre province pugliesi. La pandemia di Covid-19 ha ulteriormente amplificato il problema, soprattutto tra adolescenti e giovani adulti. In questo scenario, la salute mentale diventa un elemento cruciale delle politiche sanitarie territoriali.
Il piano regionale di prevenzione prevede interventi per potenziare i servizi di supporto psicologico nelle scuole, nelle aziende e nei presidi territoriali. Tuttavia, la carenza di psicologi e di strutture dedicate rende difficile una risposta tempestiva e capillare.
Gli esperti concordano su un punto: non basta sommare interventi singoli, serve una strategia integrata. La salute pubblica deve diventare un progetto condiviso che unisce alimentazione, attività fisica e benessere psicologico in un unico disegno, sostenuto da politiche, risorse e monitoraggio.
Per Taranto e la Puglia, questo significa trasformare i corretti stili di vita in leve di prevenzione capaci di ridurre il peso delle malattie croniche e dei costi sanitari a lungo termine. Il modello potrebbe partire da alcune azioni chiave: programmi di educazione alimentare sistematici nelle scuole, reti territoriali per la promozione dell’attività fisica, potenziamento del supporto psicologico e formazione dei medici di famiglia per l’identificazione precoce dei fattori di rischio comportamentali.
L’approccio “one health”, che integra salute umana, ambientale e sociale, appare particolarmente adatto a un territorio come Taranto, dove la qualità dell’aria e del suolo si intreccia con le abitudini individuali. Ridurre l’inquinamento industriale, garantire alimenti sicuri e sostenibili, creare spazi verdi e promuovere comunità attive diventano tasselli della stessa strategia.
Parlare di corretti stili di vita non può limitarsi a slogan. A Taranto e in Puglia la sfida è trasformare principi universalmente riconosciuti in politiche pubbliche misurabili, in grado di incidere realmente sulla salute dei cittadini. L’alta incidenza di patologie croniche, la diffusione della sedentarietà, l’alterazione delle abitudini alimentari e il peso dello stress sociale impongono un salto di qualità.
In questo contesto, il ruolo della sanità pubblica è cruciale, ma non sufficiente da solo. Occorre la collaborazione delle istituzioni locali, del mondo scolastico, del terzo settore e delle imprese per costruire un ambiente che renda la scelta sana la più facile da compiere.
La salute, in definitiva, comincia ogni giorno, nelle scelte che facciamo e nelle condizioni in cui viviamo.
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