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GLI EVENTI
11 Settembre 2025 - 22:41
Era ed è un luogo in cui l’economia prende per mano il costume e lo accompagna sotto le luci della sera
La Fiera del Levante è sempre stata un rito. Si entrava per una cucina componibile, si usciva con il profumo di spezie lontane, il ricordo di un ballo improvvisato e l’eco di un accento straniero che prometteva affari e amicizia.
Era ed è un luogo in cui l’economia prende per mano il costume e lo accompagna sotto le luci della sera.
L’edizione di quest’anno riprende quella tradizione con la naturalezza di chi ha memoria lunga e lo sguardo proteso in avanti: alle spalle quasi un secolo di Campionarie, davanti nove giorni che intrecciano showroom e palchi, contratti e bis richiesti dal pubblico, confermando la capacità della Fiera di tenere insieme il ragionare sullo sviluppo e il piacere di ritrovarsi a ridere, cantare, ascoltare.
Il calendario degli eventi serali non è un semplice contorno, ma la spina dorsale di una socialità che fa bene anche ai conti. Ogni serata mette in campo artisti, conduttori, orchestre e format capaci di richiamare pubblico da tutta la regione, con un effetto che si misura in pernottamenti, tavoli prenotati, trasporti utilizzati.
È il folklore come leva economica, quel capitale immateriale che la Puglia ha imparato a convertire in attrattività.
Gli appuntamenti sono ospitati in Area 47 Ovest, il cuore pulsante della programmazione serale, dove la Fiera si fa teatro popolare e metropolitano, senza rinunciare a standard organizzativi rigorosi.
L’apertura, sabato 13 settembre, ha il sapore di una festa d’esordio che punta a essere memorabile. Sul palco arriva Cantatour, una formula ad alto tasso di complicità con il pubblico. La guida è affidata a Renato Ciardo, attore, cantante e mattatore capace di passare dalla storiella musicale alla citazione colta senza perdere il ritmo. L’ospite che fa notizia è Cristiano Malgioglio, presenza iconica che porta con sé ironia, costume, televisione e una disinvoltura da grande professionista. È un’accensione scenica perfetta: i riflettori salgono, la platea risponde, il quartiere fieristico ritrova il piacere del coro.
Il giorno dopo, domenica 14 settembre, la Fiera si trasforma in salotto serale. Arriva Che sera in Fiera, titolo semplice e confidenziale, condotta dal garbo televisivo di Alessandro Greco. Accanto a lui la verve camaleontica di Emanuela Aureli, maestra dell’imitazione, e la presenza brillante di Alina Liccione. È una serata costruita sul ritmo dell’intrattenimento classico: un conduttore che sa tenere il tempo, una spalla ironica capace di incendiare gli applausi, un’atmosfera leggera che riporta il pubblico alla dimensione della varietà, quella che ha fatto scuola nelle piazze d’Italia.
La settimana lavorativa si apre, lunedì 15 settembre, con un gioco di specchi che è insieme nostalgia e parodia: Fake Concert. A condurre Carlo Maretti e Max Boccasile, showmen di razza. In scena arrivano i sosia, e non sosia qualunque: Adriano Celentano, Massimo Ranieri, Cristiano Malgioglio, Renato Zero, Arisa, Antonello Venditti. Il divertimento è nel corto circuito fra attesa e sorpresa, dove la somiglianza diventa il pretesto per una celebrazione affettuosa. A tenere la colonna sonora dal vivo è la Sbiriband, garanzia di continuità musicale e di spinta ritmica. La memoria pop, rielaborata con mestiere, diventa economia dell’attenzione: si resta fino alla fine, si torna con gli amici, si condivide il passaparola.
Con martedì 16 settembre si entra nel cartellone del Festival del Levante e la musica cambia timbro. Il titolo è Bari Blues Brothers e la bacchetta è quella del Maestro Paolo Lepore, alla guida della Jazz Studio Orchestra. È una dichiarazione d’intenti: grande orchestrazione, repertorio che parla di radici afroamericane e gusto italiano per l’arrangiamento.
Sul palco sfilano volti familiari del teatro e della comicità pugliese: Tiziana Schiavarelli, Dante Marmone, Pinuccio Sinisi, Nico Maretti, Vito Signorile, Nicola Pignataro, Nico Salatino, Augusto Masiello, Lucia Zotti. È l’abbraccio fra scena e platea, fra un certo modo barese di raccontarsi e un linguaggio musicale che sa essere, nello stesso istante, popolare e sofisticato. Qui il folklore non è cartolina, ma mestiere di attori, orchestra vera, disciplina e improvvisazione.
La linea del Festival del Levante prosegue mercoledì 17 settembre con Fiera di Farvi Ridere, un titolo che gioca a carte scoperte. Conducono Carlo Maretti e Carla De Girolamo. Si alternano Santino Caravella, Tommy Terrafino, Marco Colonna, Antonello Vannucci, Pino Campagna. Torna la Sbiriband a cucire gli stacchi e a fare da controcanto. Il varietà comico è una grammatica che la Puglia padroneggia: tagli rapidi, battute che parlano dialetti e vita quotidiana, un’ironia che fa da cerniera tra generazioni. È intrattenimento puro, ma nel codice del buon artigianato scenico.
Il respiro cambia ancora giovedì 18 settembre, quando l’insegna è M2O Night. La promessa è di quelle che accendono i social: Albertino e Fargetta, energia dance e cultura del clubbing made in Italy, con il marchio itinerante di Praja on Tour. È la sera delle sonorità elettroniche, delle transizioni da dj set, dei cori collettivi. La Fiera diventa dancefloor e ribadisce che l’industria dell’intrattenimento non è un accessorio, ma un segmento economico che muove persone, crea lavoro, alimenta filiere: service tecnici, sicurezza, hospitality, trasporti.
Venerdì 19 settembre tocca ai Coma Cose. Il duo che ha rinnovato una certa canzone urbana italiana porta a Bari un repertorio capace di legare la scrittura a un’estetica sonora riconoscibile. È la serata che parla alle generazioni più giovani, ma non solo. La Fiera, ancora una volta, fa da cerniera: luogo di memoria e vetrina di presente.
La giornata di sabato 20 settembre è doppia, nel segno della tradizione e del pop. C’è l’arrivo di San Nicola in visita alla 88ª Campionaria Internazionale, un omaggio simbolico che intreccia devozione laica e identità cittadina, e c’è un concerto che sa di anni Novanta e primi Duemila: Ivana Spagna e Alexia. Due voci che hanno segnato stagioni di radio, dancefloor, festival estivi. La platea riconosce i ritornelli, il coro collettivo fa il resto. La Fiera del Levante scrolla le spalle a ogni contrapposizione fra alto e basso: qui tutto è popolare quando funziona e quando unisce.
Il sipario si chiude domenica 21 settembre con una festa nel segno della comicità che ha fatto scuola fra tv e teatro: Uccio De Santis celebra 25 anni di Mudù. È un ritorno a casa, un compleanno che fa della risata un bilancio d’impresa: uno stile, un marchio, un repertorio di situazioni che ha attraversato le stagioni senza perdere il gusto del paradosso quotidiano.
La conclusione è coerente con il progetto: si finisce col sorriso e con la promessa, tacita ma chiarissima, di rivedersi.
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