Cerca

Cerca

SPECIALE FESTIVITà

Il Natale è alle porte, ma c’è poco da festeggiare

La denuncia del presidente di Confcommercio, Leonardo Giangrande

Speciale Festività

Santa Cecilia spalanca le porte al lungo Natale tarantino e le associazioni di categoria si appresta ad affiancare il Comune con un programma di proprie iniziative

La ricorrenza di Santa Cecilia (22 novembre) spalanca le porte al lungo Natale tarantino e le associazioni di categoria si appresta ad affiancare il Comune con un programma di proprie iniziative, allo scopo di portare una nota di festa per le nostre strade e “spingere”, una volta tanto, i tarantini fuori dai centri commerciali. “In verità queste festività natalizie, pur con i nostri sforzi, non saranno proprio all’insegna dell’allegria come al solito, considerando i circa seimila esuberi che si prevedono allo stabilimento siderurgico. Si parla tanto di altri acquirenti, in aggiunta alla decarbonizzazione e alla bonifica ambientale, ma non vedo concreti sviluppi in merito e penso che non sarà affatto facile venirne a capo”: questo il grido di dolore lanciato dal presidente di Confcommercio Taranto, Leonardo Giangrande.
“Intanto migliaia di dipendenti avranno ben poco da festeggiare il prossimo Natale, con la congrua decurtazione del reddito mensile. E di conseguenza saranno dolori per gli esercizi commerciali cittadini che si vedranno costretti a registrare una diminuzione delle vendite. Insomma, la vedo molto nera per la nostra città!”- continua Giangrande, il quale ricorda che non si è mai sottratto dal denunciare, sin da quando nel 2012 era vice presidente della Camera di Commercio, che a Taranto non si è mai tentato un serio processo di diversificazione produttiva, al fine di staccarsi dalla monocultura siderurgica, anche se negli ultimi tempi si registra qualche piccolo segnale di cambiamento in tal senso.
“È rimasto inascoltato il mio appello per una crescita nei settori dell’indotto Ilva (che non fosse quello delle pulizie, ovviamente) del turismo, dell’agroalimentare, della mitilicoltura, delle infrastrutture e di quant’altro. Tutti si dicevano d’accordo, ma poi si è proceduto come se nulla fosse – dice – E ora ne stiamo pagando le conseguenze con l’economia cittadina in ginocchio”.


Giangrande evidenzia la morìa di attività che va accentuandosi, soprattutto nel settore commerciale, con non pochi esercizi che stanno abbassando definitivamente le saracinesche, in particolare negli assi commerciali di via D’Aquino, via Di Palma e perfino viale Liguria. “In giro ci sono meno soldi da spendere, com’è dimostrato dalla diminuzione del reddito pro-capite che a Taranto è di 17-18mila euro annui rispetto ai 30-32 mila delle città del Settentrione– specifica –. Per far fronte all’aumento del costo della vita e alla diminuzione delle entrate mensili, causa la cassa integrazione, si vanno erodendo anche i risparmi accumulati in tutti questi anni. Ma quando finiranno anche questi soldi, che succederà? Non temo di essere considerato troppo allarmista quando sostengo che siamo seduti su una vera e propria bomba sociale ad orologeria”.
Il presidente di Confcommercio è del parere che l’economia cittadina è sempre in tempo per risollevarsi, a patto però che enti locali, associazioni di categoria e imprenditori procedano insieme a una seria programmazione, pur non mancando di verificare la validità degli accordi sul destino del centro siderurgico che, nonostante tutto, è pur sempre considerato un’industria strategica nell’ambito delle realtà produttive nazionali.
“Le proposte per uscirne fuori? La Confcommercio le ha messe in campo da tempo – dice – Per determinate start-up ai fini di nuove imprese commerciali, soprattutto nei quartieri più centrali, chiediamo che il Comune disponga una detassazione per almeno tre anni, sensibilizzando nel contempo i proprietari dei locali per un contenimento dei fitti”. Un discorso più approfondito merita la Città vecchia, per la quale il Comune dovrà incentivare il processo di rigenerazione urbana, tuttora circoscritto alla parte iniziale di via Duomo e di via Garibaldi, caratterizzate da un notevole concentrazione di attività ricettive (bed and breakfast e ristorazione soprattutto). Secondo Giangrande, da questa massiccia riqualificazione del centro storico, in cui un notevole apporto spetterà ai privati, si gioverà anche il quartiere Borgo, cui dovrà essere assicurato un adeguato decoro urbano, attualmente piuttosto scadente, e un maggior numero di parcheggi, per favorire lo shopping anche dalla provincia, così come accadeva decenni orsono. “Le proposte in tal senso da parte del Comune ci sono e spero che i privati diano il loro contributo. Conto molto anche sulla prossima entrata in funzione delle Brt, per i cui percorsi ci stiamo confrontando con il Comune, che andrà di pari passo con un minor ricorso al mezzo privato, quindi con ulteriori park& drive, e con la realizzazione del nuovo ponte girevole – conclude – Questo e tant’altro ancora, senza dimenticare il problema dei collegamenti con il resto d’Italia, per ridare nuovo smalto alla città. Ma bisogna iniziare subito con il tavolo della programmazione e metterci subito al lavoro, tenendo presente ci vorranno anni prima degli auspicabili risultati”.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori