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Salute
22 Novembre 2024 - 05:17
Lettura di libri
Il bisogno di individuare e analizzare una narrativa che possa suscitare emozioni, auto riflessione e a sviluppare consapevolezza attraverso il potente strumento della metafora e del conforto accompagna l’umanità da sempre. Prima attraverso la tradizione orale, i pittogrammi e le forme pittoriche arcaiche e poi attraverso la scrittura, considerata la prima grande rivoluzione tecnologica dell’umanità nell’ambito dei sistemi umani di comunicazione.
La necessità di comprendere meglio il proprio vissuto attraverso la metafora delle storie, siano esse reali o di pura fantasia è un’esigenza alla quale non sappiamo rinunciare. Già dal diciottesimo secolo, esistono tracce dell’utilizzo della lettura nella cura delle malattie mentali in Europa e negli Stati Uniti. Ma solo nel 1916, grazie a un articolo di Samuel Crothers apparso sull’Atlantic monthly, venne coniato il termine biblioterapia. Il fondamento di quei rudimenti di biblioterapia non aveva nulla a che vedere con l’attuale processo biblioterapeutico, ma si basava sulla necessità di creare momenti di piacevolezza e di far distogliere la concentrazione dai pensieri ossessivi.
La biblioterapia oggi è considerata, a tutti gli effetti, una tecnica concreta e con risultati tangibili che può, con la giusta guida, portare ad un miglioramento della condizione psicofisica. Il cosiddetto facilitatore è la figura preposta che può guidare un utilizzo creativo e ragionato della letteratura e della lettura al fine di promuovere benessere, sviluppo, confronto ed autocoscienza della persona.
“MA PARLA DI ME!!”
Quante volte ti è sembrato di riconoscerti in un personaggio, al punto di pensare che il libro fosse un racconto della tua vita? Questo accade perché all’interno della narrazione si possono rinvenire eventi, caratteristiche e dinamiche che possono favorire l’identificazione con i protagonisti. Nei percorsi di biblioterapia, la lettura di uno o più libri accuratamente selezionati e scelti per rispondere alle esigenze dei partecipanti, può aiutare a verbalizzare, riconoscere e rileggere in chiave metaforica i propri vissuti, le proprie emozioni e sentimenti contribuendo ad aumentare il livello di conoscenza e consapevolezza della situazione, ad accettarla e a ridimensionare la portata del vissuto, a ripensare alcuni comportamenti e a provare nuove modalità più funzionali. Ciò avviene essenzialmente attraverso dei processi di identificazione con i protagonisti delle storie che sembrano compartecipare le vicende del lettore, per mezzo di meccanismi di proiezione su di essi e della capacità di cogliere un significato simbolico dal racconto.
La funzione specchio involontariamente attivata dalla narrazione, permette al lettore di osservare alcune caratteristiche che lo riguardano o significative della propria storia, come se fossero proiettate all’esterno. La distanza emotiva permette di cogliere nessi e significati fino a quel momento nascosti. Inoltre, il valore catartico derivante dalla lettura è dato dalla possibilità di esperire fortissime emozioni che non richiedono l’esperienza diretta.
“Ogni lettore quando legge, legge sé stesso”
Marcel Proust
DAL LIBRO ALL’INSIGHT
Il lettore, trasportato da emozioni ed empatia, completamente assorbito dal testo che ha tra le mani può arrivare a sviluppare il cosiddetto insight. In sostanza, tra le righe di una storia su carta stampata, il lettore può scovare una nuova consapevolezza e raggiungere soluzioni inesplorate e - prima di quel momento - inimmaginabili.
Chi poteva immaginare che la soluzione ai problemi personali potesse essere proprio in fondo alle pagine del libro che si ha tra le mani?
Un’improvvisa epifania, una nuova luce, la risoluzione. Può succedere e si può volontariamente innescare.
Un facilitatore può aiutarti a trovare libri che possono essere espressione dei tuoi stati d’animo oppure, in chiave metaforica, che siano espressione dei progetti necessari per il tuo avvenire. D’importanza cruciale è, ovviamente, la corretta scelta dei testi da suggerire al lettore. I testi selezionati inoltre devono consentire l’identificazione e avere un carattere generale, essere comprensibili, incisivi, interessanti ed idonei a trasmettere al destinatario il messaggio che si vuole veicolare. In conclusione, la biblioterapia è un valido strumento d’ausilio, capace di generare emozioni, supportare la comprensione di sé stessi e delle situazioni vissute, capace inoltre di veicolare messaggi positivi e sviluppare la possibilità di insight.
Questo è un po’ quel che avviene nel BookCounseling dove, in condivisione con un gruppo di persone “affini”, si condividono letture e pensieri alla presenza di un facilitatore e counselor specializzato.
COS’È IL BOOKCOUNSELLING?
In sostanza potremmo definire il BookCounselling come un percorso i cui passi sono composti da libri, ognuno dei quali è in grado di diventare uno strumento di auto-aiuto che possa avvicinare sempre più un nuovo stato di consapevolezza. L’accurata selezione di testi dedicati a competenze chiave per il benessere individuale, la condivisione e l’elaborazione in gruppo ed il confronto, sono strumenti potenti di cambiamento.
Per crescere e migliorarsi ma anche concretamente per superare momenti di debolezza e sofferenza, i percorsi di BookCounselling possono rappresentare un aiuto concreto in alternativa o in affiancamento a tradizionali percorsi di psicoterapia.
La biblioterapia, alla base del BookCounselling, è capace di generare emozioni, empatia e comprensione. Le situazioni vissute in prima persona si riverberano tra le pagine del libro e si possono così innescare strategie di coping (utili per superare situazioni problematiche nella vita).
«Noi non siamo solo quel che mangiamo e l’aria che respiriamo. Siamo le storie che abbiamo sentito, le favole con cui ci hanno addormentato da bambini, i libri che abbiamo letto. Sebbene molti usino le storie come puro intrattenimento esse sono, nel senso più antico, un’arte curativa».
Tiziano Terzani
dott.ssa Laura Menza
Psicologa Clinica
Business & Life Coach
IG: laura_menza_ psicobenessere
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