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Salute
26 Dicembre 2023 - 07:30
Ipertrofia prostatica benigna
L’ipertrofia o iperplasia prostatica benigna (IPB) è una patologia che tende a manifestarsi con l’avanzare dell’età e colpisce soprattutto gli uomini over 50. E’ causata da squilibri ormonali tipici dell’invecchiamento che riguardano la produzione di androgeni ed estrogeni o da aumenti della pressione provocati da un irregolare flusso del sangue nei vasi sanguigni.
La disfunzione o meglio iperplasia (formato da iper- (dal greco ὑπέ, ὑπερ- ovvero “sopra”) e -trofia (dal greco τροφή cioè “nutrimento”) della ghiandola prostatica è data dunque da un eccessivo aumento di cellule prostatiche, organizzate in “noduli” in una zona specifica della prostata chiamata “di transizione”. Il risultato è un ingrossamento tale da comprimere parzialmente il canale uretrale che scorre per un tratto importante proprio all’interno della prostata. Vengono così alterate le normali funzioni urinarie e possono verificarsi irritazioni o infiammazioni croniche. L’incompleto svuotamento della vescica può inoltre favorire non solo la formazione di calcoli vescicali ma anche l’accumulo di batteri, aumentando dunque i rischi di prostatiti e infezioni delle alte vie urinarie. È una condizione che tende a peggiorare progressivamente compromettendo in modo importante la qualità della vita. Se non curata in modo adeguato possono verificarsi un ampio spettro di sintomi più o meno severi e culminare con una completa ostruzione dell’uretra. I sintomi più frequenti sono: difficoltà ad iniziare la minzione, flusso debole o intermittente, sensazione di dover urinare frequentemente ed eventualmente bruciore.
L’IPB si controlla sottoponendosi a visite tempestive e controlli periodici sin dall’insorgere dei primi sintomi. Spesso per la diagnosi è sufficiente una semplice visita urologica con l’eventuale prescrizione di approfondimenti diagnostici utili a monitorare il flusso urinario ed a stabilire l’esatto volume prostatico, o per escludere ulteriori possibili malattie a decorso maligno. Per combatterla è importante seguire un’alimentazione varia ed equilibrata, limitando il consumo di caffeina e di alcol. L’urologo può prescrivere se necessario l’assunzione di farmaci specifici come gli alfalitici, che agiscono rilassando la muscolatura della prostata e del collo vescicale e aumentando la portata del flusso urinario, o gli inibitori della 5-alfareduttasi che rallentano invece la patologia inibendo l’azione del testosterone. Quando vengono assunti insieme si riscontra una riduzione delle dimensioni della ghiandola prostatica tra il 10% e il 15%, con miglioramento dei sintomi ma con possibili effetti collaterali e riduzione dei valori del PSA.
L’effetto dei farmaci può essere ulteriormente potenziato da una sostanza naturale: l’estratto esanico di Serenoa repens (HESr) il quale agisce con un effetto farmacologico antiinfiammatorio, specifico per la prostata. Nei casi più severi ed in caso di inefficacia della terapia medica l’urologo moderno ha a disposizione un’ampia gamma di opzioni chirurgiche da proporre e concordare in base alle specifiche esigenze del paziente: TURP (Resezione transuretrale della prostata che prevede l’impiego di un rettoscopio che, passando attraverso l’uretra, raggiunge la prostata e utilizzando energia bipolare reseca la prostata ostruente), HoLEP (Enucleazione con laser ad olmio, che differisce dalla precedente in quanto l’adenoma non viene resecata ma scollegato per mezzo della fibra laser dalla capsula prostatica), o l’enucleazione con Greenlight laser. Negli ultimi anni inoltre sono state messe a punto delle particolari tecniche mini-invasive, utilizzate nei casi indicati, per la preservazione dell’eiaculazione (Rezum, Aquablation, Urolift, iTind).
Dott. Sebastiano Di Lena
Urologo-Andrologo
Centro Medico Polispecialistico Santa Lucia di Statte
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