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Il commercialista

Le prime anticipazioni sulla Legge di Bilancio 2024

Sparisce la norma sul prelievo dai conti correnti

Legge di Bilancio

Legge di Bilancio

Alla fine, oltre gli slogan delle campagne elettorali di qualsiasi parte politica, contano i numeri e quelli del bilancio dello Stato italiano sono costantemente sotto pressione. Il Governo fa i conti con una condizione critica in cui convergono effetti della crisi internazionale, l’enorme crescita dei tassi di interesse sul debito pubblico, che tocca il 98 miliardi di euro l’anno, problemi in materia di accesso al sistema pensionistico e rapporto con l’elettorato.

Solo la scorsa settimana avevamo trattato il tema di Quota 104 che pare verrà rivista nel termine della riduzione di un anno, a quota 103, per accontentare una platea in rivolta rispetto alle promesse elettorali di alcune forze della maggioranza che auspicavano la conferma di Quota 100 ed oggi si vedono di colpo cancellare la finestra di uscita di altri 4 anni. Per compensare la riduzione di un anno della finestra di uscita, che passa dal valore 104 al valore 103 saranno tagliate le indicizzazioni delle pensioni più alte, comprese tra i 2.250 euro e i 2.800 euro e viene anticipato al 2025 il calcolo dell’adeguamento delle pensioni alla speranza di vita che sarebbe dovuto scattare dal 2027. La legge di bilancio inoltre conteneva alcune norme, scritte per facilitare la riscossione, che avrebbero consentito l’accesso diretto ai conti correnti dei cittadini per il prelievo automatico dei debiti fiscali.

Dopo l’intervento della premier Giorgia Meloni sparisce anche la norma sul prelievo dai conti correnti. La possibilità per il fisco di verificare direttamente le disponibilità prima di procedere col pignoramento, si trasforma in generiche «modalità telematiche di cooperazione applicativa e degli strumenti informatici» per acquisire «tutte le informazioni», prima di procedere al recupero coattivo. Si tratta tuttavia di una stesura del testo che non promette nulla di buono. L’atteggiamento di Agenzia Entrate e della Riscossione in questi anni ha premiato una enorme velocizzazione dei termini di riscossione delle imposte e la formula esposta nella legge di Bilancio per il 2024 non tutela completamente i cittadini dal rischio di automatismi radicali. Salirà l’aliquota della cedolare secca sugli affitti brevi che passerà dal 21% al 26%. Tale valore pare non subirà variazioni. Nel 2024 si conferma il taglio del cuneo ma non sulle tredicesime.

Secondo l’ultima versione della manovra ancora in via di definizione, l’esonero di 6 o 7 punti in base al reddito viene riconosciuto «senza effetti sul rateo di tredicesima». Per quest’anno invece la tredicesima di chi beneficia del taglio del cuneo gode di una decontribuzione di 2 o 3 punti (anziché 6 e 7), sempre in base al reddito, perché il rafforzamento della misura previsto con il decreto lavoro del 1 maggio non si applicava appunto alle tredicesime. I lavoratori di bar e ristoranti, ovvero gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, avranno diritto al bonus detassato pari al 15% della retribuzione lorda per notturni e festivi, inizialmente previsto per i dipendenti delle strutture turisticoalberghiere. Saliranno anche le imposte sulle cessioni di abitazioni ristrutturate con il Superbonus. Le plusvalenze derivanti dalla vendita di immobili su cui siano stati effettuati interventi con il 110% conclusi da non più di 10 anni saranno tassate al 26% sul valore intero e non scontato rispetto al costo della ristrutturazione.

Resteranno inclusi gli immobili acquisiti per successione o adibiti a prima casa. Si riduce di 10 milioni l’anno - passando a 190 milioni nel 2024, rispetto ai 200 milioni previsti in una prima bozza - il fondo per l’accoglienza dei migranti che va a sostegno anche dei Comuni coinvolti e dei minori non accompagnati. È quanto si legge nell’ultima stesura della manovra che è ancora in fase di elaborazione. Lo stanziamento integra le risorse previste dal decreto Anticipi per il capitolo migranti, pari a 46,859 milioni nel 2023. Nel 2025 il fondo previsto è di 290 milioni e di 190 milioni per l’anno successivo. Inoltre, nell’ultima versione della manovra sono spariti gli aiuti all’Africa, finalizzati a sostenere interventi di cooperazione per lo sviluppo nei paesi africani.

Inizialmente avevano un valore di 200 milioni di euro all’anno per il 2024, 2025 e 2026 ed erano coperti riducendo le risorse del Fondo italiano per il clima. La questione dei fondi destinati ai Comuni che accolgono minori non accompagnati è particolarmente complessa ed investe il necessario sostegno ai servizi sociali di alcune grandi città del Paese che fanno fronte alla educazione e al mantenimento di diverse migliaia di cittadini stranieri, minori e non accompagnati. Sono circa 20 mila in tutta Italia, moltissimi dei quali residenti nelle città del nord nella prospettiva di poter lasciare a loro volta il Paese e dirigersi all’estero. Per intanto sono accolti qui e arrivano prevalentemente da Egitto, Albania, Tunisia e Bangladesh. Spesso sono poi ricollocati in altre regioni, la Sicilia ha il primato di accoglienza per oltre il 21%. I sindaci di diversi Comuni hanno manifestato gravi difficoltà di bilancio nel gestire la loro accoglienza ed il loro sostentamento. Pare che anche in questo caso non verranno ascoltati.

Francesco Andrea Falcone
Dottore Commercialista - Revisore Legale

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