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Il Siderurgico

Ecco come l'ex Ilva tenta il rilancio

Il nodo degli altiforni: cosa cambia ora

L'ex Ilva

L'ex Ilva

Nonostante le difficoltà che caratterizzano anche il mercato dell’acciaio, l’ex Ilva oggi Acciaierie d'Italia in Amministrazione Straordinaria tenta il rilancio.

Come riportato da Il Messaggero, “dopo che l’altoforno 4, unico fino ad ora in marcia nel siderurgico di Taranto, ha ripreso quota e viaggia su una produzione giornaliera superiore alle 5.000 tonnellate di ghisa, adesso toccherà all’altoforno 1. Una operazione non facile quella della riapertura sotto il profilo tecnico, ma che è partita in questi giorni e che richiederà tempo per andare a regime. I tecnici stimano fine ottobre. Inizialmente doveva essere l’altoforno 2 a ripartire. Invece ci si è accorti che l’accensione era complicata in quanto la precedente gestione, quella "Mittal-Morselli", non ha provveduto a svuotare l’impianto. Va ricordato che l’altoforno 1 è stato fermato quasi un anno fa. Per manovre di riavvio dell’altoforno 1, i commissari, guidati da Davide Tabarelli, si sono mossi velocemente, ordinando l’acquisto dei pezzi di ricambio a partire dal crogiolo dell’altoforno. Un intervento che costa intorno ai 60-70 milioni di euro”.

Ancora il quotidiano romano spiega che “il piano di riavvio è strettamente legato anche alla nuova proprietà. Assetto che, salvo imprevisti, sarà definito dopo la gara per la vendita degli asset prevista per il 20 settembre, con la conclusione dell’operazione nel 2025”. Secondo le previsioni, nell'anno in corso lo stabilimento di Taranto supererà di poco i due milioni di tonnellate di acciaio prodotto, con l'intenzione di raddoppiare la produzione nel 2025.

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