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La storia
29 Giugno 2024 - 08:00
Marcello Lippi e Francesco Tagliente
Questa sera la Nazionale di Spalletti torna a Berlino, per giocare contro la Svizzera, diciotto anni dopo il trionfo mondiale della squadra condotta da Marcello Lippi. Di quella magica spedizione faceva parte il prefetto Francesco Tagliente, tarantino, che all’epoca era il responsabile della sicurezza degli azzurri.
A lui abbiamo chiesto di ricordare quei momenti, di gioia e di raccontarci anche le tensioni dovute al contesto internazionale
Prefetto, cominciamo dalla partenza da Coverciano.
L’atmosfera a Coverciano, nei giorni precedenti alla nostra partenza per il Mondiale, era tesa. Lo scandalo di Calciopoli incombeva pesantemente sul gruppo. Tuttavia, sotto la guida di Marcello Lippi, cercammo di trasformare quella tensione in energia positiva. Lippi era un maestro nel creare un “fortino psicologico” attorno alla squadra, proteggendoli dalle pressioni esterne e focalizzandoli sull’obiettivo comune.
Poi l’arrivo in Germania e l’incontro con gli Usa a Kaiserslautern.
La preparazione della squadra all’hotel Landhaus Milser, vicino a Duisburg, fu caratterizzata da un equilibrio tra tranquillità e allerta. Ricordo ancora l’incontro con la squadra USA a Kaiserslautern, descritto dall’allenatore americano Bruce Arena come una “guerra”. La nostra sicurezza fu intensificata e gli allenamenti chiusi al pubblico, mantenendo la concentrazione alta. Questa partita aveva un significato particolare non solo per gli aspetti sportivi, ma anche per le implicazioni di sicurezza. La tensione geopolitica e la presenza di migliaia di tifosi in un’area relativamente piccola posero sfide significative per la gestione della sicurezza.
Ci fu un momento di grande dolore: il dramma di Gianluca Pessotto.
Uno degli episodi più toccanti fu appunto il tentato suicidio di Gianluca Pessotto. La notizia ci colpì profondamente, creando un clima di incredulità e tristezza tra i giocatori. Alcuni, come Del Piero e Zambrotta, lasciarono temporaneamente il ritiro per visitare Pessotto in ospedale a Torino. Questo evento rafforzò ulteriormente l’unità del gruppo, che gli dedicò striscioni di affetto e, successivamente, la Coppa del Mondo.
In Germania fu importante il calore degli italiani.
Il sostegno degli italiani residenti in Germania e dei tifosi arrivati dall’Italia fu cruciale. Le lunghe file di stendardi tricolori e le maglie azzurre lungo le strade creavano un ambiente di forte sostegno emotivo, fondendo i nostri sentimenti e volontà con quelli dei nostri tifosi. Questo legame ci diede una carica extra per ogni partita.
La finale di Berlino: Un match leggendario
La finale contro la Francia fu un’emozione indescrivibile. Il rigore di Zidane al 7° minuto diede il via a una partita elettrizzante. Ma il momento più iconico rimane il colpo di testa di Zidane a Materazzi nei tempi supplementari, che cambiò le sorti della partita. Il pareggio di Materazzi, su assist di Andrea Pirlo, mantenne vive le nostre speranze, culminate nel rigore decisivo di Fabio Grosso.
Ci racconti qualche retroscena...
Nello spogliatoio, pochi minuti prima dell’inizio della finale, l’atmosfera era carica di tensione. Buffon ruppe il silenzio chiedendo se qualcuno avesse mai visto la Coppa del Mondo da vicino. Nessuno l’aveva vista, ma il capitano Fabio Cannavaro si alzò e con determinazione disse: “Allora andiamo a prendercela e alziamola”. Quell’attimo fu un punto di svolta, un momento in cui si capì che quel giorno sarebbe stato nostro. Durante tutto il torneo, nonostante le turbolenze di Calciopoli, il gruppo rimase unito grazie alla leadership di Lippi. Il mister infondeva serenità anche nei momenti più difficili.
Dopo la vittoria una notte insonne..
Dopo la vittoria, la mia notte insonne con i calciatori fu un mix di adrenalina, euforia e riflessione. I festeggiamenti con la squadra e i tifosi durarono fino all’alba, creando un’atmosfera unica e indimenticabile. I calciatori festeggiarono tutta la notte condividendo la gioia del successo con familiari e amici ricevendo congratulazioni da tutto il mondo.
E quindi il rientro trionfale in Italia
Il rientro in Italia fu un trionfo incredibile. Quando arrivammo a Roma, il Circo Massimo era un mare di tifosi con il tricolore, tutti lì per noi. Attraversammo la città sul pullman, accolti da una folla in delirio. Ovunque si sentiva il “po popo popopoooo”. Al Circo Massimo, centinaia di migliaia di persone con il tricolore ci aspettavano, cantando l’inno di Mameli. La folla impazzita rese questo momento indimenticabile. Roma e l’Italia intera ci accolsero con tricolore e Inno, simboli dell’orgoglio nazionale, e con un amore che non dimenticherò mai. Questi ricordi non sono solo miei, ma appartengono a tutti gli italiani che hanno vissuto quei momenti magici. La nostra vittoria in Germania fu più di un trionfo sportivo; fu un simbolo di riscatto e orgoglio per l’intera nazione.
Parliamo delle questioni legate alla sicurezza: dalla minaccia terroristica ai Mondiali del 2006 alla situazione attuale: cosa è cambiato?
Durante i Mondiali di calcio del 2006 in Germania, la minaccia terroristica era una preoccupazione significativa. A quel tempo, il mondo era ancora profondamente scosso dagli attacchi dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti, dagli attentati di Madrid nel 2004 e dagli attacchi di Londra nel 2005. Questi eventi avevano portato ad un’intensificazione delle misure di sicurezza in tutto il mondo, specialmente in occasione di grandi eventi internazionali come i Mondiali di calcio.
Quali misure di sicurezza furono adottate?
Cooperazione internazionale: Le autorità tedesche lavorarono a stretto contatto con agenzie di sicurezza di altri paesi, condividendo informazioni di intelligence per prevenire potenziali minacce.
Controlli rigorosi: Vennero implementati controlli di sicurezza rigorosi negli stadi, negli hotel delle squadre e nelle principali aree pubbliche.
Tecnologie di sicurezza avanzate: Vennero utilizzati sistemi di videosorveglianza avanzati e tecnologie di rilevamento degli esplosivi.
Presenza visibile della polizia: La presenza della polizia fu massiccia, con agenti armati e pattuglie frequenti nelle aree ad alta affluenza.
Nonostante le preoccupazioni, i Mondiali del 2006 si svolsero senza incidenti di natura terroristica, grazie alla preparazione meticolosa e alla cooperazione tra varie forze di sicurezza.
E la minaccia terroristica oggi?
Negli ultimi anni, il panorama della minaccia terroristica è cambiato e si è evoluto in modo significativo. Diversi fattori hanno contribuito a modificare il contesto di sicurezza globale:
Evoluzione delle organizzazioni terroristiche: Le principali minacce oggi derivano da gruppi come lo Stato Islamico (ISIS) e da attacchi ispirati da Al-Qaeda. Questi gruppi hanno adottato tattiche più decentralizzate, spesso incitando individui a compiere attacchi autonomi.
Uso della tecnologia: I terroristi utilizzano sempre più la tecnologia per pianificare e coordinare gli attacchi, sfruttando le piattaforme di social media per la propaganda e il reclutamento.
Attacchi “lupi solitari”: Gli attacchi condotti da singoli individui radicalizzati senza una chiara affiliazione organizzativa sono diventati una preoccupazione crescente. Questi attacchi sono difficili da prevedere e prevenire.
Quali sono le misure di sicurezza attuali?
Intelligence e cyber-sicurezza: L’uso dell’intelligenza artificiale e dei big data per monitorare e analizzare le comunicazioni sospette è diventato cruciale. La collaborazione tra agenzie di intelligence è essenziale per affrontare minacce globali.
Tecnologie avanzate di rilevamento:I moderni sistemi di sorveglianza includono il riconoscimento facciale e altre tecnologie biometriche per identificare potenziali minacce.
Preparazione e risposta rapida: Le forze di sicurezza oggi sono addestrate per rispondere rapidamente a incidenti di natura terroristica, con piani di emergenza ben definiti per evacuazioni e interventi.
In conclusione, sebbene la minaccia terroristica fosse significativa sia nel 2006 che oggi, la natura delle minacce e le risposte ad esse si sono evolute notevolmente. Oggi, la tecnologia gioca un ruolo cruciale nella prevenzione e nella risposta agli attacchi terroristici, e la cooperazione internazionale rimane un elemento chiave per garantire la sicurezza durante grandi eventi come i Mondiali ed Europei di calcio.
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