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Fede&Tradizione

Festa di S. Antonio al Borgo e ai Tamburi

L’omaggio dei tarantini al santo degli ultimi, con la partecipazione alle processioni e alla benedizione del pane

Festeggiamenti in onore di Sant'Antonio (foto d'archivio)

Festeggiamenti in onore di Sant'Antonio (foto d'archivio)

Si rinnova giovedì 13 l’omaggio a Sant’Antonio, il santo più venerato nel mondo e la cui intercessione è richiesta per i casi disperati. È ritenuto il santo degli umili e proprio su questa caratteristica si fonda l’usanza della benedizione del pane, l’alimento dei poveri, effettuata in molte chiese. A Taranto festeggiamenti si svolgono al Borgo e ai Tamburi.

Borgo

Il territorio della parrocchia di Sant’Antonio, in via Duca degli Abruzzi, coincide con una delle zone più povere del Borgo. Molti gli stabili abbandonati o dove vivono solo pochi anziani che non hanno avuto il coraggio o la possibilità di seguire i figli nei nuovi insediamenti. Negli ultimi anni si va inoltre registrando una cospicua presenza di immigrati. Tante anche le saracinesche abbassate. La vita parrocchiale invece si caratterizza per la sua vivacità d’iniziative e per la cospicua presenza dei giovani. In particolare il parroco mons. Carmine Agresta non manca di sollecitare i fedeli a seguire l’esempio del santo titolare della parrocchia, nella lotta alle illegalità di ogni genere e nell’attenzione agli ultimi.

Giovedì 13, i festeggiamenti prevedono sante messe alle ore 7,30-9-10-11-12, dopo le quali, sul sagrato, sarà benedetto e distribuito il pane. Alle ore 17 avrà luogo la benedizione dei bambini e alle ore 18 la solenne celebrazione eucaristica dell’arcivescovo mons. Ciro Miniero. Al termine uscirà la processione, accompagnata dalla banda musicale “Città di Crispiano” diretta dal m. Francesco Bolognino, col seguente itinerario: via Duca degli Abruzzi, via Dante, via Nitti, via Mazzini, via Duca di Genova, via Oberdan, via Regina Elena, via Bruno, via Duca degli Abruzzi. Prima del rientro, davanti alla chiesa, ci sarà l’allocuzione del parroco che,al termine, impartirà benedizione con la reliquia del santo. Successivamente, in via Criscuolo, momenti di giochi e di festa.

Tamburi

“Caro Sant’Antonio, il pensiero che tra pochi giorni sarai portato in processione per le nostre strade mi attrae e mi sgomenta. Mi attrae perché penso a quanto bene vuoi ancora seminare tra la nostra gente devota e religiosa, ma mi sgomenta al pensiero che troverai persone attaccate ai beni materiali, priva di senso religioso, distaccata dalla chiesa, idolatra, paganizzata. Oggi sei stato messo da parte, sono subentrati surrogati pronti a illudere le menti in visioni di un mondo inneggiante una sfrenata corsa al piacere e al benessere. Caro Santo, a Padova hai ricondotto i dispersi alla Chiesa, ravviva la fede dei nostri fedeli, riporta l’ordine della vita familiare vissuta nell’amore sacro del Matrimonio, guidaci in un cammino di fede, di pace, di attenzioni ai poveri, agli ammalati, ai bambini e intervieni anche Tu presso il Padre per la pace nel mondo”. Tanto è riportato sulla locandina dei festeggiamenti ai Tamburi a firma di don Nino Borsci, parroco della S. Francesco De Geronimo e padre spirituale della confraternita di Sant’Antonio.

Nella giornata del 13 giugno, sante messe si terranno alle ore 7.30 – 8.30 -9.30 -10.30, al termine delle quali sarà benedetto il pane. Alle ore 18, solenne celebrazione eucaristica presieduta dal parroco don Nino Borsci e concelebrata dal vicario parrocchiale don Marcello Lacarbonara. Successivamente si snoderà la processione con sosta per i fuochi artificiali. Presterà servizio l’orchestra di fiati “Santa Cecilia-Città di Taranto” diretta dal m. Giuseppe Gregucci.

La devozione verso Sant’Antonio ai Tamburi risale ai primi del ‘900, nell’allora chiesetta di campagna intitolata sempre a San Francesco De Geronimo.

Famiglie di lavoratori portuali, con l’aiuto dei cantieri navali Tosi, commissionarono una statua del santo, donandola alla chiesetta. Così si dette luogo a una bella festa popolare, con processione, banda e fiera. La tradizione andò sempre più consolidandosi ma il fittizio benessere derivato da una scellerata crescita urbanistica e industriale provocò disaffezione verso la festa, che fu saltuaria e poi non ebbe più luogo. A fine anni settanta un gruppo di parrocchiani e don Nino Borsci decisero di riprenderla, risvegliando la devozione nel quartiere per il santo. Collabora ai festeggiamenti la confraternita di Sant’Antonio, nata nel 1860 nell’ex convento di San Francesco, in Città vecchia e giunta ai Tamburi dopo aver avuto sede in Sant’Agostino.

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