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Rimesse degli immigrati

Ecco quanto inviano in patria da Taranto

Negli ultimi dieci anni si registra un incremento di circa il 90%

L'elaborazione della Fondazione Leone Moressa

L'elaborazione della Fondazione Leone Moressa

Trentanove milioni di euro inviati in patria.

A tanto ammonta l’importo complessivo delle rimesse inviate dagli immigrati residenti nella provincia di Taranto.

Negli ultimi dieci anni, impennata nella provincia jonica

I dati della Banca d’Italia (riferiti all’anno 2023) sono stati oggetto di una elaborazione della Fondazione Leone Moressa.

In Puglia le rimesse degli immigrati raggiungono la cifra di 293 milioni di euro. Svetta Bari e la sua provincia con 102 milioni di euro. A seguire Foggia (59 milioni di euro) e Lecce (56 milioni di euro).

Negli ultimi dieci anni (2013-23) si è registrata una impennata delle rimesse inviate dalla provincia jonica (+89,6%). Leggera flessione, invece, rispetto al 2022 (-2,1).

L’importanza delle rimesse

Le rimesse rappresentano lo strumento principale attraverso cui i migranti internazionali contribuiscono allo sviluppo dei paesi d’origine. Basti pensare che, nei paesi a basso e medio reddito, i fondi inviati dai migranti ai loro cari superano il valore combinato dell’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) e degli investimenti diretti esteri.

I flussi dall’Italia

Secondo i dati forniti dalla Banca d’Italia, nel 2023 sono stati inviati dall’Italia 8,2 miliardi, in lieve diminuzione rispetto al 2021 e 2022. Considerando le rimesse “invisibili” (es. contanti consegnati a mano, invio di regali, ricariche telefoniche)  , il volume complessivo delle rimesse potrebbe oscillare tra 9,4 e 11,9 miliardi.

Paesi di destinazione

Il Bangladesh si conferma la prima destinazione con 1,2 miliardi di euro, pari al 14,3% del totale. Seguono Pakistan e Filippine.

Nell’ultimo anno sono in calo quasi tutti i principali Paesi, ad eccezione di Georgia, India, Sri Lanka, Perù e Tunisia.

Negli ultimi dieci anni sono aumentati i flussi verso tutti i principali Paesi, fatta eccezione per Romania (-56,1%) e Brasile (-25,2%).

Confronto 2013-2023

Confrontando la distribuzione delle rimesse nel 2023 con quella di dieci anni prima, emerge un profondo cambiamento.

Nel 2013, quasi un quinto delle rimesse si concentrava verso un solo Paese (la Cina).

Nel 2023, invece, si ha una maggiore distribuzione e nessun Paese raggiunge il 15%.

La Cina è sostanzialmente scomparsa dai flussi principali (appena 9 milioni nel 2023) e anche la Romania ha subito un calo significativo, essendo oggi solo il sesto Paese.

Media pro-capite

La disomogeneità dei flussi per nazionalità emerge chiaramente confrontando i valori pro-capite ovvero il rapporto tra rimesse e popolazione residente per ogni Paese d’origine. In questo caso sono considerati tutti i residenti di ciascuna nazionalità, indipendentemente dalla condizione lavorativa o dall’età.

Al 1° gennaio 2023 la popolazione straniera residente in Italia ammonta a 5,1 milioni, per cui il valore pro-capite delle rimesse è di 133 euro mensili.

Osservando le prime 20 comunità straniere presenti in Italia, i valori massimi si registrano tra i cittadini del Bangladesh (558 euro medi pro-capite).

Anche Pakistan e Filippine registrano valori superiori a 300 euro mensili pro-capite.

Nettamente sotto la media, invece, i Paesi del Nord Africa (Marocco, Tunisia, Egitto) e quelli dell’Est Europa (Moldavia, Ucraina, Romania). In questi casi è facile ipotizzare che vi sia un peso significativo delle cosiddette rimesse “invisibili”.

Infine, il valore della Cina, rapportato alla popolazione cinese residente in Italia, evidenzia il paradosso di appena 3 euro mensili inviati mediamente.

Dettaglio territoriale

Oltre un quinto delle rimesse parte dalla Lombardia (1,8 miliardi).

La seconda Regione è il Lazio, con 1,2 miliardi. Segue l’Emilia-Romagna, con quasi 850 milioni inviati nel 2023.

A livello di singole province, Roma supera il miliardo di euro inviato nel 2023; segue Milano, con 928 milioni.

Quasi un quarto di tutte le rimesse italiane parte da queste due città. Seguono Napoli e Torino, rispettivamente con 365 e 272 milioni di euro.

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