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La terza strage sul lavoro del 2024
07 Maggio 2024 - 08:22
Cinque morti a Casteldaccia, è il drammatico bilancio dell'ennesimo incidente sul lavoro dopo i 7 a Suviana e i 5 della Esselunga a Firenze. L'ultimo grave disastro collettivo, mentre la cronaca di ogni giorno registra singoli incidenti e morti isolate, spesso ignorate se non dai media locali.
Siamo di fronte ad una ferita sociale che non conosce tregua.
Numeri dietro ai quali si celano tragedie immani per tutti i familiari che restano a sopportare il dolore per i loro cari deceduti mentre svolgevano il proprio lavoro. Un dramma nazionale, che colpisce prevalentemente il Mezzogiorno.
Ogni morte bianca socialmente ci riguarda.
Le chiamano “morti bianche” per connotarle con la neutralità della responsabilità. Nessuno sa di chi è la colpa. La tragica fatalità non c'entra niente. Sono la conseguenza della negligenza, della precarietà, dello sfruttamento. Pochi controllano che sia tutto in regola. Non è giusto morire per lavoro, qualunque sia l'occupazione, regolare o irregolare, per la quale ci si sveglia ogni mattina. Non è giustp perdere la vita facendo un'attività, che si ama o non si ama, ma per la quale si viene pagati. O sottopagati...Capita che si muoia al primo giorno come all'ultimo. O che si muoia quando, messi a riposo per il raggiungimento dell'età, si continua a lavorare in nero, per aggiungere soldi alla pensione o soltanto per sentirsi ancora socialmente attivi.
Il prezzo maggiore lo paga il Sud: Le regioni a maggior rischio di infortunio mortale sono: Abruzzo, Umbria, Basilicata, Puglia, Molise, Campania, Calabria e Sicilia. L'incidenza più elevata si registra nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni.
Dietro ad ogni morte spesso c’è un'imprudenza, una leggerezza, la fretta, la disattenzione, una mancata osservanza di qualche norma o dispositivo individuale di sicurezza. Ci sta l'imperizia, la mancata sorveglianza e la mancata denuncia di condizioni non idonee.
Il Presidente Sergio Mattarella, chiede "che sia fatta piena luce sulle dinamiche dell'incidente". Le responsabilità saranno accertate, ma ciò che conta è che il lavoro realizzi la vita e non la morte!
Alle famiglie delle vittime va il mio sincero cordoglio, l’apprensione per il lavoratore che si trova in rianimazione.
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