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Il caso

Paradosso Taranto, c’è la raffineria ma... la benzina costa di più

«Assurdo non riuscire ad ottenere un ristoro diretto per i cittadini»

Benzina

Confartigianato chiede "ristori" per i tarantini

«Ogni tanto torniamo a domandarci come mai a Taranto paghiamo la benzina più cara rispetto a molte altre province italiane. E’ una situazione piuttosto strana considerato che a Taranto abbiamo una raffineria e quindi il prezzo alla pompa dovrebbe essere inferiore, visto i costi del trasporto di fatto molto esigui. Eppure la storia continua ad andare così».

É la denuncia di Fabio Paolillo segretario provinciale di Confartigianato in riferimento ai prezzi per l’acquisto di carburante.

«E’ noto che sono tre i fattori che incidono sui prezzi della benzina: le imposte (in misura del 50-60%); il prezzo reale del greggio (detto platz) ed infine il ricavo industriale, tra cui rientrano i costi di gestione ed il trasporto (con una incidenza intorno al 10%). Sui primi due non si può far nulla, ma sul terzo sì, ed allora dove sta il vantaggio derivante dal risparmio in termini di costi di trasporto per Taranto? - s’interroga Paolillo - Strabiliante è stato poi apprendere, martedì, da tutti i tg nazionali, che Bolzano e la Puglia registrano il prezzo più alto della benzina in Italia».

Fabio Paolillo, segretario provinciale Confartigianato Taranto

«Ed allora abbiamo percorso martedì e mercoledì mattina la città, per rilevare con estremo zelo il prezzo alla pompa in alcune zone trafficate come viale Virgilio, viale Magna Grecia, via Ancona, via Umbria: il prezzo della benzina a 1,999 euro praticato da diverse stazioni di carburante fa davvero impressione. Abbiamo prezzi molto più alti del costo medio in Puglia (già record nazionale di giornata martedì) di 1,943 euro al litro. Ora si comprende bene come la situazione diventi insostenibile per tutti: lavoratori, imprenditori, cittadini, pensionati, le cui conseguenze sono già state ampiamente analizzate e discusse in questi ultimi non facili anni».

Il segretario provinciale di Confartigianato, quindi, chiede “ristori” per i tarantini.

«Vogliamo rimanere sul tema Taranto - raffineria - prezzo alla pompa e provare a sfatare un tabù tutto tarantino, un argomento quasi “sacro e proibito”, forse per non creare imbarazzo alla generosità di qualche società leader del mercato. Ma nell’ambito dei ristori per la città, a sua volta davvero sempre generosa nei confronti della grande industria, si potrebbe ottenere uno sconto sulla benzina per i tarantini?

Una veduta della raffineria Eni di Taranto

Le compensazioni di carattere ambientale versate da Eni e da suoi partner per Tempa Rossa - osserva Fabio Paolillo - sappiamo riguardare importanti interventi individuati dall’attuale Amministrazione comunale, come una quota parte del cofinanziamento della riqualificazione del complesso Ex Baraccamenti Cattolica, il finanziamento del Progetto Riqualificazione Aree Verdi e del progetto Faros del porto di Taranto. Un buon risultato, ma crediamo non possa essere esaustivo. In Basilicata, ad esempio, oltre alla cospicua percentuale sulle royalty prevista per legge, ai cittadini patentati è stata assegnata per diversi anni una “bonus card” per l’acquisto gratuito di carburante, mentre attualmente i cittadini beneficiano dell’azzeramento della componente energia sulla bolletta del gas, con un risparmio netto del 60%. Ora sappiamo che le multinazionali dell’energia e del petrolio fanno sempre ottimi ricavi, e quindi per la martoriata Taranto possono sicuramente fare di più. Allora - conclude il segretario di Confartigianato Taranto - proviamo tutti insieme a fare squadra. Rivalutiamo questo sistema di compensazioni ambientali, ed insieme ai nostri amministratori locali e regionali, ai nostri rappresentanti politici, proviamo ad ottenere da Eni e le altre grandi imprese dell’energia che lavorano sul territorio, prezzi migliori, perché, francamente, pagare la benzina che produciamo sul posto ad un prezzo addirittura molto più alto della media nazionale, con tutti i pesanti risvolti ambientali per il territorio, sa di beffa. Secondo noi si può fare».

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