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Il caso

Tecnopolo, il balletto dei milioni

Stanziati tre milioni di euro, ma non mancano le polemiche

Una veduta di Taranto

Una veduta di Taranto

La sede ancora non c’è. Le polemiche, invece, non mancano, in merito al Tecnopolo del Mediterraneo di Taranto. «Siamo al paradosso. Alla notizia dei tre milioni di euro destinati al Tecnopolo la maggioranza si attribuisce meriti e fregi. Mentre da Palazzo Chigi ci viene chiesta “collaborazione” sulle riforme istituzionali, c’è chi con grande disonestà intellettuale si prende i meriti dell’alacre lavoro portato avanti dal MoVimento 5 Stelle nell’ambito del Cantiere Taranto voluto dal Governo Conte II». Il senatore tarantino Mario Turco, vicepresidente del Movimento Cinquestelle, attacca la maggioranza  e l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. «Ormai siamo abituati ad assistere alle capriole di un governo vuoto di contenuti che ha bisogno di attribuirsi meriti altrui per motivare la sua esistenza. Nostra l’attività istruttoria sul Tecnopolo del Mediterraneo, così come sono nostre l’interrogazione parlamentare per accelerare la nomina della governance (ancora assente dopo i ritardi accumulati dai Governi Draghi e Meloni) a seguito dell’approvazione da parte della Corte dei Conti di atto costitutivo e statuto, e nostro è l’emendamento al Dl Milleproroghe per far slittare al 2025 la scadenza dei 9 milioni già stanziati dal Governo Conte II. Interrogazione rimasta inascoltata ed emendamento bocciato, ma adesso si urla al “miracolo” per questi 3 milioni. Siamo davanti all’ennesima prova di un governo autoreferenziale e incapace di ascoltare chi il Tecnopolo del Mediterraneo lo ha ideato e sviluppato».

Prima di Turco, dal Partito Democratico era stato il consigliere regionale Enzo Di Gregorio a stigmatizzare il comportamento del centrodestra. «La lunga e, per molti versi ancora incerta, vicenda del costituendo Tecnopolo di Taranto, registra in questi giorni una novità. La Commissione Finanze e Affari sociali della Camera, ha approvato un emendamento che prevede un contributo di tre milioni di euro per il 2023. La somma servirà – riferiscono i resoconti giornalistici - ad assicurare l’operatività della Fondazione Istituto di Ricerche Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile con sede a Taranto. Su questo emendamento ho sentito risuonare fanfare a festa e trionfalistiche prolusioni. Eppure, l’originaria dotazione finanziaria per il Tecnopolo ammontava a 9 milioni di euro. Due mesi fa, nella discussione in Senato sul Milleproroghe, non è passato l’emendamento (del sen. Turco) che prevedeva la proroga dei 9 milioni per il biennio 2023/2024. Due mesi dopo, però, la stessa maggioranza che aveva bloccato l’emendamento sui 9 milioni, ne ha fatto approvare un altro che ne stanzia solo 3. Il Tecnopolo di Taranto, quindi, ha perso 6 milioni di euro e non penso ci sia nulla da festeggiare. Gli aspetti finanziari non sono gli unici incerti. Sulla futura sede del Tecnopolo non c’è, al momento, una decisione definitiva. Ci sono diverse ipotesi in campo e auspico, a tal proposito, che sia confermata la volontà di istituire sul territorio di Taranto questa importante struttura. Sono da costruire, infine, il perimetro operativo del Tecnopolo e la sua governance. Per entrambi è necessario coinvolgere gli stakeholder del territorio e le istituzioni locali. Solo così il Tecnopolo potrà diventare un vero riferimento nel percorso di transizione ecologica ed energetica, ormai improrogabile».

Ad annunciare il disco verde da parte della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati era stato Dario Iaia: «Via libera all’emendamento che mi onoro di aver presentato come primo firmatario e fortemente sostenuto assieme alla collega Ylenja Lucaselli, per assicurare l’avvio dell’Istituto di Ricerche Tecnopolo Mediterraneo di Taranto» aveva dichiarato il coordinatore provinciale Fratelli d’Italia di Taranto e componente della commissione parlamentare Ambiente, territorio e Lavori pubblici. «Si tratta di un contributo pari a 3 milioni di euro per l’anno 2023 in favore di un centro che farà da volàno nella ricerca e sperimentazione delle energie rinnovabili e delle tecnologie verdi.

Di queste risorse, dopo anni di immobilismo, si era persa traccia durante il governo a guida Pd e M5S ed oggi, aver ridato impulso reale al Tecnopolo è un passo avanti di grande rilevanza per il territorio jonico e per gli studi nazionali in questo campo. Non ci può essere transizione ecologica se non si potenziano le misure per concretizzare questo importante passaggio per tutto il Paese, ma ancora di più per una città come Taranto che può e deve riscattarsi anche attraverso lo sviluppo di una economia pulita. Ora, occorrerà individuare una sede stabile e comporre gli organismi che avranno il compito di dare avvio alle attività del Tecnopolo».

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