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Il libro
04 Maggio 2023 - 17:55
Da destra: Alfonso Guida, Barbara Gortan, Silvio Raffo, Aldo Perrone
La serata all’Acclaviana, il 27 scorso, a Taranto – per la presentazione del libro “Khnopff” del poeta Alfonso Guida -, con un pubblico foltissimo e attento, è stata aperta dall’attrice Roberta Fiordiponti con la lettura di due poesie. Quindi, presentati da Enzo Ferrari, sono intervenuti l’assessore alla cultura Fabiano Marti – con un caldo saluto della città – l’editore Antonio Mandese e Barbara Gortan – che hanno presentato le ragioni della pubblicazione. Aldo Perrone per delineare la poetica del testo; Silvio Raffo, con un happening di grande fascino, tra spiegazione ed interpretazione. Infine il Poeta ha concluso la serata leggendo sue poesie dal testo. Il pubblico ha partecipato intensamente, rispondendo con entusiasmo ad una serata quasi magica, legata ai contenuti di particolare efficacia della poetica di Alfonso Guida. L’associazione culturale Gruppo Taranto e Museion Società Cooperativa, organizzatori, hanno dato appuntamento per una nuova serata di poesia, e del medesimo tenore culturale. Ospitiamo qui l’intervento critico di Aldo Perrone, scrittore e presidente dell’ass. cult. Gruppo Taranto.
“Khnopff”, richiama il pittore simbolista belga, vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento. È un quadro incontrato a vent’anni e mai più scomparso, fedele, un compagno fido, avremmo detto. Fino all’omaggio con questi venti componimenti scritto in un’aria di silenzio non affollato ma musicato da una realtà sempre più minacciata di estinzione: il Sud dei paesi d’entroterra. Qui non c’è commiserazione né lamento. C’è il contrario.
Quanto ho detto lo sente e lo dice anche il poeta stesso, Guida. Vi aggiungo che si tratta anche di un viaggio letterario, di memorie di letture incise come ferite, e ancora vive. Questo è il “Khnopff” di Guida, un discorso disincantato, che ama stare nei suoi confini e che proprio da un’idea altissima e necessaria di confine trae la sua forza, la sua libertà. Il verso procede, altre volte, come un assillo che prema il cuore (o l’anima o la psiche, come si voglia dirlo). In liriche che fanno pensare che ogni realtà vivente sia nel destino personale, come si volesse affermare – e testimoniare – che non si possa essere soggetto del destino senza esserne oggetto. Tutto questo vale per persone e cose, per la natura da lui assai amata, che in più suoi testi poetici trova una sua ragion d’essere; vale per il protagonista di molte liriche, che è l’uomo nella sua profonda umanità.
E la Natura – con la maiuscola – è compagna della sua tensione verso l’essenziale, l’insostituibile (quel che è alla radice). “Cerca la vermena che investì la percezione / del sacrificio, il rosso delle bacche / nel cespuglio verde scuro, un verdognolo / severo canonico, ma festivo, / come di altare allestito per il Corpus Domini. / Cerca la cinghia stretta dei libri e il fagotto imbastito (Da “Un sapere nascosto”). Appunto, come si legge, essenziale come la presenza della natura. Approfondire il proprio io, guardarlo senza reticenze, per quel che davvero è e si presenta. Una sincerità che a me fa pensare alle poesie di Cesare Brandi, purtroppo poco note rispetto al loro valore, che, come scrisse Maria Luisa Spaziani, in parte all’unisono con chi qui scrive, inseriva “quella coscienza morale e civile che può emergere anche cantando la violetta, e rivela tutto un mondo di consapevolezza, uno spessore”. Sì, uno spessore poetico di rara forza e, se me lo si consente, magia. Nella sua collana di poesia “Due Mari”, per la tarantina Casa del Libro, Barbara Gortan presenta il poeta Alfonso Guida con il nuovissimo testo “Khnopff”, un titolo in tedesco per un libro di poesie italiane. Dopo aver pubblicato nove libri di poesia di quasi dieci anni (“Il dono dell’occhio” - 2011, “Irpinia” - 2012; “Ad ogni passo del sempre” – 2013, “L’acqua al cervello è una foglia” – 2014, “Poesie per Tiziana” – 2015, “Luogo del sigillo” – 2016, “Conversari” – 2021, “I Penati” – 2021, “Il tassidermista” – 2022) ora Alfonso Guida porge la sua decima fatica poetica. Se “Khnopff” - il titolo -, viene da Fernand Khnopff, pittore belga, a cavallo tra Ottocento e Novecento, che aveva il merito di opere di enigmatico simbolismo (una in particolare ha affascinato il poeta) perché legate alla sua visione della vita, le liriche di Guida portano un verso che prende l’amore ed i suoi rapporti, con un esplicita densità che sarebbe piaciuta al Pasolini di “Petrolio”.
E di Pasolini nel testo di una poesia di questa raccolta compare anche una citazione; ed altra volta il suo nome è in un verso. Chiudiamo con un sospiro di verità: “Non ricamo, ma ragiono, ragiono. / Sto attento alle esecuzioni, ai riti marginali. / Circoscrivo a piccoli fili di delinquenza / l’assetto circolare del paese, che sono.” (Da “Le voci dell’aver visto”).
Aldo Perrone
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