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Elezioni

La giornata politica: il tema dell'ambiente

Gli interventi, gli incontri, i confronti: Taranto verso il voto

Una veduta di Taranto

Una veduta di Taranto

Il tema dell'ambiente si prende la scena, nella "giornata politica" di una città, Taranto, che si appresta al voto per l'elezione del nuovo sindaco e del nuovo consiglio comunale.

Le parole di Lazzaro 

Un importante segnale di sostegno è giunto oggi a Taranto, con la visita del Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, presso il comitato elettorale del candidato sindaco Luca Lazzàro. Accompagnato dall'On. Vito De Palma e dal Consigliere Regionale Massimiliano Di Cuia, il Ministro ha ribadito l'attenzione del Governo Meloni e di Forza Italia verso la candidatura di Lazzàro, ex presidente di Confagricoltura Puglia, e verso il futuro della città.

Durante l'incontro con i media, sono state affrontate le questioni cruciali legate alla transizione ecologica e allo sviluppo sostenibile del territorio. Il candidato sindaco Luca Lazzàro ha sottolineato: "Taranto ha sofferto tanto, ora servono risposte concrete, quelle che sta dando il Governo Meloni. Decarbonizzazione e chiusura delle fonti inquinanti sono punti fondamentali del nostro programma. Vogliamo riqualificare il brand Taranto, facendola diventare una capitale green. Un obiettivo raggiungibile solo con il sostegno del Governo".

Il Ministro Pichetto Fratin ha espresso pieno supporto alla candidatura di Lazzàro: "Luca conosce il territorio e ha l'autorevolezza per guidare questa città. Crede in Taranto e nel suo potenziale. La sua posizione strategica e il suo porto hub la rendono una porta sul Sud del mondo. Taranto può solo crescere". Sulla questione ambientale, Pichetto Fratin ha aggiunto: "La decarbonizzazione è fondamentale per la salute dei cittadini e per lo sviluppo futuro. Stiamo seguendo da vicino la questione ex Ilva, con l'obiettivo di creare l'impianto più moderno d'Europa. Abbiamo garantito un miliardo di euro e lavoriamo per creare le condizioni affinché Luca Lazzàro possa realizzare la sua visione per la città. L'AIA è una procedura di una commissione indipendente, confido in una soluzione positiva, che garantirebbe un futuro e la possibilità di investire il miliardo stanziato".

Tacente: «Chiarezza sull'incidente nel Siderurgico»

«L'incendio che si è verificato all'Altoforno 1 dell'ex Ilva non è solo un episodio grave in sé: è l'ennesima conferma di quanto la nostra città continui a vivere sotto il peso dell'incertezza, della paura e della precarietà, sia sul piano della sicurezza che su quello ambientale. Non è più tollerabile che Taranto venga lasciata in balìa di impianti obsoleti, pericolosi e inquinanti. E chiediamo sia fatta subito chiarezza. Ogni incidente, ogni nube, ogni sirena che risuona è un colpo inferto alla salute dei cittadini, all'ambiente, e al futuro di un'intera generazione. Serve un cambio di passo deciso. Serve una visione chiara. E noi ce l'abbiamo. La decarbonizzazione non è uno slogan, è l'unica strada percorribile, insieme alla valutazione dell'impatto sanitario. È tempo di voltare pagina con coraggio: impianti moderni, sostenibili, sicuri e compatibili con la vita e la salute. Basta soluzioni tampone, basta promesse mancate. Il futuro di Taranto passa da un'industria che rispetti le persone e il territorio. Noi non accetteremo passi indietro. Noi non permetteremo che Taranto venga ancora sacrificata. Pretenderemo rispetto. Pretenderemo verità. E costruiremo, insieme ai cittadini, una nuova visione per questa città». Così il candidato sindaco Francesco Tacente.

Coalizione Tacente, si presenta la lista Noi Taranto

Sarà presentata martedì 13 maggio alle ore 19 al Bistrot Nicanto, in via Largo Blasi 2, nella città vecchia, la lista Noi Taranto a supporto della larga coalizione di ispirazione civica e moderata a sostegno del candidato sindaco Francesco Tacente.

Incendio all'ex Ilva, dichiarazione del candidato sindaco Piero Bitetti

Se qualcuno pensa che la Taranto dei prossimi dieci anni sarà identica a quella attuale, si sbaglia di grosso. Noi ci candidiamo a guidare con determinazione una transizione coraggiosa e irreversibile, che ci porterà fuori dalla dipendenza da una monocultura industriale incentrata sull'acciaio, verso un nuovo modello di sviluppo basato sulla diversificazione, sull'innovazione sostenibile e sul rispetto del territorio.

Sappiamo bene che la transizione richiede tempo, e lo diciamo con la serietà di chi non intende illudere i cittadini con promesse irrealizzabili. Ma il tempo non può e non deve diventare un alibi per restare immobili. Ogni giorno perso è un giorno sottratto al futuro di Taranto.

Il diritto alla salute non è negoziabile. Lo ribadiamo con forza: il Comune di Taranto sarà in prima linea, utilizzando ogni strumento previsto dalla legge, per difendere la salute pubblica e l'ambiente. La tutela del territorio non sarà più una subordinata. Interverremo con rigore, anche nel riesame dell'AIA, affinché le prescrizioni ambientali riflettano subito e concretamente l'urgenza di questo cambiamento.

Allo stesso modo, non possiamo ignorare i diritti dei lavoratori. Ogni lavoratore ha diritto a condizioni di lavoro sane, sicure e dignitose, come sancito dall'articolo 31 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea. È nostro dovere garantire che la transizione industriale non avvenga a scapito della sicurezza e del benessere dei lavoratori.

Non sacrificheremo mai i diritti dei tarantini sull'altare di una produzione "a ogni costo". Questo approccio, che ha segnato dolorosamente la storia della città, per noi è chiuso per sempre. Taranto merita un futuro pulito, giusto e finalmente libero da ricatti ambientali e occupazionali. A dichiararlo è Piero Bitetti.

Pagano: «A Taranto un disastro»

“Non poteva esserci accoglienza più emblematica per l’inutile passerella del Ministro Pichetto Fratin a Taranto. Un incidente che ci auguriamo con tutto il cuore che non abbia fatto vittime e feriti ma che rappresenta alla perfezione il disastro che si sta compiendo a Taranto. L’incendio di questa mattina, divampato proprio nell’altoforno riattivato dai commissari AdI lo scorso ottobre, dimostra che la situazione della fabbrica è oltre ogni livello di criticità. Si tratta di un disastro che non arriva per caso, ma che è frutto della scelleratezza con cui questo Governo sta gestendo il dossier dell’ex Ilva.”
Così Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito Democratico. Per la segretaria provinciale del Pd Anna Filippetti «Mentre la Commissione Europea ha inviato una nuova lettera di messa in mora all'Italia per il mancato recepimento corretto e integrale della Direttiva sulle emissioni industriali (Direttiva 2010/75/UE), e per la violazione di alcune sue disposizioni — in particolare riguardo alla gestione dello stabilimento Acciaierie d'Italia (ex Ilva) di Taranto e alla relativa autorizzazione ambientale — nell'Altoforno 1 divampano le fiamme. Lo stesso Altoforno che per il commissario straordinario di Acciaierie d'Italia rappresentava il primo passo necessario che avrebbe portato alla decarbonizzazione e all'implementazione dei forni elettrici. Fortunatamente non si registrano feriti, ma si tratta dell'ennesimo segnale evidente di una situazione ormai insostenibile. Non è accettabile che cittadini e lavoratori siano esposti quotidianamente a simili rischi.
Non è più tollerabile che la salute di un intera comunità sia subordinata al profitto cieco. Nel frattempo, la nuova AIA, presentata proprio oggi a Taranto dal Ministro Pichetto Fratin — in una coincidenza che ha il sapore di uno strano scherzo del destino — prevede l'utilizzo del carbone per altri 12 anni e non applica pienamente la Direttiva europea sulle emissioni industriali. Una scelta che vanifica il lavoro svolto dai nostri parlamentari PD come l'onorevole Pagano e del  governo regionale guidato da  Michele Emiliano che hanno creduto e si sono impegnati a fondo per ottenere finanziamenti destinati alla decarbonizzazione, alla conversione con forni elettrici e alla definizione di un accordo di programma.

Turco e Donno (M5S): «Ennesimo incidente»

"Mentre il Ministro dell'Ambiente Fratin è a Taranto a 'fare passerella' per i suoi interessi di partito, in quel catorcio fatiscente dell'ex Ilva di Taranto si è verificato l'ennesimo incidente che per fortuna, questa volta, non ha coinvolto alcun lavoratore. Apprendiamo che si è sviluppato un incendio a causa dell'esplosione di una tubiera sul piano di colata dell'Afo1: lo stesso altoforno che era stato riattivato dai commissari straordinari di Acciaierie d'Italia lo scorso ottobre, dopo aver investito diversi milioni di denaro pubblico. Non è neppure il caso di esprimere la nostra indignazione mista a preoccupazione: adesso è lo sgomento a prendere il sopravvento, rispetto ad una politica industriale folle e pericolosissima portata avanti dal Governo Meloni, che con questo episodio dimostra di essere disposto a camminare sui corpi degli operai che lavorano ogni giorno in quella fabbrica in nome della mera produzione industriale. Quante morti bianche, quanti infortuni sul lavoro abbiamo già contato nel siderurgico di Taranto. Sin dal primo giorno del suo insediamento questo Governo ha condannato Taranto a restare quella 'zona di sacrificio' narrata dall'Onu. Fratin si assuma le responsabilità del dicastero che rappresenta, e da Ministro dell'Ambiente blocchi questa bomba ad orologeria chiamata ex Ilva. D'altro canto, il Ministro Urso faccia ammenda di quanto verificatosi nell'odierna mattinata e sospenda il rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale. Con queste prospettive come si fa ad autorizzare l'aumento della produzione a carbone da 3 a 6-8 milioni di tonnellate? I lavoratori e i cittadini di Taranto lo gridano da decenni: non si può più vivere così. Il MoVimento 5 Stelle è l'unica forza politica che continua a schierarsi senza compromessi dalla parte di chi chiede giustizia e legalità; contro chi inquina impunemente e mette a rischio la salute di lavoratori e cittadini ogni giorno. Continueremo a farlo, in Parlamento come in Regione ed al Comune dopo le prossime Amministrative chiedendo chiusura delle fonti inquinanti, accordo di programma e riconversione dello stabilimento". Lo afferma in un comunicato stampa il Sen. Mario Turco, Vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, nonché Coordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Impresa.
“L’ennesimo incidente che si è verificato oggi all’Ex Ilva, che per fortuna non ha causato vittime o coinvolto alcun lavoratore, dimostra ancora una volta come il governo guidato da Giorgia Meloni non si metta alcuno scrupolo neanche di fronte ai rischi legati alla gestione fallimentare di uno stabilimento che pesa come un macigno sui cittadini. La politica industriale portata avanti dalle destre calpesta ogni speranza di dare un futuro a tutti i lavoratori e le persone che vogliono poter vivere senza dover mettere a rischio la propria vita. Il progetto che sta portando avanti la maggioranza è inaccettabile. Noi diciamo no all’autorizzazione integrata ambientale di cui il governo Meloni vorrebbe usufruire per aumentare la produzione a carbone fino a 6-8 milioni di tonnellate, con l’Afo2 che diventa un inceneritore dove bruciare 60mld di tonnellate. Con questa maggioranza Taranto continua a essere una terra di sacrificio. Da tempo abbiamo chiesto di sospendere tutte le fonti inquinanti, bloccare l’autorizzazione integrata ambientale, e di non sperperare ulteriori risorse pubbliche dato che è in vista la riaccensione degli altiforni per un miliardo e mezzo di soldi pubblici. Chiediamo inoltre di avviare un processo di riconversione green dell’industria siderurgica, e che una volta per tutte vengano rispettati i cittadini di Taranto”. Così in una nota il deputato M5S Leonardo Donno.

Bonelli: «Taranto non merita questo»

«Questa mattina a Taranto si è verificato l'ennesimo incidente all'interno dello stabilimento ex Ilva: una colonna di fumo nero si è alzata dall'Altoforno 1, dopo un'esplosione. Un episodio gravissimo, che mette ancora una volta a rischio la salute dei cittadini e dimostra quanto siano pericolosi e fuori controllo quegli impianti. E proprio oggi, con quale coraggio il ministro Pichetto Fratin si presenta a Taranto? Non per affrontare l'emergenza, ma per una passerella elettorale a sostegno di Forza Italia, il partito che nel 2011 concesse la prima AIA con il governo Berlusconi e la ministra Prestigiacomo, azzerando la commissione IPPC che stava lavorando su standard ecologici stringenti. Pichetto Fratin si accinge ad autorizzare una nuova AIA che rappresenta una condanna alla malattia per Taranto, perché prevede per altri 12 anni l'uso del carbone e non applica la direttiva europea sulle emissioni industriali inquinanti. L'AIA che propone Fratin riporta Taranto alla gestione mortale dei Riva: un disastro sociale, ambientale e sanitario. Quando ho presentato un'interrogazione parlamentare sui picchi di benzene, la risposta del ministro è stata fredda, burocratica, negazionista. Taranto non merita questo. Il coraggio non è venire qui a fare campagna elettorale. Il coraggio è fermare l'inquinamento, bonificare e restituire salute e dignità a una città martoriata». Così in una nota Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e parlamentare AVS.
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