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Virgole Golose
15 Dicembre 2024 - 06:18
Uomo e donna in cucina
A Roma per esigenze medico-sanitarie ad incastro con una cena di Goliardia (no, non è morta!) ho, come sempre, fatto visita ad una grande libreria che ha una interessante (anche se costosetta) sezione di modernariato-antiquariato, ed una di remainders (libri invenduti ormai fuori commercio, riprezzati e messi in vendita a buon prezzo) dove si possono trovare autentiche chicche o anche solo curiosità.
Come il libro di cucina, apparso nel 1935, di cui vi parlerò in questa puntata di Virgole golose: “Ricette di Petronilla” (Edizioni Olivini, Milano). Petronilla era il nom de plume (ispirato al personaggio femminile di un fortunato fumetto dell’epoca, Jiggs & Maggie, di Geo McManus, nato nel 1913 ed approdato in Italia nel 1921, come Arcibaldo e Petronilla, sulle pagine del Corriere dei Piccoli, il settimanale per bambini del Corriere della Sera; beninteso non col “fumetto” ma con poesiole in rima, come usava all’epoca) dell’autrice della fortunata rubrica “Tra i fornelli” che dal 1930 usciva sul popolarissimo supplemento illustrato settimanale del Corriere della Sera, La Domenica del Corriere.
Con un lessico ed un argomentare già molto datati negli anni Trenta, Petronilla dispensava pillole di filosofia di vita coniugale che oggi appaiono raccapriccianti ed ammanniva ricette “leste a fare, di posa spesa, di ottimo gusto”, abbastanza variate da non far venire a noia il desinare quotidiano al marito (e ai figli), “ché nulla a noi mogli vale, a tenerci ben strettamente legati i mariti, quanto il... blandirli con una buona mensa casalinga”. Il ruolo della donna in cucina si era nel corso del tempo fortemente differenziato da quello degli uomini: alle prime toccava la preparazione del desinare quotidiano, casalingo, e la gestione della casa e delle sue provviste (l’economia domestica); ai secondi l’alta cucina, quella delle case nobiliari o dei nuovi ricchi, i ceti borghesi e professionali emergenti del mondo moderno; e quella dell’alta ristorazione, che fu in un certo senso il portato del crollo delle grandi maison nobiliari causato dalla Rivoluzione Francese.
Petronilla, dicevamo, inaugura la propria rubrica nel 1930, e nel 1935 pubblica il primo libro, “Ricette di Petronilla”. Gioisce perché il marito le ha regalato anche per la casa di villeggiatura al mare, dov’egli la raggiunge nel fine settimana poiché deve restare in città al caldo a lavorare, un fornetto riscaldabile sulla brace o sulla fiamma a gas (“io lo desideravo tanto, perché quello ch’è annesso alla mia grande cucina a gas, rendeva poco e consumava assai. – Vedrai (gli ho detto) quanti buoni piattini ti farò, ora che questo economico forno lo posseggo anch’io!”) e s’ingegna a proporre piatti, anche economici, che abbiano però aspetto “assai sciccoso”.
“Si ha un bel predicare l’emancipazione nonché l’istruzione superiore femminile, ma la sacrosanta verità sarà sempre questa: che noi donne, per essere felici, dobbiamo sentirci molto amate dai nostri mariti, e per sentirci dai mariti molto amate ed apprezzate – premette alla ricetta degli gnocchi alla romana – più della filosofia, della letteratura, della politica e della... emancipazione, sempre ci è valso – e sempre ci varrà – il saper preparare una buona e, soprattutto, varia mensa famigliare”. Verrebbe da pensare che Petronilla fosse una signora della buona borghesia, non eccessivamente colta, dedita a propagandare l’Italian way of life, in totale sintonia col regime, la virtù della brava donnina di casa che regge l’economia e si dedica al marito ed ai figli, una specie di Signorina Felicità di città, meno ignorante, va bene, ma che non medita Nietzsche e certo non fa l’intellettuale gemebonda; e invece, sorpresa, Petronilla è Amalia Moretti Foggia, coniugata Della Rovere (il marito è medico anch’egli), classe 1872, laureata in Scienze naturali a Padova nel 1895 e nel 1898, terza donna in Italia, in Medicina a Bologna. Specializzata in pediatria, trova lavoro a Milano, dove presta anche assistenza gratuita alle donne dei ceti popolari, propagandando soprattutto i principi di igiene.
Nel 1929, con lo pseudonimo maschileggiante di dottor Amal inaugura una longeva rubrica di medicina popolare (e di igiene domestica) sulla Domenica del Corriere; seguirà la rubrica di cucina, e viene il sospetto che in quel voluto sottovalutare il ruolo femminile ci sia un po’ di presa in giro: ma se è così, è perfettamente funzionale al regime. Dopo la prima raccolta di ricette, peraltro, Petronilla ne pubblicò altre, due, fino a alla quarta, nel 1941, “Ricette di Petronilla per tempi eccezionali”, dedicato all’economia di guerra ed al razionamento, con varie sezioni intitolate “Senza riso. Senza pasta”, “Un minimo di pasta”, “Con minimo o niente grassi”, “Con niente o pochissimo zucchero”.
Petronilla, comunque, anche con la rubrica medica del dottor Amal, continuò a pubblicare – seguitissima – ricette e consigli medici durante la guerra e dopo, fino alla scomparsa, nel 1947. E le ricette? Qualcuna, come curiosità, la ripubblicheremo in prossime puntate.
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