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Lo sguardo sul presente di Perrotta

“Dei figli” (foto di Luigi Burroni)

“Dei figli” (foto di Luigi Burroni)

Con la messa in scena dello spettacolo “Dei figli” di Mario Perrotta - premio Ubu 2022 (miglior nuovo testo) - sabato, 25 febbraio, all’auditorium TaTÀ al quartiere Tamburi (in via Grazia Deledda), si rinnova l’appuntamento con il cartellone della rassegna “Periferie”, realizzato dal Crest con il sostegno di Regione Puglia, Provincia e Comune di Taranto, quest’anno alla sua 12a edizione. Lo spettacolo “Dei figli” conclude la trilogia “In nome del padre, della madre, dei figli”, provando a ragionare su quella strana generazione allargata di “giovani” tra i 18 e i 45 anni che non ha intenzione di dimettersi dal ruolo di figlio. Non tutti, per fortuna, e non in ogni parte del mondo. Ma in Italia sì e sono tanti. La scena è una casa, fluida come le vite che vi abitano. Le uniche certezze sono quattro monitor di design, bianchi, come enormi smartphone. Su ognuno di essi stanziano, incombenti, le famiglie di origine degli abitanti: genitori, sorelle, cugini.Mario Perrotta intreccia nel suo lavoro i vissuti di tredici personaggi per una trama amaramente comica, un avvitamento senza fine di esistenze a rischio, imbrigliate come sono nel riflettere su sé stesse. Sul palco, con Perrotta, Luigi Bigno ne, Dalila Cozzolino, Matteo Ippolito, in video Arturo Cirillo, Alessandro Mor, Marta Pizzigallo, Paola Roscioli, Maria Grazia Solano e in audio Saverio La Ruina, Marica Nicolai, Paola Roscioli, Maria Grazia Solano. Consulenza alla drammaturgia, Massimo Recalcati; aiuto regia: Marica Nicola; costumi: Sabrina Beretta; luci e scene: Mario Perrotta; video: Diane; mashup: Vanni Crociani e Mario Perrotta. Lo spettacolo è una coproduzione Teatro Stabile di Bolzano, Fondazione Sipario Toscana onlus, La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale, Permàr. «Una casa che è limbo, che è purgatorio, per chiunque vi passi ad abitare. Vite in transito che sostano il tempo necessario - un giorno o anche una vita - pagano un affitto irrisorio e in nero e questo li lascia liberi di scegliere quanto stare, quando andare. Solo uno sosta lì da sempre: Gaetano, il titolare dell’affitto. Al momento, le vite in casa sono quattro. Vediamo tutti gli ambienti come se i muri fossero trasparenti», annota l’attore, regista e drammaturgo leccese. «Una delle grandi mutazioni antropologiche del nostro tempo riguarda la cronicizzazione dell’adolescenza. Quando questo accade in primo piano è la difficoltà del figlio di accettare la separazione dai genitori per riconoscersi e viversi come adulto. Il nuovo spettacolo di Mario Perrotta indaga queste e altre sfumature dell’esser figlio sine die, senza però dimenticare la forza, lo splendore e l’audacia straordinaria della giovinezza », afferma Massimo Recalcati, noto psicanalista milanese, nonché interlocutore principale di Mario Perrotta per questo progetto. Mario Perrotta Autore, attore e regista teatrale leccese, Perrotta è considerato una delle voci più significative del panorama teatrale italiano. Il suo percorso artistico è da sempre incentrato su drammaturgie originali e progetti artistici articolati che nascono dall’urgenza di indagare la contemporaneità. Già fondatore nel 1993 del Teatro dell’Argine, nel 2015 inaugura il suo nuovo percorso fondando Permàr - Compagnia Mario Perrotta. Le sue drammaturgie, da lui stesso dirette e interpretate in Italia, sono tradotte e messe in scena anche all’estero. Sipario ore 21. Biglietto: 12 euro; ridotto: 10 euro (under 30 e over 65). Info: 366:3473430.
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