Sarà inaugurata venerdì, 7 ottobre, alle ore 18, nei locali della Biblioteca Civica “Acclavio” (piazzale Bestat), la programmazione per l’anno 2022- 2023 degli eventi culturali organizzati da “I giovedi letterari della Biblioteca Acclavio”. Nell’occasione, alla presenza dell’autore, sarà presentato il libro di Claudio Martelli - già Ministro di Grazia e Giustizia - dal titolo “Vita e persecuzione di Giovanni Falcone”, edito da “ La nave di Teseo”. Insieme a Martelli dialogheranno l’on. Biagio Marzo, Antonio Morelli (già presidente del Tribunale di Taranto) e Mario Guadagnolo. Il libro “Giovanni Falcone era il più importante, il più capace, il più famoso tra i giudici che hanno combattuto la mafia - scrive Martelli parlando del suo libro - Per questo nello stesso giorno in cui fui nominato ministro della Giustizia lo chiamai e gli affidai l’incarico più importante del ministero, quello di direttore degli Affari Penali. Insieme, abbiamo pensato e organizzato la più organica, determinata ed efficace strategia di contrasto a Cosa Nostra. La mafia reagì uccidendo prima Falcone poi Borsellino con una violenza terroristica più efferata e rabbiosa di quella armata in precedenza contro i molti giudici, poliziotti, uomini politici che l’avevano contrastata. Pur tra tante affinità, la storia di Falcone è diversa da quella degli altri uomini dello Stato che hanno combattuto la mafia perché solo a Falcone è capitato di essere perseguitato in vita non solo da Cosa Nostra, ma anche di essere avversato da colleghi magistrati, dalle loro istituzioni come il CSM e dall’Associazione Nazionale Magistrati, nonché da politici e da giornalisti di varie fazioni. Ancora oggi di quest’altra faccia della luna poco si sa perché poco è stato detto. Fece eccezione l’amico più caro di Falcone, Paolo Borsellino: ‘La magistratura che forse ha più responsabilità di tutti cominciò a far morire Giovanni Falcone ben prima che la mafia lo assassinasse a Capaci’. Da allora - conclude l’autore - sono passati trent’anni. Per rispetto di Falcone, dei ragazzi che non hanno vissuto quel tempo, degli adulti che non lo hanno capito o lo hanno dimenticato, sento il dovere di tornare a riflettere per raccontare le verità di allora e quelle più recenti che ho appreso insieme al ruolo di chi, nel bene e nel male, ne fu protagonista dentro le istituzioni dello Stato, nella società e nel mondo dell’informazione”.
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