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Taranto

Il Natale e l'influenza rischiano di mandare in tilt gli ospedali pugliesi

Carenza strutturale di medici tra Continuità assistenziale e 118. Il consigliere regionale Paolo Scalera chiede interventi immediati e soluzioni strutturali per evitare il collasso del sistema

Corsia di ospedale

Corsia di ospedale - archivio

TARANTO - La sanità pugliese si avvia verso le festività natalizie in una condizione di forte criticità, con il concreto rischio di un peggioramento dell’emergenza assistenziale. A riprendere l’allarme lanciato dalla Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (Fimmg)è il consigliere regionale Antonio Paolo Scalera, che richiama l’attenzione su una carenza di personale ormai strutturale e diffusa su tutto il territorio regionale.

Secondo quanto evidenziato, i servizi di Continuità Assistenziale e il sistema di emergenza 118 rischiano di non garantire una copertura adeguata tra Natale e la fine dell’anno. Le segnalazioni provenienti dalle organizzazioni sindacali parlano di centinaia di ore di assistenza che potrebbero andare perdute, con diverse postazioni destinate a restare scoperte o operative solo in modo parziale.

Il quadro numerico, sottolinea Scalera, è particolarmente allarmante. In Puglia mancherebbe tra il 25% e il 30% dei medici rispetto a una dotazione organica prevista di 525 unità. Le singole Asl registrano scoperture significative: circa 50 medici in meno a Bari, 21 a Lecce, 15 a Taranto, 12 a Brindisi, 23 a Foggia e 8 nella Bat.

Una situazione che, come ricorda il consigliere regionale, è già nota al Governo regionale ed è stata affrontata anche in un tavolo tecnico nel mese di novembre. Tuttavia, la mancata proroga tempestiva di misure straordinarie di incentivazione al lavoro aggiuntivo, come i compensi per le ore eccedenti, rischia ora di lasciare il sistema sanitario scoperto proprio nel periodo più delicato dell’anno, caratterizzato da un aumento dei casi influenzali.

In assenza di un’adeguata presenza della Continuità Assistenziale, avverte Scalera, i cittadini saranno inevitabilmente costretti a rivolgersi ai pronto soccorso anche per patologie minori, aggravando una pressione già definita insostenibile.

Il consigliere regionale ribadisce che la carenza di medici nell’emergenza-urgenza non è un problema recente, ma il risultato di anni di scarsa programmazione, pensionamenti non compensati e di un settore reso sempre meno attrattivo dalle condizioni di lavoro e dall’aumento delle aggressioni al personale sanitario.

Da qui l’appello alla Regione affinché assuma decisioni immediate per garantire la copertura dei servizi essenziali durante le festività e, parallelamente, acceleri sul rinnovo del contratto integrativo regionale, fermo da 15 anni e ormai non più adeguato alle esigenze attuali.

“La tutela del diritto alla salute non può andare in pausa nemmeno durante le feste”, conclude Scalera, annunciando che continuerà a sollecitare il Governo regionale per interventi rapidi ed efficaci, sia nell’immediato sia sul piano strutturale, per evitare che l’emergenza sanitaria diventi una condizione ordinaria.

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