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Bari
14 Dicembre 2025 - 07:56
Un peschereccio - archivio
BARI - La flotta pugliese della pesca evita un colpo che avrebbe potuto compromettere l’intero comparto. Al termine del lungo confronto europeo in sede Consiglio Agrifish, è stata infatti respinta la proposta della Commissione europea che prevedeva una riduzione del 64% delle giornate di pesca per le imbarcazioni a strascico. Una misura giudicata insostenibile dagli operatori e che avrebbe comportato il taglio di circa 2 terzi dell’attività.
A sottolineare l’esito positivo del negoziato è Coldiretti Pesca Puglia, che parla di un risultato ottenuto grazie a un lavoro di squadra condotto insieme al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, al sottosegretario La Pietra e alla direzione Pesca del Masaf. Il Consiglio ha respinto integralmente il piano promosso dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ritenuto privo di equilibrio tra tutela ambientale e sostenibilità economica.
Il peso del comparto in Puglia è rilevante. Secondo i dati CREA, pesca e acquacoltura generano un valore economico pari a 225 milioni di euro e contano una flotta di 1.455 battelli, pari al 12,3% del totale nazionale, con il 10,5% del tonnellaggio complessivo e il 12% della potenza motore. Le marinerie di Manfredonia, Molfetta, del sud Barese e del Salento fondano gran parte della propria economia sulla pesca di gamberi, scampi e merluzzi, oltre che sull’allevamento in mare aperto di spigole, ombrine e orate.
Per Daniela Borriello, responsabile nazionale di Coldiretti Pesca, l’esito del Consiglio Agrifish rappresenta la dimostrazione che ascolto e confronto possono produrre soluzioni concrete. Il risultato, ha spiegato, nasce dall’impegno del Governo e dal lavoro congiunto delle organizzazioni di settore, riuscendo a fermare proposte che avrebbero penalizzato in modo irreversibile le marinerie italiane. Quando l’Italia si presenta unita in Europa, ha aggiunto, è possibile difendere il futuro delle imprese senza rinunciare alla tutela degli stock ittici.
Secondo l’analisi di Coldiretti Pesca, la riduzione delle giornate di pesca avrebbe avuto effetti devastanti su centinaia di aziende, sull’economia delle aree costiere e sulla disponibilità di pesce fresco nazionale e certificato per i consumatori. Un impatto che avrebbe favorito ulteriormente le importazioni, in un contesto già critico: in 40 anni la dipendenza dall’estero è passata dal 30% all’85%.
Determinante per il risultato finale è stato l’accordo raggiunto tra Italia, Spagna e Francia, che hanno presentato un documento condiviso basato su due strumenti ritenuti centrali: il fermo biologico e il bando delle demolizioni già adottato dall’Italia. Un’impostazione che ha contribuito a orientare il confronto verso soluzioni più aderenti alla realtà del Mediterraneo.
Un ruolo chiave è stato svolto anche dalla Presidenza danese, che ha guidato il dialogo superando un approccio ritenuto ideologico da parte della Commissione europea e riportando al centro il principio di equilibrio tra sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Coldiretti Pesca Puglia guarda ora ai prossimi tavoli europei ribadendo la necessità di proseguire su questa linea, affinché le politiche comuni riconoscano le specificità del Mediterraneo e il valore delle comunità che vivono di mare, tutelando al tempo stesso ambiente, lavoro e produzione.
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